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“Le Donne dell’Iliade” a Volterra: oggi come allora

Al Festival del teatro romano di Volterra, protagoniste, il 12 luglio 2015, “Le donne dell’Iliade – Pathos/amore/arte/mito/guerra”, in una lettura pacata ed assorta, mai declamata da parte di Alice Arcuri e Rachele Canella, di un pregevole testo di Andrea Del Ponte, basato su Omero e i Tragici greci, per la regia di Monica Avolio.

Interessante la combinazione audiovisiva, compresa la voce di Elena fuori campo e i versi in greco antico, che ha palesato a volte un aspetto didascalico del lavoro, più che spettacolare.

L’obiettivo è stato raggiunto, puntando il dito sull’eterna condizione della donna, da sempre oggetto di violenza, di scambio, di vessazione. Simboli illustri di tale condizione, più che mai oggi attuale, le donne dell’Iliade congiungono in un arco temporale che sta tra il mito e la storia, le odierne vicende con la sempiterna lotta che le donne stesse devono condurre verso per il riscatto e la conquista della dignità e dell’eguaglianza.

Una chiave diversa di lettura, un modo diverso di portare in scena i grandi personaggi femminili che, nati con Omero, hanno poi percorso l’intero itinerario della letteratura greca e latina sino a investire l’intera letteratura europea. Lo spettacolo è stato realizzato mediante immagini, suoni e dinamiche legate ai “quattro elementi” della tradizione ellenica: Acqua, Terra, Aria, Fuoco. Essi rappresentano i regni del cosmo, in cui tutte le cose esistono e coesistono e sono dedicati all’ introduzione dei singoli personaggi con le seguenti corrispondenze: Briseide – Acqua / Ecuba – Terra / Andromaca – Aria / Cassandra – Fuoco. Ad Elena di Ritsos è riservato, nel Prologo, il “quinto elemento” delle tradizioni induiste e orientali, definito “cosa divina” o “etere” o “vuoto”, esso rappresenta tutte le cose che non sono percepite in “questa dimensione”.

Partendo dalla condizione della donna nel mondo antico, nell’ “epilogo” è stato affrontato il tema de la “donna” e della sua condizione odierna, presentandolo in un contesto sociale, culturale, geografico e poetico, ampio e variegato, spostando lo sguardo dello spettatore a oggi, alle nostre città, alle loro miserie, alle loro contraddizioni. “Lo spettacolo ha come obiettivo stimolare lo spettatore ad una più ampia rifessione sui problemi di genere e della società attuale, ampliando lo sguardo sulla condizione umana, uno sguardo al di là della storia, al di là delle singole vicende, al di là dello spazio, al di là del tempo”. (Monica Avolio e Andrea Lanza).

© Natalia Di Bartolo     Fotografie di Natalia Di Bartolo

UNO SPETTACOLO DI Monica Avolio

VOCI / ATTRICI – Alice Arcuri e Rachele Canella

TESTO ORIGINALE – Andrea Del Ponte da Omero e Tragici greci

VIDEO CONCEPT, MASH UP AND EDITING – Andrea Lanza

RESPONSABILE TECNICO – Bernardo Russo

In collaborazione con il Centrum Latinitatis Europae

Con il Patrocinio della Fondazione INDA

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