Con una legge del 20 luglio 2000 l’Italia ha istituito la celebrazione del Giorno della Memoria il 27 gennaio, data della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa nel 1945. Così si è inteso ricordare le vittime della Shoah, delle leggi razziali e tutti coloro che sono andati incontro alla deportazione, alla prigionia e alla morte per motivi politici, ma anche gli sforzi di quelli che si sono opposti al progetto di sterminio e hanno salvato altre vite aiutando e proteggendo i perseguitati.
In questa occasione vengono organizzati ogni anno incontri e momenti di narrazione e di riflessione su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati nei campi nazisti, per conservarne la memoria e affinché simili eventi non possano mai più accadere. La stessa Assemblea generale delle Nazioni Unite ha confermato, con la risoluzione 60/7 del 1 novembre 2005, l’importanza di questa ricorrenza in cui si ricordano le vittime dell’Olocausto.
L’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco propone quest’anno due iniziative.
Dal 27 gennaio al 6 febbraio 2022, grazie alla collaborazione con New Age Productions, saranno disponibili on line la proiezione cinematografica del film “Il Giudice dei Giusti” e un concerto che è un viaggio nella cultura musicale Klezmer e nella canzone Yiddish. Si tratta di un genere che vanta quattro secoli di storia e che, con un percorso tormentato che dall’Europa orientale l’ha portato a raggiungere gli Stati Uniti, ha dato il suo contributo alla musica jazz tramite figure del calibro di George Gershwin, Benny Goodman, Mickey Katz e John Zorn.
Assieme a Gabriele Coen, uno dei maggiori esponenti della musica Klezmer in Italia, si esibiscono il pianista Pietro Lussu e la cantante Barbara Eramo, ospite in tre brani del concerto.
Gabriele Coen, sassofonista, clarinettista, compositore, si dedica da anni all’incontro tra jazz e musica etnica, in particolare mediterranea e est-europea. Fondatore dei KlezRoym, la più nota formazione italiana dedita alla riattualizzazione del patrimonio musicale ebraico, con cui ha inciso cinque dischi. Dal 1996 al 2004 ha collaborato assiduamente con I Solisti di Roma. Come compositore e interprete ha realizzato insieme ai Klezroym le musiche per il film di Emanuele Crialese Once We Were Strangers e A gennaio di Luca Calvanelli; insieme a Mario Rivera quelle per Notturno Bus, di Davide Marengo, con Giovanna Mezzogiorno, Valerio Mastandrea e Ennio Fantastichini. Nel 2010 ha realizzato la colonna sonora per Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, di Isotta Toso. Nel 2011 si è piazzato al settimo posto tra i migliori sassofonisti italiani nella classifica stilata da Jazzit. A gennaio 2013 è uscito il suo Yiddish Melodies in Jazz. Tra le svariate collaborazioni artistiche sviluppate negli anni vale la pena sottolineare quelle con Circo Diatonico, Piccola Banda Ikona di Stefano Saletti, Camera Ensemble con Giovanni Palombo, Elisabetta Antonini trio con Alessandro Gwis.
Pietro Lussu, romano, ha iniziato da bambino lo studio del pianoforte classico. Con il quartetto di Rosario Giuliani ha vinto il primo premio per il migliore gruppo nel prestigioso Europe Jazz Contest a Bruxelles, punto di partenza per una intensa attività concertistica a livello internazionale.
La sua eleganza e sensibilità gli hanno aperto la strada a numerose collaborazioni in ambito discografico, con più di 50 registrazioni al suo attivo. Nel 2019 ha fondato l’etichetta Gibigiana Records con Alice Ricciardi, il loro esordio è Catch a Falling Star. Nel 2018 ha partecipato con Gabriele Coen al progetto Jewish Jazz! La musica ebraica incontra il jazz, quattro incontri di guida all’ascolto con esempi musicali dal vivo presso l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Barbara Eramo è nata a Taranto ma vive a Roma. Interprete duttile e sorprendente, che riecheggia le voci della grande musica internazionale (Bjork, Tori Amos, Nick Drake) senza tradire le proprie origini italiane, ha collaborato con diverse personalità della musica italiana, primo fra tutti il premio Oscar® Nicola Piovani.
Vincitore nel 2003 del premio “Ilaria Alpi”, il documentario televisivo “Il Giudice dei Giusti” è scritto da Gabriele Nissim insieme a Emanuela Audisio e diretto da Enrico Marchese.
Il film, che sarà presentato in italiano con sottotitoli in inglese, è tratto dal libro di Gabriele Nissim “Il Tribunale del bene” (Mondadori 2003). Questo volume ricostruisce la vicenda umana di Moshe Bejski che per molti anni ha svolto la funzione di presidente della commissione israeliana incaricata di salvare la memoria di coloro che aiutarono e salvarono gli ebrei durante la Shoah, chiamati “Giusti tra le nazioni”. È per questo motivo che tale commissione è impropriamente chiamata “tribunale del bene”.
Di origine polacca, Bejski è uno degli ebrei salvati dal celebre Oskar Schindler. Dopo essere emigrato in Israele alla fine della Seconda guerra mondiale, Bejski decide di impegnarsi nella “caccia” ai Giusti e in vari anni di attività come membro della commissione analizza migliaia di casi, contribuendo allo sviluppo di quel giardino che la città di Gerusalemme ha dedicato alla memoria dei Giusti.
Il film presenta i casi più interessanti trattati da Bejski come presidente del Tribunale del bene e permette allo spettatore di rivivere la drammaticità delle vicende dell’epoca attraverso l’immedesimazione con le varie figure positive di cui si narra. Niente viene censurato, in quanto per comprendere la grandezza dei Giusti occorre collocarli all’interno del contesto di malvagità in cui essi si muovono. Allo stesso tempo tale approccio permette però di comprendere che agli esseri umani è sempre possibile non abdicare alla propria responsabilità, anche nei frangenti apparentemente più negativi.
Gabriele Nissim, giornalista e scrittore italiano, è il fondatore e portavoce di Gariwo (Il Giardino dei Giusti mondiale) che si trova sulla collina di Monte Stella a Milano, gestito dal 2008 dall’Associazione del Giardino dei Giusti in collaborazione con il Comune di Milano e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane.
Emanuela Audisio, giornalista e documentarista, ha vissuto per un lungo periodo all’estero. Laureata in Scienze Politiche, scrive sul quotidiano “la Repubblica”, dove si occupa in prevalenza di sport. È l’unica donna ad aver vinto il Premio Gianni Brera. (aise)