Le punture effettuate per le somministrazioni dei vaccini sono davvero utili. Lo ha dimostrato recentemente quanto è accaduto con la pandemia della Covid-19, ma lo attestano anche le campagne vaccinali per malattie quali il morbillo, la rosolia, la difterite. Approfondisce l’argomento Giovanni Maga, direttore del Dipartimento di scienze biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche
Uno dei temi che maggiormente ha suscitato e ancora suscita l’interesse dell’opinione pubblica è certamente quello dei vaccini. Soprattutto in questi ultimi anni, caratterizzati dalla pandemia della Covid-19, accanto ai legittimi dubbi e alla giusta richiesta di informazione da parte del pubblico, sui vaccini sono circolate molte fake news, si sono costruite teorie del complotto, si è spesso strumentalizzato l’argomento anche a fini ideologici e politici. Questo ha ovviamente contribuito ad aumentare timori e incertezze nell’opinione pubblica. Eppure i vaccini rappresentano una delle conquiste più significative nel campo della salute pubblica. Basterebbe confrontare l’incidenza delle malattie infettive in epoca pre-vaccinale e negli anni successivi all’introduzione delle vaccinazioni: malattie come la difterite, il morbillo, la parotite, la rosolia, solo per citarne alcune, sono ormai quasi scomparse dalle nazioni che hanno introdotto le vaccinazioni di massa. Grazie ai vaccini abbiamo eradicato il virus del vaiolo e siamo ormai a un passo dall’eradicazione di un altro virus pericolosissimo: quello della poliomielite. Ogni anno la vaccinazione antiinfluenzale ci protegge dalle conseguenze più pericolose dell’infezione e quella contro il papilloma virus è capace di prevenire l’insorgenza dei tumori causati da questo virus.
La messa a punto in tempi rapidissimi dei vaccini anti-Covid basati sulla tecnologia a mRNA ha costituito un altro trionfo della scienza. Un recentissimo rapporto (aprile 2023) dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) stima in oltre 1 milione il numero di vite salvate dalla vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2 solo in Europa dalla fine del 2020 a oggi.
Nuovi vaccini si aggiungono continuamente al nostro arsenale: da quello contro la malaria, annunciato nel 2022, ai vaccini contro i virus della febbre gialla, Dengue e Chikungunya, trasmessi dalle zanzare. Ma l’utilità dei vaccini non si limita alle malattie infettive. Grazie alla flessibilità delle piattaforme basate su mRNA, oggi è concreta la possibilità di sviluppare vaccini contro diversi (forse tutti) tipi di tumore.
Ma cosa è un vaccino? Si tratta fondamentalmente di uno strumento in grado di addestrare il nostro sistema immunitario a riconoscere un agente patogeno (o una cellula tumorale) senza provocare malattia. In realtà, i vaccini non dovrebbero essere considerati dei “farmaci”, in quanto non introducono nell’organismo molecole chimiche sintetizzate dall’uomo, come fanno i preparati farmaceutici classici, dall’aspirina agli antidepressivi. I vaccini invece presentano al sistema immunitario le stesse proteine che naturalmente sono presenti negli agenti patogeni o nelle cellule tumorali. In questo modo, le nostre difese imparano a riconoscere queste proteine, producendo anticorpi e cellule citotossiche che, una volta che l’organismo entrerà in contatto con il virus o vedrà lo sviluppo di un tumore, rapidamente potrà essere in grado di aggredire e neutralizzare il nemico. Il vantaggio è duplice: la vaccinazione non causa malattia e accelera grandemente la velocità di reazione del sistema immunitario.
Proprio per la loro importanza nel prevenire epidemie, i vaccini rappresentano uno strumento di protezione della popolazione. Vaccinarsi non è solo un atto di autodifesa, ma deve essere considerato un gesto di solidarietà sociale: chi si vaccina protegge le persone più deboli e fragili che, magari per ragioni mediche, non possono vaccinarsi.
Il modo migliore per superare l’esitazione di una parte dell’opinione pubblica nei confronti dei vaccini è quello di fornire le giuste informazioni. Per questo la raccomandazione è di accedere a fonti certificate e attendibili, come i siti dedicati dell’Istituto superiore di sanità, del Ministero della salute, dell’Oms, del Centro europeo di controllo malattie, tutti raggiungibili con un semplice click.