Andavi di corsa, stamattina, era tardi e dovevi correre al lavoro… eppure mi hai baciato e poi, sulle scale, ti sei fermata un istante e mi hai sorriso, quel sorriso dolce che ancora riesce a intenerirmi. E dire che sono quasi trentasei anni da quel 23 maggio dell’81 quando ci incontrammo. Il tuo matrimonio da pochi mesi era finito e, guarda caso, anche il mio si era concluso quasi nello stesso periodo. Il caso ci fece incontrare lontani da casa. La magia di quei momenti è ancora viva nei nostri cuori! Ci scambiammo qualche frase di circostanza e poi venne fuori il tuo dolore e la tua determinazione a continuare la tua vita da sola. Io no, ti dissi: io spero ancora di trovare la compagna della mia vita! A pranzo, fra centinaia di convitati, ci ritrovammo seduti uno accanto all’altra e – te lo ricordi ancora – ti mettevo nel piatto le ciliegie più belle. Da allora non ho mai smesso di avere per te gesti di amore e di tenerezza. La nostra vita non è stata facile, specialmente per i primi nove anni. Io a Napoli, tu a Catania. Ci vedevamo per qualche giorno ogni due settimane, eppure abbiamo ricordi bellissimi di quel periodo. Non abbiamo mai smesso di sperare che un giorno saremmo potuti stare sempre assieme, senza prendere treni, affrontare viaggi, spesso disagevoli per gli scioperi, i ritardi, le intemperie, i treni superaffollati.
Ti amo perché penso che avevi appena diciotto mesi quando perdesti tua madre e a quanto hai sofferto. Ti amo perché in questi trentasei anni non ho mai sentito da te una sola parola, una soltanto, di astio o di recriminazione nei confronti di chi ti ha fatto del male. Ti amo per il modo ironico che riesci a sfoderare in certi momenti di tensione, facendo così crollare i muri che potrebbero creare disarmonie. Ti amo per il bene che vuoi ai miei fratelli, ai miei due figli e alla loro madre, affetto peraltro da loro ricambiato. Ti amo per l’amore e l’ammirazione che senti per la mia Napoli apprezzando le cose che la rendono unica. Ti amo perché riesci sempre a comprendere le mie “cadute”, sempre pronta ad aiutarmi per farmi rialzare e per farmi migliorare. Ti amo quando uscendo o rientrando a casa ti accarezzi la piantina di garofanini che germogliano in continuazione e mi sorridi quando ti dico che si riproducono numerosi proprio grazie alle tue carezze. Ti amo perché a te come a me piace camminare sempre mano nella mano. Ti amo quando mi dici che la mia mano ti dà le stesse sensazioni che ti dava la mano di tuo padre quando bambina passeggiavi con lui, e senti nella mia la medesima sicurezza che ti dava papà Giuseppe. Ti amo per la gioia infantile che provi a fare con me le piccole cose come sorridere alla luna piena e mangiare i panini preparati da me seduti su una panchina. Ti amo per la dolcezza del bacio che ci scambiamo appena svegli e per la tenerezza della “buonanotte” che ci sussurriamo prima di addormentarci. Ti amo perché al primo bacio del mattino sappiamo chiedere reciprocamente “scusa” se la sera prima c’è stata qualche incomprensione. Ti amo per l’emozione che ancora mi regalano i tuoi sguardi, specialmente quando li accompagni con quel pizzico di “spiritosa malizia”! Ti amo perché hai saputo far nascere nel mio cuore i versi più sinceri e spontanei da dedicare al nostro amore. Per tutte queste cose ti amo, e per tutte le altre che sento ma che non so esprimere a parole io, vecchio scugnizzo che ha imparato a vivere nei vicoli e nelle strade di Napoli e di Afragola. Ti amo, e non mi stancherò mai di ripeterti che sei il dono più bello che ho avuto dal Signore… e poiché penso che l’amore abbia il potere di generare amore, assieme a te, con tutta la gioia che abbiamo nei nostri cuori, voglio dedicare questa nostra meravigliosa favola, con un mondo di auguri di ogni bene, a tutte le coppie dell’universo.
Raffaele