Sì, sarebbe bello se gli organizzatori dedicassero, durante le serate del festival, un omaggio alla canzone napoletana, in particolare ai poeti e compositori che “inventarono la canzone nel mondo” e la fecero grande. Sanremo avrebbe anche l’opportunità – in occasione del “Centenario della Grande Guerra” – di rendere omaggio ad E.A. MARIO, autore della “Leggenda del Piave”, scritta e musicata nella notte dal 23 al 24 giugno 1918.
Ma il risarcimento non arrivò mai, perché scoppiò la seconda guerra mondiale e con la conseguente sconfitta e la svalutazione monetaria il compenso si perse nel nulla. Dopo l’armistizio del 1943, il governo italiano la adottò provvisoriamente come Inno nazionale in sostituzione della Marcia Reale fino al 12 ottobre 1946 quando fu sostituita dall’Inno di Mameli. Ad E.A. MARIO toccò la medesima sorte di Goffredo Mameli e Michele Novaro: sono morti poveri tutti e tre.
Infine si potrebbe anche ricordare il poeta Ernesto MUROLO a cui addirittura si deve la nascita del “festival”. Infatti fu proprio lui che nel 1932 organizzò a Sanremo il “ I° Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi”, una grande rassegna di canzoni napoletane e italiane eseguite dai più noti cantanti dell’epoca.
Raffaele Pisani