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Mostra a Torino: 250 Anni di Scienza dei Terremoti in Italia

Sismografo-Galli Iniziativa organizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
Luogo: Ex-Manifattura Tabacchi – Torino
Periodo: 6 maggio – 29 giugno 2014
Spazio espositivo: circa 500 m2Orari
da lunedì a venerdì dalle ore 14 alle ore 19
sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 20
per scuole, estate ragazzi e gruppi (solo su prenotazione):
da lunedì a venerdi dalle ore 9 alle ore 16.BigliettiINTERO 5€ (da 18 a 65 anni)
RIDOTTO 3.50€ (studenti universitari fino a 26 anni, over 65, gruppi min. 15 persone)
GIOVANI E SCUOLE 3€ (da 6 a 18 anni, gruppi scolastici, estate ragazzi)
SPECIALE FAMIGLIA 14€ (2 adulti con 2 o più figli)
GRATUITO (bambini fino a 5 anni, disabili e accompagnatore)
Materiali esposti
70 di geofisica (con masse da pochi kg fino a 1.000 kg) e alcune decine di documenti storici originali.Eventi correlati
1) Inaugurazione presso la sede della mostra
2) Ciclo di conferenze sui temi della mostra rivolte sia agli studenti sia alla cittadinanza, a cura degli enti promotori.
3) Visite guidate alla mostra per le scuole e laboratori di didattica della geofisica.Patrocinio: Comune di Torino

Città di Torino 6a Circoscrizione

Torino Smart City

Studiare la storia della sismologia italiana attraverso strumenti e documenti storici originali, spiegare il magnetismo terrestre e le sue interazioni con il Sole attraverso exhibit interattivi, entrare nel cuore del Pianeta con filmati visibili da una postazione 3D. Sono i percorsi della mostra organizzata dall’Ingv e CentroScienza di Torino, che sarà inaugurata martedì 6 maggio a Torino, presso la ex Manifattura  Tabacchi, in occasione della Conferenza stampa di presentazione delle Settimane della scienza 2014

‘Osservati, osservanti, osservatori: 250 anni di scienza dei terremoti in Italia’, è la mostra che martedì 6 maggio alle 11.00 sarà inaugurata a Torino, presso la Ex-Manifattura Tabacchi, Corso Regio Parco 134, durante la conferenza stampa di presentazione delle “Settimane della Scienza 2014”. La retrospettiva, realizzata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e dal CentroScienza Onlus di Torino, in collaborazione con il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra-Cma), Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e numerosi enti di ricerca pubblici e privati, sarà visitabile fino al prossimo 29 giugno. La manifestazione è realizzata con il sostegno delle Compagnia di San Paolo e il contributo della Regione Piemonte. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle manifestazioni dell’Anno Mercalliano, in ricordo della figura di Giuseppe Mercalli, scienziato conosciuto in tutto il mondo per aver legato il suo nome alla ‘scala’ d’intensità con cui è possibile classificare gli effetti dei terremoti, a cento anni dalla sua scomparsa.

“L’Italia vanta una delle più antiche tradizioni al mondo nei settori dell’osservazione scientifica dei terremoti”, spiega il dirigente di ricerca dell’Ingv e curatore scientifico della mostra, Graziano Ferrari. “I primi concreti tentativi di registrazione in Italia, prima con semplici sismoscopi, poi con strumenti sempre più sofisticati, risalgono già agli anni Trenta del XVIII secolo. E per diversi motivi, il Piemonte è da annoverare tra i luoghi più importanti di questa storia scientifica: la misura dei terremoti ha radici a Moncalieri, dove nel 1858 padre Francesco Denza fondò una rete per la raccolta di dati meteo che contribuì anche alla prima rete italiana di osservazione sismologica strumentale; la famosa Scala Mercalli nacque dai rilievi di Torquato Taramelli e Giuseppe Mercalli sul territorio ligure e piemontese, colpiti dal sisma del 23 febbraio del 1887”.

“È stata proprio l’intensa attività di progettazione e realizzazione di strumenti di registrazione sismica a dare vita in quegli anni a una densa rete di osservazione meteorologico-sismica”, afferma il Presidente dell’Ingv, Stefano Gresta. “Negli ultimi 25 anni i progetti TROMOS e SISMOS del nostro istituto hanno condotto un censimento e una sistematica operazione di recupero e valorizzazione scientifica e culturale di osservatori, strumenti e documentazione di questa intensa e unica tradizione scientifica, il cui studio consente una ricostruzione documentata dell’originale percorso disciplinare della sismologia in Italia”. L’esposizione propone 70 strumenti restaurati dall’Ingv, documenti e oggetti storici, che proiettano il visitatore verso le ricerche più interessanti realizzate in 250 anni di storia della sismologia italiana. Con il percorso “Esplorando la Terra”, curata da Giuliana D’Addezio ricercatrice delI’Ingv, inoltre, sarà possibile entrare nel cuore del Pianeta attraverso filmati 3D, studiare il magnetismo e il moto delle placche con exhibit interattivi, seguire il monitoraggio dei fenomeni sismici e vulcanici e, infine, dall’installazione di una moderna stazione sismica, osservare le onde originate dai terremoti prodotti artificialmente dai visitatori.

“La mostra sarà occasione per una grande opera di sensibilizzazione sui temi del rischio sismico e delle strategie per una società più sicura, oltre che opportunità per il recupero di numerosi importanti beni culturali scientifici”, chiosa Ferrari.

All’inaugurazione della mostra, che ha ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, interverranno, tra gli altri, il Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta e il Rettore dell’Università degli studi di Torino, Gianmaria Ajani.

Allestimento:

L’allestimento prevede un percorso cronologico che presenterà l’evoluzione della sismologia strumentale italiana degli ultimi ducentocinquant’anni. Il percorso evidenzia in particolare l’evoluzione dall’osservazione individuale a quella organizzata, prima in forma privata, poi in ambito istituzionale. Il percorso della mostra terminerà ai giorni nostri con strumentazione attuale, con anche una riproduzione dimostrativa di sala sismica.

Gli strumenti sono descritti da animazioni multimediali opportunamente predisposte con il linguaggio più essenziale e chiaro possibile, nel rispetto della correttezza dei contenuti.

La mostra tocca anche i temi della misura dei terremoti e della sismictà del nostro territorio, in chiave storica, con l’evoluzione delle scale di intensità macrosismica (Mercalli) e della cartografia della sismicità italiana negli ultimi due secoli. Questo a cento anni esatti dalla morte di Giuseppe Mercalli e a centodieci dalla morte di Adolfo Càncani, due scienziati italiani che più di altri hanno contribuito a questi ultimi settori di studio.

Esperienze recenti di eventi distruttivi hanno riportato alla memoria collettiva i grandi terremoti del passato, primo fra tutti quello di Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908. Molti tra noi hanno memoria di quello del Belice nel 1968, del Friuli nel 1976, dell’Irpinia del 1980 e infine del doloroso sisma dell’Aquila dell’aprile 2009.
Importante dal punto di vista scientifico e di storia della sismologia, fu il terremoto che colpì duramente la Liguria occidentale e il Piemonte meridionale il 23 febbraio 1887. Gli effetti furono documentati da Torquato Taramelli e Giuseppe Mercalli in uno studio che propose la prima versione della nota scala Mercalli.
In Italia già dall’inizio del Settecento, iniziarono i primi tentativi di rilevazione dei terremoti. L’intensa attività di progettazione di strumenti e di registrazione di fenomeni meteorologici e sismologici ha sviluppato una fitta rete di osservatori meteorologico-sismici pubblici e privati, alcuni gestiti da ordini religiosi.
In Piemonte. il padre barnabita di Moncalieri Francesco Denza, con la sua rete meteorologica delle Alpi e degli Appennini, fu decisivo per lo sviluppo dell’osservazione sismologica nell’Italia settentrionale. Dalla collaborazione fra Denza e Michele Stefano de Rossi nacque la prima rete sismologica italiana.
Settanta strumenti di sismologia e documenti storici originali narrano la storia di questa appassionante avventura scientifica e dei suoi protagonisti. Una storia che l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ricostruisce attraverso i suoi pluriennali progetti Tromos e Sismos.
Alcuni degli strumenti ottocenteschi in mostra tornano a Torino 130 anni dopo l’Esposizione Generale Italiana del 1884, nella quale furono presentati per la prima volta a un pubblico non specialistico. L’Esposizione fu infatti l’occasione per presentare alcune centinaia di strumenti, studi, progetti della sismologia e meteorologia dell’Italia
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