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Repubblica “teme” l’arrivo degli italiani del Sudamerica e auspica l’abrogazione della legge del ’92 sul riconoscimento della cittadinanza agli italo-discendenti

             Il quotidiano “Repubblica” del 25 Marzo scorso ha dedicato l’intera pagina 5 della sua edizione ligure ad un presunto allarme lanciato dalla Farnesina: “Allarme dalla Farnesina per le migliaia di richieste di cittadinanza”, si legge nel titolo e nel sottotitolo si spiega: “Il Ministero degli Esteri teme milioni di istanze”, arrivando addirittura a chiedere l’abrogazione della Legge del 92 sul riconoscimento del diritto di cittadinanza agli italo-discendenti.
“Credevamo che il Ministero degli Esteri (non “Repubblica”, di certo) dovesse preoccuparsi piu’ per le migliaia di immigrati irregolari che ogni giorno intasano i vari centri d’accoglienza d’Italia, che non per le migliaia di pratiche che, per le note carenze di personale, intasano molti consolati soprattutto in Sudamerica e che a ruota potrebbero intasare i tribunali italiani”, commenta il Presidente dell’Associazione “Identita’ Italiana – Italiani all’estero”, Aldo Rovito, che aggiunge:
“Dispiace che un quotidiano di rilevanza nazionale quale presume di essere Repubblica possa trattare con tanta superficialita’ simili argomenti. Le sentenze dei Tribunali che a Genova come in altre citta’ italiane presumibilmente accoglieranno le istanze di riconoscimento della cittadinanza italiana e che tanto spaventano l’autore dell’articolo, saranno il giusto riconoscimento del diritto ad essere ri-conosciuti italiani nei confronti di persone che tale diritto hanno perso perche’ i loro genitori o i loro nonni per poter rimanere nei paesi di emigrazione erano stati costretti da legislazioni nazionaliste a rinunciare alla cittadinanza italiana. Certo Repubblica si preoccupa anche perche’ i tribunali condanneranno il Ministero degli esteri anche al pagamento delle spese legali e quindi si straccia le vesti per questo ulteriore aggravio della spesa pubblica. Ci chiediamo perche’ Repubblica con i suoi abilissimi giornalisti d’inchiesta non fa una indagine relative ai costi delle parcelle pagate dallo Stato per corrispondere gli onorari dovuti ai difensori dei pseudo-rifugiati che intasano Tribunali e Corti d’Appello con ricorsi spesso infondati quanto fantasiosi contro il diniego del riconoscimento dello “status”di profugo o di rifugiato politico. Ma di questo Repubblica non si indigna perche’ guai a chi tocca il gran carrozzone di Ong, coop varie, pseudo associazioni di volontariato, professionisti, ecc.,  che gravita e prospera attorno al grande affare dell’accoglienza.
“Cosi’ come Repubblica non si indigna per l’incapacita’ di tanti consolati a trattare in tempi ragionevoli queste pratiche (pensate che il Consolato di San Paolo fissa gli appuntamenti per la consegna delle domande a distanza di 11 anni!!!)”.
Conclude il presidente Rovito: “Non sappiamo se le dichiarazioni che l’articolista riferisce a funzionari della Farnesina, rispecchino anche il pensiero del Ministro Taiani o del Presidente del Consiglio Meloni (e ci auguriamo che così non sia); di sicuro esse costituiscono una offesa a tutti gli italiani emigrati all’estero e a tutti gli italo-discendenti sparsi nel mondo: con esse viene disconosciuto il grande contributo dato dagli Italiani all’estero alla ricostruzione postbellica, quando le rimesse degli emigrati costituirono elemento determinante per ottenere il pareggio della bilancia dei pagamenti, viene sputato in faccia a tutti gli emigrati italiani all’estero morti sul posto di lavoro spesso costretti a lavorare in condizioni di grande pericolo (Marcinelle ricorda qualcosa  all’articolista di Repubblica?); e non parliamo di quei circa 300.000 italiani emigrati all’estero, alcuni nati all’estero da famiglie italiane, che allo scoppio della prima guerra mondiale accorsero in Italia, moltissimi proprio dal Sudamerica, per prendere parte alla grande Guerra che avrebbe compleato l’Unita’ Nazionale: e’ ai loro discendenti che Repubblica e qualche ignoto funzionario della Farnesina vogliono negare il diritto di essere riconosciuti come italiani”.
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