Articolo di Salvatore Margarone
Si celebra quest’anno il 125° anniversario della morte di uno dei più amati compositori francesi dell’ottocento. Autore di musiche indimenticabili che fanno ancora oggi parte non solo dei cartelloni teatrali, ma anche da sottofondo musicale di pellicole cinematografiche e spot pubblicitari.
Autore piacevole e di successo di opere e balletti, Léo Delibes, formatosi al Conservatorio di Parigi con il suo maestro Charles Adam e con Le Couppey, Benoist Bazin, anche se manca l’ispirazione geniale di Bizet e Gounod, occupa una posizione privilegiata nel repertorio lirico francese. Divenne noto come compositore di operette, la prima delle quali fu “Deux sous le charbon”, un successo in anteprima nel 1856, seguita da titoli come “Six demoiselles а marier” (1856), “L’omelette à la Follembuche” (1859) e “Mon ami Pierrot” (1862), in cui il musicista vantava inventiva e un inusuale abbandono.
Nel 1853 fu nominato maestro al clavicembalo del Théâtre Lyrique mentre contemporaneamente ricopriva la carica di organista presso la chiesa di Saint Pierre de Chaillot. In seguito fu secondo maestro del coro dell’Opéra (1863-1872) e organista della chiesa di St. Jean e St. François (1862-1871). Nel 1881 fu nominato professore di composizione al Conservatorio di Parigi, e nel 1884 entrò a far parte dell’Accademia di Francia.
Tra le sue numerose opere scritte per il Théâtre Lyrique, le Folies-Nouvelles, Bouffes-Parisiens, il Variétés, l’Opéra e l’Opéra Comique, la sua celebrità va annoverata al brillante balletto Coppélia, andato in scena per la prima volta al Teatro dell’Opera il 25 maggio 1870 ed è tutt’oggi oggetto di frequenti rappresentazioni.
La storia ha un background filosofico che si riassume nella lotta tra i vivi e i non vivi, tra il bello e il sinistro, con la vittoria finale del reale (Swanilda) sull’ irreale (Coppélia).
Qui la musica di Delibes nasce per il ballo: colorato, spiritoso, spirituale e intenso. Inserendo l’azione in Europa centrale, gli scrittori hanno dato al musicista la possibilità di affrontare temi esotici, soprattutto slavi e ungheresi. Brani come il Valzer brillante e Mazurka hanno raggiunto una meritata celebrità come pezzi da concerto.
Dopo la sua consacrazione con il balletto “Coppélia”, che rimane ancora oggi uno dei balletti di repertorio più popolari; lo stesso successo si riconferma nel 1876, con il balletto “Sylvia ou la Nimphe de Diane”, ma è da notare che il suo primo approccio nel genere fu “La source” del 1866.
Lakmé, opera in tre atti su libretto di Edmond Gondinet e Philippe Gille, ha debuttato all’Opéra Comique di Parigi il 14 aprile 1883; è l’unica opera di Leo Delibes ancora ricordata ed eseguita. L’azione si svolge nelle Indie britanniche, dove Gerald, un giovane ufficiale, deve sposare la signorina Ellen. Fatalità volle che un giorno incontra la bella e affascinante Lakmé, figlia di un bramino, e che si innamori di lei. Ma il padre di Lakmé, Nilakantha, è un prete fanatico che scopre ben presto come Gerald ha osato profanare il giardino ove dimora sua figlia Lakmé, è ne giura vendetta.
Nilakantha ordina a Lakmé di seguirlo per la città e, travestito da monaco mendicante, costringe la figlia a cantare canzoni per attirare l’attenzione di Gerald e stanarlo.
Il genitore ottiene la sua vendetta: il giovane ufficiale, trovato, viene accoltellato e cade gravemente ferito. Lakmé lo cura segretamente, ed entrambi decidono di unirsi in matrimonio. Ma Lakmé, durante la preparazione del matrimonio secondo il rito Brahma, sente in lontananza una marcia militare: il reggimento di Gérald deve sopprimere una ribellione degli indiani. Quando Lakmé capisce che per Gérald il senso del dovere e della patria è più forte dell’amore che prova per lei, si avvelena.
Si ricorda qualche aria e duetto famosi di quest’opera, come:
- Il celebre duetto tra la principessa Lakmé e la sua schiava Mallika (“Duetto dei fiori”), “Viens, Mallika, les lianes en fleurs… Dôme épais, le jasmin” (Lakmé, Mallika)
- “L’Aria dei campanelli”, “Où va la jeune Hindoue?” (Lakmé)
- La preghiera, Blanche Dourga (Lakmé, Nilakantha)
- L’aria “Prendre le dessin d’un bijou” (Gérald)
- Il duetto “D’où viens-tu? Que veux-tu?” (Lakmé, Gérald).
L’apparente facilità, la freschezza delle sue melodie e la delicatezza di sfumature e colori sono le chiavi per il successo travolgente di questo capolavoro.
Fuori della produzione teatrale, Delibes compose poca musica vocale (solistica e corale), e qualche pagina pianistica. Resta tuttavia un degno rappresentante francese di un genere tardo romantico originale ed unico nel suo genere, che si ascolta tutto d’un fiato.