Quegli eroi che hanno rischiato e molto spesso dato la vita per permetterci di chiamarci italiani un’altra volta, con tutti i nostri difetti e i nostri pregi, senza dovere rendere conto delle nostre azioni ad un invasore straniero, lo hanno fatto proprio per ridarci l’Italia e offrirci l’opportunità di creare una nazione unita, moderna, efficace, una nazione che molti invidiano.
Certo, con l’opportunità arrivano anche gli opportunisti, e con la democrazia si infiltrano sempre corrotti e corruttori, ma, proprio come in una famiglia, bisogna sempre lavorare affinché tutto funzioni come dovrebbe e ricreare continuamente l’ambiente che permetta di avere un nucleo sano. Non è facile, ma uomini integerrimi come Sandro Pertini e Corrado Bonfantini ci hanno dimostrato che si può donare una vita intera per il bene della nazione. Non scoraggiamoci e continuiamo il lavoro iniziato tanti anni fa da quegli uomini coraggiosi.
Offriamo un aneddoto di quelle giornate: Il 26 aprile 1945, Corrado Bonfantini è il primo ad annunciare dalla stazione radio EIAR di Milano l’avvenuta insurrezione generale. Poche ore dopo apparirà in un com
izio a Milano della quale rimane una storica foto. Alcuni giorni dopo, il 29 aprile, il corpo di Benito Mussolini è posto dai partigiani della Brigata Garibaldi in Piazza Loreto a Sandro Pertini (a sinistra) e Corrado Bonfantini al comizio del 26 aprile 1945Milano. La gente accorre ben presto in piazza e incomincia ad insultare i cadaveri, “infierendo su di loro con sputi, calci, spari e altri oltraggi, accanendosi in particolare sul corpo di Mussolini. Il servizio d’ordine, composto di pochi partigiani e vigili del fuoco, decise quindi di appendere i corpi a testa in giù alla pensilina di un distributore di benzina.” È proprio l’intervento di Corrado Bonfantini, comandante delle Brigate Matteotti, che termina quello che lui definì una barbarie. Al suo ordine, la piazza viene circondata dalle sue truppe ed il corpo di Mussolini rimosso e portato in un obitorio.
Gentiluomini come Bonfantini hanno permesso quindi di ritenere una certa dignità anche nei momenti più difficili e impensati. Ricordiamocelo mentre celebriamo questa nostra Italia liberata e libera.