Di Anna & Maria Sciacca
Il mare, un’immensità che guardiamo soltanto in superficie, eppure ci sono molte cose ancora da scoprire, sotto quelle onde ci sono creature meravigliose, ognuna con la sua vita.
Un piccolo calamaro emana una luce nelle profondità; il calamaro diventa invisibile perché la sua luminescenza si confonde con la luce che viene dall’alto. Nella barriera corallina ci sono più di 350 specie di coralli.
I Pseudanthias Tuka sono pesci particolari, nascono femmine ma poi alcuni si trasformano in maschi come tra gli Anthios.
I Sifonori sono animali marini trasparenti con bellissimi colori iridescenti; questi animali sono idrozoi capaci di galleggiare. Altri animali singolari sono i Lamantini o Sirenedi: sono mammiferi marini dalle zampe anteriori trasformate in pinne pettorali, possono immergersi in profondità ma poi devono risalire per respirare; e le bellissime tartarughe marine, tra le varie specie: la tartaruga verde, la tartaruga embricata, la tartaruga Olive’s Ridley, la tartaruga Caretta Caretta.
I DELFINI
I giocosi delfini, mammiferi intelligenti e socievoli, appartengono all’ordine dei Cetacei. Ci sono oltre 40 specie di delfini; si trovano in tutti gli oceani del mondo, vivono in gruppi chiamati branchi che possono variare da alcuni membri a moltissimi individui. I delfini comunicano tra loro attraverso una varietà di suoni, chiamati fischi, clicks, questi suoni vengono utilizzati per dare informazioni come la posizione del cibo, la presenza di predatori e lo stato emotivo dell’individuo. I delfini sono predatori e si nutrono di una varietà di pesci, calamari e altri animali marini; solitamente cacciano in gruppo e collaborano per catturare le prede.
I delfini sono anche noti per la loro intelligenza; sono in grado di imparare nuovi comportamenti e di risolvere problemi complessi, sono animali affascinanti e hanno suscitato l’interesse dell’uomo da secoli. Sono spesso raffigurati nell’arte e nella letteratura, sono stati studiati da biologi e naturalisti. Già nell’antichità si narrava di esseri umani che avevano familiarizzato con i delfini, ma solo di recente si è dato l’avvio a studi e a osservazioni sul loro stile di vita. I delfini respirano aria attraverso un organo detto “sfiatatoio” che si apre alla sommità del capo. Per respirare devono risalire in superficie, poi si immergono e trattengono il fiato anche per quindici minuti. Questa straordinaria capacità permette loro di superare gli 800 metri di profondità. Se un delfino è ferito e non ha le forze per nuotare, due compagni si mettono ai lati e lo sostengono perché possa arrivare alla superficie dell’acqua e respirare. I delfini sono dei nuotatori agili e veloci, fanno dei balzi spettacolari fuori dall’acqua che arrivano a 6-7 metri di altezza, possono seguire le navi anche per moltissime miglia. La loro velocità risiede nella coda, usata come organo di propulsione. Quando dormono restano parzialmente svegli; possono così rimanere in allerta, utilizzando l’ecolocazione o bisonar che consiste nella capacità di orientarsi nei movimenti e di individuare gli ostacoli senza utilizzare la vista o il tatto ma attraverso degli ultrasuoni.
Gli scienziati sono riusciti a provare che ogni delfino alla nascita produce un suono personale e risponde solo a “copie” del proprio fischio, come una sorta di identità. Ogni fischio prodotto dai delfini è unico; alcuni ricercatori hanno scoperto che i delfini hanno un loro vocabolario composto da circa 200 suoni diversi. Ogni esemplare pare essere associato ad un suono caratteristico che lo distingue dagli altri suoi simili.
LE BALENE
Affascinanti, maestose, le balene attraversano gli oceani, i loro richiami arrivano su grandi distanze. La parola balena deriva dal latino Balaena e dal greco Phalaina per indicare un animale grande. I loro antenati erano mammiferi terrestri che si sono poi adattati alla vita acquatica circa cinquanta milioni di anni fa.
Ci sono diverse specie: la balenottera azzurra, la balenottera comune, la balena boreale, la balena della Groelandia, la balena franca, la megattera, la balena grigia, la balenottera di Bryde, il capidoglio. La più piccola balena è la Caperea (Caperea Marginata) di sei metri, la più grande è la balenottera azzurra (Balaenoptera Musculus) di circa trenta metri.
Le balene abitano in zone tropicali ma anche in acque artiche e antartiche, si nutrono di krill, piccolo crostaceo, elemento del plancton che si trova nelle acque fredde. Per nutrirsi, la balena nuota con la bocca aperta, i fanoni filtrano, tengono il cibo facendo uscire l’acqua. Le balene con i fanoni sono più grandi delle balene con i denti, le balene con i fanoni filtrano i piccoli pesci zooplancton e fitoplancton, le balene con i denti si nutrono di pesci e altri animali marini. Ci sono balene dentate come l’orca comune e il capidoglio ma non sono vere balene.
Le balene non dormono molto, quindi soltanto un emisfero riposa, il sonno dura circa otto ore. Questo modo di dormire è chiamato USWS (Unihemisperic Slow Wave Sleep) così le balene mantengono onde lente in uno dei due emisferi. Quando dormono, le balene hanno la coda e la testa in acqua, tengono la schiena in superficie, emergono pian, piano per respirare dopo uno sbuffo sprofondano in quel silenzio lentamente.
I cetacei si distinguono in Odontoceti dotati di denti e Misticeti dotati di fanoni. I Cetacei hanno una pinna caudale disposta in orizzontale, sopra la testa hanno uno sfiatatoio da cui si vede lo sbuffo, una nuvoletta bianca, ogni specie ha una forma particolare di sbuffo, nella balena azzurra e nella balenottera comune, lo sbuffo è unico e sale fino a quindici metri, lo sbuffo della balena franca è doppio, quello del capidoglio è unico e inclinato. I sfiatatoi hanno un’anatomia complicata.
I Cetacei hanno un orecchio medio e un orecchio interno, i pesci hanno un orecchio interno, l’orecchio esterno dei cetacei si trova nella pelle e permette di localizzare il rumore.
Le pinne fanno da superficie di raffreddamento mantenendo il freddo anche in acqua molto calda, le balene prendono l’aria attraverso un organo che si trova dietro la testa.
Le balene odontoceti comunicano con fischi e suoni, chiamati clicks e hanno diversi toni, l’ecolocalizzazione permette di individuare la posizione degli oggetti.
Le balene misticeti comunicano con salti, con le pinne e con suoni formati da note complesse e ripetitive che nell’acqua arrivano ad altre balene. I suoni sono composti da diversi temi, frasi che ripetono nel messaggio chiamato “canto”, questi canti si evolvono nel tempo e possono essere adottati da altre balene, in questo caso il canto ha avuto successo. I canti possono durare trenta minuti e vengono utilizzati durante le migrazioni, per comunicare con i piccoli, per il corteggiamento, durante la caccia.
Le balene partoriscono un piccolo di 5-7 metri, la gravidanza dura 10-12 mesi, i cuccioli vengono allevati con il latte per un anno. In un intimo silenzio e con tenerezza, la balena sul fianco tiene tra le pinne il suo piccolo che prende il latte. La maturità riproduttiva è a sette – dieci anni, durante il parto, il piccolo nasce facendo uscire la coda, le balene partoriscono in acque basse.
I neonati sembrano morbidi e non sono ancora capaci di nuotare, muovono la coda ma non stanno ancora a galla. Un libro che parlava di balene così raccontava: “Una balena prendeva il piccolo con una delle pinne, lo sollevava sotto il ventre o sotto la testa e lo portava con sé. Il balenotto rotola come un barile, e molto sovente finisce sul fianco o con la pancia all’aria, ma la madre lo riafferra sempre con destrezza e gli tiene il muso fori dall’acqua”.
I canti variano molto da balena a balena, quelle dello stesso oceano cantano canzoni molto simili o uguali, questi canti sembrano richiami che sembrano riportare a sensazioni ancestrali, sono suoni antichi di una vita di un tempo molto, molto lontano.
Nel mare Ligure e Mediterraneo si possono avvistare delfini e balene, è molto importante difendere questi animali ed evitare gli spiaggiamenti, è necessario individuare imbarcazioni illegali, inquinamento dell’ambiente, il traffico marittimo, proibire la caccia e il commercio delle balene.
Nel 1985 viene fondato il Centro Studi Cetacei della Società Italiana della Scienza e Naturali e l’Istituto Tethys a Milano per conoscere i cetacei e meglio proteggerli.
Le organizzazioni che si occupano di salvare le balene sono The International Whaling Commission che nasce a Washington nel 1946 e Greenpeace ma tutti possiamo dare un contributo dalle più piccole iniziative come non comprare oggetti e cosmetici derivati da cetacei, non inquinare il loro ambiente. E’ meraviglioso soltanto immaginare di essere vicini ad una balena, sentire una presenza così grande, misteriosa e impenetrabile, rispettiamoli in quanto essere viventi unici.