Sono trascorse più di due settimane dall’uccisione di Martina, l’innocente quattordicenne di Afragola, barbaramente trucidata del suo ex, e ancora mi tormenta l’angoscia che mi ha devastato il cuore! L’omicida, pure lui giovanissimo, invece di scegliere per riconquistarla le vie dell’Amore vero ha scelto una pietra e l’ha usata per colpire selvaggiamente l’indifesa ragazzina. Poi ne ha occultato il corpo, si è recato in pizzeria con gli amici e in seguito, come se nulla fosse accaduto, ha partecipato alla ricerca della ragazza che aveva ucciso poche ore prima. Io sono nato nel 1940 e stento a credere che questa orripilante tragedia sia davvero potuta accadere nella mia amata terra. Afragola affiora dai miei ricordi ammantata di luce, profumata dagli odori delle sue campagne e da fiori appena sbocciati che oscillano accarezzati da un venticello gentile di un luminoso giugno che accompagna la processione del nostro amatissimo Sant’Antonio tutto rivestito dai vari mantelli con le offerte dei suoi devoti. Sento ancora le voci gioiose dei miei compagni d’allora. Rivedo le vie e le case popolate da gente perbene e laboriosa. Ci volevamo tutti bene. No, questo orrore non può essere accaduto nella mia Afragola! Il maleficio del possesso ha trasformato il cuore di un ragazzo in un assassino. “Amore” non ha nulla da spartire col possesso, “Amore” è donare, non possedere! E’ far felice la persona amata, proteggerla e tenerla per mano. Ancora non riesco a credere che in quel luogo dove sono nati i miei sogni di ragazzino che si affacciava alla vita, una nuvola nera abbia potuto vestire a lutto l’azzurro di un cielo immacolato! Oh, mia Afragola, tessera del grande mosaico della Campania Felix di una volta, prega per la piccola Martina e i suoi sconsolati genitori e, tutti insieme, preghiamo anche per il giovanissimo assassino e per tutti coloro che continuano a brancolare nel buio mentre l’Amore è vera Luce che illumina di Paradiso!
L’omicidio di Martina Carbonaro. Non è la mia Afragola!
