L’articolo scritto da Valeria Nardulli
Venerdì 7 febbraio 2020 si è svolta, nella raffinata cornice di Palazzo Pesce a Mola Di Bari, la presentazione dell’atteso volume di Valeria Nardulli, Luce e colori nella pittura di Don Pedro, pubblicato da Idea Press Usa, con la partecipazione del prof. Dionisio Simone, di Antonella Berlen e di Vitangelo Magnifico, che ha letto una poesia in dialetto molese su Don Pedro, tratta dal libro Calaggèine di Antonio Abatangelo.
«Ho seguito con molto interesse – ha detto il Prof. Dionisio Simone nel suo intervento – le varie fasi della ideazione e della elaborazione di questo libro e del precedente, dedicato all’illustrazione del Giardino di Don Pedro, due opere che si integrano e ci offrono un’immagine completa – a tutto tondo – della produzione architettonica e pittorica del Maestro».
C’è indubbiamente un legame, un fil rouge, che unisce i due momenti dell’attività artistica di Don Pedro:
– la condanna della violenza e della guerra, l’anelito alla pace universale, alla
concordia, alla fratellanza, alla solidarietà tra i popoli e l’aspirazione ad un
ecumenismo religioso e civile.
– nella simbologia del Murale del Giardino di pietra (con elementi che vanno dall’antichità egiziana, greca, romana, ai maya, agli aztechi sino ai nostri giorni) e
– nelle numerose Deposizioni dalla Croce, riportate in “Luce e colori” e ispirate
alla guerra degli anni ‘90 nell’ex Jugoslavia e alle sue atrocità, che avevano
profondamente colpito Don Pedro, come uomo e come artista.
La guerra, che portò alla dissoluzione dello Stato federale jugoslavo, fu la conseguenza degli odi mai sopiti, delle rivalità e delle rivendicazioni che da sempre dividevano le etnie slave (croati, sloveni, serbi, montenegrini, macedoni, bosnìaci) che il Maresciallo Tito aveva saputo tenere a freno per quarant’anni; rivalità che si manifestarono in tutta la loro violenza, dopo la sua morte, negli anni Novanta, anche per saldare molti conti rimasti in sospeso, soprattutto con i musulmani.
Basti pensare al massacro di Srebrenica, un vero genocidio (1995), in cui furono trucidati circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci musulmani. Ciò che colpisce della strage, che suscitò orrore in tutto il mondo, oltre alla crudeltà ed alla sistematicità con cui fu commessa, è che i caschi blu olandesi dell’ONU, presenti nel territorio, nulla fecero per prevenire lo sterminio.
Sin dagli anni dell’Università (Facoltà di Lettere con indirizzo Storico-artistico) Valeria Nardulli, affascinata dalla multiforme personalità di Don Pedro, al secolo Pietro Di Giorgio, ha avuto frequenti incontri e scambi culturali con il Maestro che la scelse per la presentazione delle sue opere nella mostra personale a Palazzo Roberti nell’anno 2000. Tutto questo le ha permesso di giungere ad una conoscenza davvero approfondita dell’uomo e dell’artista.
I numerosi dipinti riprodotti in questo testo sono raggruppati e studiati tenendo conto dei soggetti (lavori a china, acqueforti, nature morte, paesaggi, volti e figure di donne, temi mistico-religiosi), dell’evoluzione della tecnica del Maestro nel tempo e del passaggio, nei sui dipinti, dai colori tenui (chiarismo), a quelli cupi, infine a quelli brillanti, seguendo l’insegnamento di Kandinskij.
Come il libro precedente sul “Giardino”, anche questa è un’opera che mancava, esattamente dal 2004, quando fu pubblicato il catalogo Il colore di Don Pedro, di Francesco Tateo e Livia Semerari, che affrontava per la prima volta le tematiche principali della produzione pittorica di Don Pedro.
Nel corso della presentazione, Valeria Nardulli, seguita con grandissimo interesse e attenzione dal numeroso pubblico presente, ha approfondito tutti i temi che caratterizzano i dipinti di Don Pedro – in cui si ritrovano elementi comuni ad altri artisti del Novecento, in particolare Onofrio Martinelli e Candido Portinari – rispondendo con grande competenza ai quesiti che le ha rivolto il prof. Simone
1. sulle “nature morte”, uno dei temi più ricorrenti nella produzione pittorica di Don Pedro;
2. sui colori, che, insieme con la luce, danno forma e risalto ai soggetti dei dipinti e ai paesaggi;
3. sui movimenti artistici e sui pittori del Novecento a cui Don Pedro fa riferimento nella sua opera;
4. sui volti e sulle figure femminili (modelle e ballerine), nei cui confronti il Maestro mostra una particolare attenzione;
5. sui motivi mistico-religiosi (in particolare sulle Deposizioni) che hanno ampio spazio nell’ultima produzione dell’Artista, strettamente legati al dramma della guerra (nella Bosnia) e alle sue atrocità ;
6. sul ritorno alla speranza, dopo le violenze e gli orrori.
«Sono fermamente convinto – ha concluso il prof. Simone – che con questo libro Valeria Nardulli riuscirà nel suo intento di
– valorizzare l’opera di un grande artista che i giovani devono conoscere, coinvolgendo le scuole e le associazioni culturali;
– avvicinare all’arte di Don Pedro anche i non specialisti, grazie al tono divulgativo del volume e ad un lessico che è sì rigoroso e preciso, come richiede la materia trattata, ma che non eccede nell’uso di tecnicismi, fatta eccezione per quelli strettamente necessari».
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