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Requiem di Giuseppe Verdi; dolore e rabbia

Di Isabella Rossiello

Nell’austero Duomo di Cesena il soprano Raffaella Battistini, il mezzosoprano Christina Knorren, il tenore Mirko Matarazzo, il basso Francesco Ellero D’ Artegna accompagnati dall’Orchestra “ Città di Ferrara” condotta dal Direttore M° Lorenzo Bizzarri e i cori : “ Cappella Musicale Servi”- Bologna, “ Quadriclavio” – Bologna, “Maria Callas”, Cesena, e l’associazione La Pomme, hanno creato un evento di grande impatto emotivo.

La Messa da Requiem era in onore del padre della Signora Battistini, Giovanni Battistini, un grande Cesenate che ha dato alla cittadinanza dapprima un “cinema” e come grande appassionato di lirica ha portato a Cesena tantissimi grandi della musica lirica, fu l’artefice della presenza di Pavarotti a Cesena nel 2003 e il derivato del suo concerto fu interamente devoluto all’Ospedale Bufalini  per l’apertura del reparto  di terapia intensiva neonatale . Un onore che Giovanni Battistini ha meritato in pieno, inoltre, è non solo l’amore incondizionato di una figlia ma di tutta la città, che è intervenuta numerosa alla Messa di Requiem!

Verdi scrisse questo Requiem dapprima pensato per onorare Rossini (un progetto a più mani, poi fallito), poi per la morte di Alessandro Manzoni che si era impegnato come lui nei valori del Risorgimento. Scrisse a Ricordi e la Messa vide la luce, una luce vivida, a tratti quasi accecante, fu lo stesso Giuseppe Verdi a dirigere a Milano il 22 maggio 1874 nella chiesa di San Marco il Requiem che superò presto i confini nazionali, tanto fu la bellezza e l’imponenza di questa “Opera”.

In effetti la presenza di tenore, basso, soprano e mezzosoprano, che insieme hanno una forza impressionante, la rende unica, lirica, teatrale e una composizione musicale che provoca un’altalena di sentimenti che non ti lascia un istante …  inizia sommessamente, rispettosamente per la morte stessa per poi diventare quasi “rabbiosa” perché non comprendiamo il concetto di abbandono da parte di un nostro caro, una riflessione sulla morte così intensa, così sanguigna e dolorosa, lacerante, vissuta con grande potenza e trasmessa a chi l’ascolta con altrettanta forza emozionale!

Giuseppe Verdi fu un compositore agnostico e anticlericale e dedicò la Messa da Requiem a Manzoni scrittore profondamente cattolico ma fedele agli ideali di libertà del Risorgimento e soprattutto coraggioso nel condannare i potenti e loro iniqui servitori, in qualche modo detestato da un’ala cattolica perché fortemente convinto di quello che Pio IX definì la “ funestissima rivoluzione italiana”.

Un grazie dal profondo del cuore a chi ha reso possibile questa incredibile serata che lascia sì sgomenti e a tratti tristi, ma che è un capolavoro assoluto!

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