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Più cantine, laboratori ed esperienze enoturistiche: la ricerca marchigiana sul futuro del vino

Visitare cantine, diminuire e-commerce; correlare turismo enogastronomico con quello culturale e ambientale; creare eventi originali e di qualità per “regalare” un’esperienza; creare attività culturali e musicali attraverso laboratori. Perché il vino è soprattutto convivialità. Questi sono, in sintesi, alcuni dei risultati dell’indagine realizzata su un campione multistrato in tutta Italia su 500 wine & food lover Under 40 di tutta Italia dal professor Gabriele Micozzi, presidente di Marketing Associati e docente di Marketing alla Luiss Business School e all’Università Politecnica delle Marche.
La ricerca è stata commissionata dalla Delegazione Marche dell’Associazione nazionale “Le Donne del Vino” e presentata a Verona alla 55ª edizione di Vinitaly negli spazi della Regione Marche. “L’obiettivo del focus – ha spiegato Daniela Sorana, presidente della Delegazione Marche delle Donne del Vino – è quello di cercare nuovi stimoli per intercettare il consumatore di domani, individuare eventuali punti deboli nel settore e arrivare alla realizzazione di un Osservatorio permanente che possa monitorare tendenze e consumi di un comparto in continua evoluzione”.
Più cantina, meno e-commerce. La cantina è il luogo preferito per l’acquisto del vino (44%), seguito da enoteche (31%) e Grande distribuzione (14%), mentre e-commerce (6%) e siti web dei produttori (3,51%) incontrano meno il favore dei giovani appassionati di vino e cibo. “La motivazione va individuata nel fatto che la componente del territorio è fondamentale, così come lo story telling è componente dell’esperienza gustativa e il ruolo dell’agricoltore e del vignaiolo è fondamentale”. Attenzione anche al design: per il 44,25% degli intervistati l’etichetta deve essere “fresca e creativa”, preferita a un’etichetta “tradizionale e classica” (29,2 per cento).
Il ruolo di enologi, vignaioli e sommelier. Amici e familiari (25%) e sommelier (21%) sono preferiti alle guide (18%) per la scelta di un vino (i blogger escono fortemente penalizzati con uno 0,44%), mentre le figure che i giovani consumatori giudicano più credibili nella promozione del vino sono enologi (24,62%), agricoltori e vignaioli (23,59%) e sommelier (16,52 per cento). E a livello italiano sono quasi il 30% i giovani wine & food lover che dichiarano espressamente di apprezzare i vini delle Marche (guida la Toscana col 55,26 per cento). Agricoltura e bio.
Agricoltura e biologico seducono i giovani, al punto che oltre il 72% degli intervistati in Italia valuterebbero o sarebbe disposti a fare l’imprenditore agricolo e crearsi una vita in campagna, mentre il 71% del campione è interessato al segmento del vino biologico, con addirittura quasi un terzo degli italiani (30%) che sarebbe disposto a spendere per un vino biologico dal 30% in su rispetto a quello convenzionale.
L’assessore regionale Antonini. “I risultati confermano che la direzione intrapresa dalla Regione Marche, insieme con i consorzi e l’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione, con la volontà di sostenere le cantine, l’enoturismo, promuovere i piccoli borghi e favorire le esperienze sul territorio è corretta – afferma l’assessore all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini -. Anche il biologico, segmento nel quale le Marche sono vere protagoniste a livello nazionale, con un’incidenza delle superfici pari 39,5%, che salgono addirittura al il 46,35% nelle aree di Ascoli e Fermo, possono essere un punto di forza per promuovere i consumi e rafforzare ulteriormente l’export, in particolare verso quei paesi dove l’appeal del bio è più alto”.
Focus Marche. In un approfondimento specificatamente condotto tra i wine & food lover marchigiani, emerge un profondo amore per la propria regione, al punto che i marchigiani giudicano la propria regione come sottovalutata (34,11%), ma anche completa (11,68%), armoniosa (10,28%) e rilassante (7,48 per cento).A livello di attrattiva, per i marchigiani i primi posto sono occupati dalla Riviera del Conero con il Parco del Conero al primo posto (28,23%), seguito dalle colline delle Marche e le sue campagne (18,18%) e dai piccoli borghi (15,79 per cento). Il primo comune per i marchigiani è Ascoli con il 2,87%, molto distanziato dalle attrattive naturali, seguito da Recanati e San Benedetto del Tronto.
Il miglior vino in assoluto delle Marche, per i wine & food lover marchigiani e gli italiani intervistati è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva. Al secondo e terzo posto invece i marchigiani collocano la Lacrima di Morro d’Alba Doc e il Verdicchio di Matelica Riserva Docg. Ma per l’86% del campione i vini più apprezzati sono quelli marchigiani, preferiti ai vini della Sicilia (%), del Veneto e del Trentino-Alto Adige (per cento).
Fra i prodotti tipici, invece, primo posto per le olive ascolane (21,13%), davanti a ciauscolo (15,96%) e vincisgrassi (14,55 per cento).
L’aspetto giudicato più “prezioso” per le Marche dai marchigiani? Il paesaggio naturale (33,64%), lo stile e la qualità della vita (29,44%), che si collocano davanti a cibo e vino (15,42 per cento). (aise) 

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