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RICHARD RITTELMANN: “La lingua più bella è la musica”

ritterman3Intervista di Emanuela Campanella 

Nato a Ginevra da madre ungherese e padre tedesco, Richard Rittelmann fluente in cinque lingue, si è diplomato in canto e pianoforte presso il Conservatorio di Musica di Ginevra ed ha anche una laurea in Musicologia e Letteratura tedesca.
Inizia la sua carriera all’età di 22 anni e di lì a breve diventa un baritono di fama mondiale, calcando le scene di numerosi teatri. Ultimamente l’abbiamo visto nel ruolo di “Mad Dog” nell’Opera di Menotti “The boy who grew too fast” negli Stati Uniti e presto inizieranno le riprese del film diretto da J.L Guillermou sulla vita di Rachmainoff, dove Rittelmann interpreterà il ruolo di un cantante.
Abbiamo deciso di intervistarlo in occasione del Natale, per fare un resoconto sui successi di quest’anno, ma soprattutto per conoscere Rittelmann tra palco e realtà.

L’IDEA:Rittelmann, l’abbiamo vista per tutto il 2015 in giro per il mondo; facendo un resoconto, come vede quest’anno che sta finendo?
RICHARD RITTELMANN: Ho avuto la fortuna durante tutto l’anno 2015 di andare alla conquista di nuovi paesi come l’Indonesia e la West Coast americana. Ho anche cantato al mitico São Carlo di Lisbona per la prima volta l’oratorio monumentale di Liszt, “La leggenda di Santa Elisabetta”, diretto da Arturo Tamayo. Inoltre, sono stato invitato al Centro Schönberg a Vienna per interpretare “Serenata opus 22”. Sono tornato due volte a Torino, nella mia seconda città d’adozione, al Teatro Nuovo per “La figlia del Reggimento”, diretta da Michele Spotti e al Teatro Storico Carignano, per la creazione italiana del “Piccolo Principe”, diretta dal compositore Alberto Caruso. Sono anche tornato dopo cinque anni di assenza a cantare nella mia città di nascita, Ginevra, due operette di Offenbach dirette da Franco Trinca e regia di Pierre Emmanuel Rousseau. Abbiamo anche fatto ad agosto un incredibile “Carmen” itinerante, grazie al geniale pianista Francois Rene Duchable e al regista Olivier Balazuc.
Ho cantato ad ottobre, per la prima volta, la “Belle de Cadix”, diretta da Bruno Membrey e regia Serge Manguette. Quindi, vedo questo 2015 assolutamente in modo positivo e mi lascerà dei ricordi e delle emozioni speciali.

L’IDEA:Che cosa si aspetta dal nuovo anno?
RICHARD RITTELMANN: Dal nuovo anno mi aspetto di continuare ad essere un uomo felice e di vivere seguendo la mia passione più grande, viaggiare, in modo da poter conoscere altre culture ed incontrare gente ricca di umanità.

L’IDEA:Che regalo vorrebbe ricevere per Natale?
RICHARD RITTELMANN: Non c’è un regalo preciso che vorrei ricevere, bensì vorrei fare io un regalo a tutti, portando la felicità attraverso il mio canto e vedere gli sguardi che si riaccendono.
Anche se parlo cinque lingue, la lingua più bella in assoluto è la musica, che permette di riunire tutti i popoli, di scambiare un concetto di bellezza e di creatività.

L’IDEA:Oltre all’Opera Lirica, quali sono le sue passioni?
RICHARD RITTELMANN: Ho molte passioni parallele al canto, ma ritengo che quella più importante sia la pratica quotidiana seguendo il detto romano “Mens sana in corpore sano”.

L’IDEA:Che cosa non può mancare nella sua valigia?
RICHARD RITTELMANN: Solitamente viaggio lontano da casa mia quasi otto mesi su dodici e anche se mi sento cittadino del mondo, mi porto sempre un libro che mi faccia divagare.

L’IDEA:Il suo ultimo libro letto?
RICHARD RITTELMANN: Ultimamente un’amica mi ha regalato “La potenza della gioia” di Frederic Lenoir e lo riletto volentieri parecchie volte.

L’IDEA:Qual è il suo cantante preferito?
RICHARD RITTELMANN: Io non esito a nominare Roberto Alagna come mio cantante preferito. Fa parte non solo della grande tradizione dei tenori come Caruso, Gedda, Pavarotti, ma riesce anche ad essere sempre eccellente sia nella lirica che nel crossover dei suoi concerti. Con quasi trent’anni di carriera, rimane sempre uno dei migliori cantanti attuali ed è l’unico a rischiare con nuovi repertori anche contemporanei, come l’incisione “Le dernier jour d un condamne” che abbiamo fatto con Michel Plasson per Deutsche Grammophon.
Mi sento ogni volta fortunato e onorato che sia diventato mio amico.

L’IDEA:Quali sono i suoi progetti artistici per il nuovo anno?
RICHARD RITTELMANN: Per il 2016 si annunciano nuove opere non ancora recitate: attualmente sto provando una nuova coproduzione di “Morte a Venezia”, l’ultima opera di Britten con l’Opera di Nizza e di Linz, diretta da Roland Boer e regia di Hermann Schneider prevista per il 20/22/24 gennaio. Il 9 febbraio sarò presente in un recital intitolato “Prologo e Epilogo nell’Opera” e finisco con il Barbiere di Siviglia il 24/26/28 febbraio e l’1 marzo, diretto da Giampaolo Bisanti e regia di Federico Grazzini. Poi raggiungo l’Orchestra di Bretagna dal 16 al 29 marzo, per un tour del Requiem di Fauré, con Amira Selim e diretto da Gildas Pungier.
Inoltre canterò al Teatro Nuovo di Torino, nello “Zingaro Barone” e parteciperò a Strasburgo all’incisione dei “Troyens di Berlioz”, diretta da John Nelson.
A maggio interpreterò Marcello nella “Boheme” con la compagnia Golden Gate Opera, a San Francisco. Ad agosto, invece, sarò il direttore artistico di una grande crociera MSC per i fans e melomani dell’operetta e dei musical.
E poi chissà…

L’IDEA:Recentemente abbiamo visto tutti quanti gli attacchi terroristi avvenuti nella sua terra d’adozione, la Francia, che augurio vuole fare al suo paese?
RICHARD RITTELMANN: Dopo i disastri di guerra e le minacce estremiste sulle nostre terre, noi artisti abbiamo una missione sociale, dove la diplomazia e la politica spesso falliscono.
Mi sento di augurare a tutti, non solo ai francesi, delle feste piene d’amore e di musica, insieme ai propri cari e che possano illuminare già i primi passi nel 2016.

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