A Roma si sta svolgendo la festa del cinema, il sito ufficiale si chiama Festival Internazionale del Cinema, ma molti media quasi passandosi parola la chiamano “Festa”.
Di festoso quest’anno non c’è molto e in ogni caso è un Festival a tutti gli effetti, non si discosta dagli altri nemmeno per una virgola o quasi.
Deve essere una festa? Bene, niente premi o premi a tutti i film partecipanti, più star che si “donino “ al pubblico senza fare le belle statuine e basta.
Cominciamo dalla giuria e dal direttore della “festa/festival” la giuria diventa “popolare” il Marco Aurelio d’oro sarà votato dal pubblico che guarda i film, a inizio proiezione vengono distribuite le schede con un codice e si vota con delle macchine apposite, moltissimi però dopo il film non lo fanno per dimenticanza o perché quando si esce dalla sala si deve metabolizzare la visione e non si può chiedere di farlo automaticamente.
Il sommario di questi pochi giorni si racchiude in una grande manifestazione d’affetto nei confronti di Tomas Milian amatissimo dai romani perché ha interpretato in vari film un eccentrico e trucido poliziotto chiamato amorevolmente “Er Monnezza” francamente non ho mai amato questo tipo di personaggio che dà un “lasciapassare” ai sentimenti popolari più bassi e beceri, a quel popolino che non amo perché non si eleva ma resta lì in un brodo di luoghi comuni e di stagnazione culturale.
Tomas Milian ha lavorato con grandissimi registi da Visconti a Lattuada, Bolognini Pasolini e tantissimi altri grandi, ha ricevuto il premio alla carriera.
Grandi star sul red carpet sono stati : Clive Owen, un po’ imbalsamato nel suo ruolo di divo, Benicio del Toro, simpatico ma oscurato dalla magia di Richard Gere che si è proprio donato al suo pubblico inchinandosi più volte a noi, sedendosi fra il pubblico e facendo un “selfie” di gruppo estremamente simpatico e caloroso.
I grandi si notano dalle “piccole” cose.
Da Roma Film festival al prossimo articolo.