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SEGGIOVIE A MEZZO CIELO. Poesia di Marina Agostinacchio

SEGGIOVIE A MEZZO CIELO

La falena si spinge
oltre il suo probabile
orgoglio,
ma il cielo ha pieghe
di malizia troppo dorate.
Vetro di nuove tecnologie
avvolge le ali affumicate
di piacere disperazione.

Disperazione piacere
anche di formiche
per caso ammassate
sul cemento granigliato.
Poco inclini ad ogni ratio,
dov’è la rosa rossa,
si muovono lungo la linea
del frenetico cancello.

Tutto sul punto di negarsi
respira sotto possibili livelli —
Seggiovie
a mezzo cielo
in un’ora di fine
giornata allo Zetterfield.

Dove una sottile striscia —
Un parapendio cristallo
di rocca —
si alza a simulare la luna,
la fantasia comincia a
rinventare,
maga-smagata di parole
fuori e dentro la mia storia.

Qui si sgualcisce la fatica
che ora ha quella
levità lunare
in versi arrendevoli
alla mano,
oro che brilla per poco
prigioniero dentro ad un
Noce.

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