Un pomeriggio afoso e soffocante, un programma pomeridiano noioso, ripetitivo e dopo la pubblicità c’è il presentatore con un foglietto in mano, lo legge in diretta, sgrana gli occhi e dice : “ È morta Raffaella Carrà”
Vado a verificare , Wikipedia la dà ancora viva, nessuna notizia dalle agenzie e se fosse una fake news? Speranza vana, pochi minuti e il web è invaso dalla notizia, il programma noioso cambia il suo palinsesto, si cominciano a tirare fuori vecchi programmi in bianco e nero, si chiamano amici e colleghi; alcuni piangono, altri sono attoniti.
Raffaella Carrà è il suo nome d’arte; lei nasce a Bologna il 18 giugno 1943, il padre lascia la moglie e lei cresce tra Bologna e Bellaria dove la madre e la nonna gestiscono una gelateria.
A 8 anni lascia l’Emilia Romagna con la mamma e studia a Roma, prima danza e poi si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia, partecipa come attrice bambina al film di Mario Bonnard “ Tormento del passato”.
Sono piccoli ruoli, ma nel 1960 si diploma e prende parte a film più importanti, è scritturata in una compagnia teatrale, lavora in radio, fa la valletta, lavora con il grande regista Monicelli, il regista Mark Robson la vuole partner di Frank Sinatra nel film “ Il Colonnello Von Ryan”. Sinatra la corteggiò inutilmente perché il suo cuore batteva per un calciatore della Juventus, Gino Stacchini, con cui ebbe una relazione di 8 anni.
Cinema e televisione se la contendono, lei lavora sodo, studia e intanto cambia cognome, lascia Raffaella, che ricorda il pittore Raffaello Sanzio, e cambia il cognome in Carrà in omaggio ad un altro pittore, Carlo Carrà.
La TV sta sostituendo lentamente ma inesorabilmente il cinema: è comoda, si sta in casa, costa poco e Raffaella come soubrette e cantante sboccia.
Con Nino Taranto, Nino Ferrer, Corrado nasce una stella e il suo ombelico fa scalpore. Una Italia bigotta che vietava le scollature e imponeva calze pesanti alle ballerine ha uno shock: lei è dinamica, trasgressiva ma mai volgare, è moderna e il pubblico la premia con gli ascolti. La TV è meno entusiasta, si pensa di censurarla soprattutto per il suo Tuca Tuca, un ballo assolutamente innocuo ma scandaloso per i benpensanti. È Alberto Sordi che lo ballò con lei, divertendosi come un bambino, a decretarne il successo.
Ormai Raffaella diventa semplicemente La Carrà. Ha successo in Sud America e la sua seconda patria diventa la Spagna, dove Madrid alla sua morte ha deciso di dedicarle una piazza.
La sua popolarità cresce, i suoi programmi con Mina sono un duo formidabile e di grande successo. Grandissimi successi anche con Alighiero Noschese, Paolo Panelli, Bice Valori. Canta e ogni sua canzone è una Hit; sono canzoni “leggere” ma di grande impatto sul pubblico, e lei vince 22 dischi di platino. “A far l’amore comincia tu”, “Forte forte forte”, “Fiesta”,” Tanti auguri” “Que dolor”… successi indimenticabili anche per i giovani grazie ai remix nelle discoteche. Ha consensi anche in tutta Europa, Francia, Inghilterra, Olanda, Germania, e tanti sono i giornali di questi paesi a parlare della sua morte.
L’amore e il lavoro vanno di pari passo o quasi, i suoi compagni storici sono Gianni Boncompagni, con cui era rimasta una bellissima amicizia, e Sergio Japino che l’ha accompagnata e organizzato il funerale e le sue ultime volontà.
Anche gli anni ’80 la vedono protagonista: ha un suo programma, “Pronto Raffaella”. Partecipa come ospite al festival di Sanremo, conduce con Corrado I Telegatti, tutto ciò che fa è un successo, dalla Russia all’America latina ne copiano i format.
Grazie a Rai International nel 1985 Raffaella Carrà con “Buonasera Raffaella “ intervista Henry Kissinger, Joe Cocker, Stevie Wonder, Ginger Rogers, Sammy Davis Junior per citarne alcuni, e a sua volta è intervistata e ospite di David Letterman e altri programmi negli USA.
Nel 1987 passa alla Fininvest, oggi Mediaset, gli ascolti però non sono quelli attesi, ci sono altri programmi, la TV sta cambiando, i gusti del pubblico sono più smaliziati, più esigenti, dopo due anni il contratto è sciolto e la sua popolarità sembra appannarsi.
Torna in Rai con programmi che le ridanno un buon indice di gradimento, lavora con Jonny Dorelli e Corrado, lavora in Spagna alla TVE con “Hola Raffaella”, rifiuta però il nuovo contratto per tornare in Italia e ha ragione perché il “Carramba che sorpresa” è un programma di grande successo con ospiti come Celentano, Robbie Williams, Madonna, Britney Spears.
Rifiuta la conduzione del festival di Sanremo nel 1997 e partecipa ad una miniserie TV alla RAI con “Mamma per amica”.
Nel 2001 Sanremo la tenta ancora, affiancata da Piero Chiambretti, Enrico Papi, Megan Gale, Massimo Ceccherini, quella edizione però fu un vero flop.
Raffaella Carrà lavora in TV; dopo una pausa di un anno conduce o partecipa a vari programmi alla Rai e in Spagna.
La TV la vede protagonista negli anni di spot televisivi per la Tim, azienda telefonica, e Danone, azienda dolciaria.
Raffaella nel 2011 è presente all’Eurosong Contest come commentatrice, e nel 2012 partecipa al Concerto per l’Emilia colpita da un furioso terremoto.
È in “Italia’s got Talent” 2013, 2016 e fa il coach nel programma “The Voice”, ma a dicembre dello stesso anno lascia il programma.
Nel 2019 torna con un programma in cui intervista o meglio fa chiacchierare grandi personaggi come Sofia Loren, “A raccontare comincia tu”.
È il suo ultimo programma e il suo famoso caschetto biondo non lo rivedremo mai più.
Nell’afoso pomeriggio la TV riscopre Raffaella, i suoi successi, dalle teche TV vengono fuori gioielli riposti con cura e la si scopre attuale e dalle cui costole sono nati tantissimi programmi.
Il più grande successo di Raffaella però rimangono le 150 mila adozioni a distanza, i lasciti a vari ospedali, il bene fatto negli anni.
Per una settimana L’Italia l’ha pianta e celebrata, le sue esequie sono state trasmesse in TV e le sue canzoni cantate nel pre-partita della Nazionale Italiana agli Europei, Bellaria la omaggia con un display sulla strada principale che trasmette sue foto e canzoni.
Indimenticabile Signora della TV italiana e non solo, riposa in pace.