Pechino, 11 settembre 2014. Sorge a Pechino, a ovest della piazza Tiananmen, il Teatro Nazionale dell’Opera Cinese, detto “Perla sull’acqua “, “(…) Un grande edificio che combina lo stile post-moderno con la cultura tradizionale cinese, uno spazio unico che trascende il tempo e il ritmo, pieno di delicata natura artistica. È una perla luminosa che contiene melodia appassionata (…)”.
Così gli stessi organizzatori del NCPA, National Centre for the Performing Arts di Pechino, Organizzazione Artistica Nazionale senza scopo di lucro inaugurata nel 2007, presentano sul web, con l’innato spirito poetico che anima gli Orientali, il proprio spazio performativo, posto sull’acqua e modernamente costruito in metallo e vetro, con un’enorme copertura ovoidale trasparente. Il teatro è diventato in pochi anni, per il proprio aspetto imponente e l’importanza che riveste in campo artistico e culturale in Cina, pure un’ambita meta turistica.
All’interno della Perla sull’Acqua, il giorno 11 settembre 2014 è andata in scena Norma di Vincenzo Bellini.
Una pagina druidica inserita in un contesto di bellezza quasi cartolinistica la scenografia a firma di Pier’alli, la cui “progettazione attenta ha stupito il pubblico” commenta la critica cinese. Il noto scenografo ha fuso armonicamente sudori occidentali e orientali e la messa in scena è apparsa al pubblico comunque “impressionante” e significativa. Colpiti in particolare, gli spettatori cinesi, dalla quercia druidica che incombeva sulla scena e dallo scudo di bronzo che s’illuminava trasformandosi in luna al suono di Casta Diva e si accendeva di rosso nel finale. Di Pier’allianche la regia, nel rispetto dei canoni tradizionali della messa in scena del capolavoro del Cigno catanese.
L’orchestra del NCPA era diretta dalla bacchetta esperta del Maestro Renato Palumbo, che disponeva di un organico duttile e reattivo; il che gli ha consentito di realizzare dinamiche all’italiana che non hanno potuto che giovare all’andamento musicale dell’Opera belliniana. Cast di livello internazionale, cui gli organizzatori cinesi tenevano particolarmente, secondo lo spirito che anima gli intenti del NCPA.
Nei panni di Norma il soprano Rachele Stanisci, al debutto nel ruolo, che ha riscosso un successo personale, soprattutto nell’aria celeberrima del primo atto, ed è stata accompagnata da applausi convinti per l’intera recita.
Altrettanto convinti gli applausi del pubblico per l’Adalgisa esperiente di Sonia Ganassi, definita “tenera e innocente” e alla quale è stato tributato grande successo quale interprete femminile, in particolare nel celebre duetto con la protagonista.
Roberto Scandiuzzi era un Oroveso come sempre autorevole e scenicamente più che efficace: ha colpito particolarmente gli spettatori, sia con il canto sia con la recitazione, commuovendoli addirittura nella scena finale: “È apparso sulla scena un padre sconvolto che ha avuto il cuore spezzato dalla separazione inaspettata con la figlia” è stato sottolineato dalla critica cinese. Ovviamente, interprete vocalmente irreprensibile, all’altezza della fama mondiale che l’ha accompagnato anche in Oriente.
Completava il cast, nei panni di Pollione, il tenore basco Andeka Gorrotxategi, interprete di ottima tenuta vocale, che ha fatto rivivere la volubilità del romano con canto drammatico e “sapiente”.
Buona la prestazione del coro del NCPA, ovviamente tutto cinese, così come quella del secondo cast, tutto d’interpreti notissimi e apprezzatissimi in Cina, formato da Sun Xiuwei, Warren Mok, Yang Guang e Tian Haojiang, che è andato in scena il 12 settembre.
Ardua impresa per chiunque, mettere in scena Norma. A maggior ragione quando il pubblico non sia preparato a fruire correntemente dell’Arte occidentale. Così gli spettatori più interessati sono stati preparati debitamente con conferenze stampa e incontri preliminari, secondo lo spirito educativo e formativo dell’organizzazione cinese.
La musica ha fatto il resto, accompagnata da un allestimento che non stravolgeva il senso delle situazioni. Forse, come si accennava prima, un po’ “cartolina”?! Ma perché no?… le fiabe e le leggende sono belle se mantenute nella propria natura. Questo tipo di operazione ha permesso al pubblico orientale di entrar più facilmente nello spirito del titolo belliniano.
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