Riapre la scuola. Non posso fare a meno di dedicare questa “lettera” in particolare ai miei giovanissimi napoletani delle così dette “baby gang” incitandoli a “mirare” alto e a non compiere bravate destinate a rovinare la loro vita e ad infangare ancora di più la nostra amata terra. Cari ragazzi, ripudiate pistole e coltelli, vi danno solo un effimero senso di falsa onnipotenza. “Mirate” alto, allora sì che sarete veri uomini degni di far parte del grande miracolo del creato. “Mirate” alto, e nessun lestofante riuscirà ad insozzare neppure con una sola goccia di fango il vostro avvenire, le vostre speranze, i vostri sorrisi. E a tutti vorrei far sentire la mia voce che sgorga dal cuore di un vecchio scugnizzo che è stato poco “attento” e molto svogliato. Non voglio assolutamente invocare attenuanti, mi assumo tutta la responsabilità dei miei “ruzzoloni” però, per onestà verso me stesso, devo riconoscere che nei miei scarsi successi scolastici c’è stato anche lo zampino di qualche “maestro” non all’altezza del suo compito, soprattutto dal punto di vista umano! Ma oramai per me è acqua passata e so che, con il senno di poi, tanti errori non li commetterei! Sicuramente i giovani oggi vivono – nel bene e nel male – tutta un’altra scuola, hanno altri stimoli e in massima parte insegnanti che sanno come rapportarsi con loro. Io, nato nel 1940, ricordo che se venivo punito – spesso ingiustamente – con due ceffoni o quattro bacchettate sulle mani dal maestro, ne ricevevo il doppio, ancora più ingiustamente, da mio padre. Tutto questo, naturalmente, mi distruggeva ancora di più “dentro”, e non solo “dentro”!
Comunque bando ai miei brutti ricordi! Vorrei qui far conoscere ai giovani quello che è il pensiero di un giovane/vecchio senza parlare quindi “ex cathedra” ma cercando di stare al loro fianco, partendo dal presupposto che la cultura è il più prezioso dei “carburanti” per dare ali d’aquila ai nostri pensieri e alle nostre azioni. Cultura è conoscenza e confrontarsi con tutto ciò che ci sta attorno, cercando di entrare nel cuore dei problemi. Ma cultura è soprattutto conoscere tutto quello che ci ha preceduto e di cui noi siamo la risultante, fare tesoro degli insegnamenti e delle esperienze dei nostri avi che ci hanno tante volte indicato la via per costruire un mondo migliore, evitando di commettere anche i loro errori. La scuola è demandata da sempre a questo compito. Cultura è non dimenticare mai tutti coloro che nel corso dei secoli, sognando ideali di giustizia e democrazia, non hanno esitato un solo attimo ad immolare la loro vita per un così alto ideale. Tutti noi abbiamo il sacrosanto dovere di non vanificare il loro sacrificio. Cultura è anche amare e difendere con lo studio e la serietà del quotidiano impegno ogni pietra della nostra meravigliosa terra. Cultura è combattere i malavitosi e tutelare gli onesti. Cultura è non imitare i criminali – sciagurati schiavi del dio denaro, della corruzione e dello sporco potere – ma seguire e onorare l’esempio di tutti i grandi napoletani che fecero la nostra città capitale di arte, cultura e bellezza. Cari ragazzi, “mirate” alto!