Il calcio, come si è soliti dire con una melliflua retorica, non è solo uno sport. È quasi uno specchio di un Paese, quasi uno specchio della vita. E probabilmente, chi ha potuto prendere parte a un Mondiale di Calcio, lo sa meglio di chiunque. E ora ci siamo, dopo 4 anni le Azzurre ci vogliono riprovare. Stupire tutti, di nuovo, come 4 anni fa in Francia. E proverà a farlo in questo mese di Mondiale 2023 che si gioca in Australia e Nuova Zelanda, iniziato il 20 giugno scorso, con lo sguardo rivolto verso la finale del prossimo 20 agosto a Sidney.
Nell’ultimo appuntamento iridato, Francia 2019, le Azzurre di Milena Bertolini si arresero a testa alta nei quarti di finale contro l’Olanda, poi finalista. Il miglior risultato di sempre in un mondiale (ex equo con Cina 1991, quando però le squadre partecipanti erano solo 12). Da quel momento il calcio femminile in Italia non ha più smesso di crescere. Squadre di club in Champions League, investimenti notevoli, riforme, iscritte alle scuole calcio al massimo storico, stadi pieni (il record è Roma-Barcellona della stagione appena completata), milioni di italiani appassionati di calcio femminile e finalmente il riconoscimento di atlete professionistiche. In mezzo, però, un Europeo al dir poco deludente, forse giocato con troppe aspettative e floppato pesantemente. Ma la delusione non ha fermato l’ascesa del movimento. Il calcio in Italia, da quel momento, è diventato anche femminile. E ora le Azzurre sono pronte ad affrontare le migliori del mondo e far innamorare di nuovo gli amanti dell’azzurro.
L’Italia è stata inserita nel girone G con Argentina, Svezia e Sudafrica. Escludendo la Svezia (terza nel ranking Fifa), il girone non sembra insuperabile. L’Italia ha infatti un miglior Ranking FIFA (16esima) rispetto sia alle sudamericane (28esime) che alle sudafricane (54esime). Ma il tabellone, non ha comunque sorriso particolarmente alla squadra di Mister Bertolini che in caso di passaggio del turno si ritroverebbe con tutta probabilità contro o Stati Uniti (prima nel Ranking mondiale) o Olanda (nona). Partite proibitive anzi che no, ma non per questo impossibili. D’altronde è questo il bello del calcio, si parte sempre 0 a 0.
Il primo passo, intanto, resta quello di centrare ancora una volta la qualificazione agli ottavi di finale. E un passo alla volta si capiranno tutte le possibilità che avranno le azzurre il cui obiettivo minimo dichiarato è quello di accedere agli ottavi di finale, con l’ambizione di migliorare il risultato di 4 anni fa.
Per farlo dovrà superare vari appuntamenti, dopo la vittoria (1-0) di lunedì 24 luglio contro l’Argentina; sarà il turno delle sfide del Regional Stadium di Wellington prima contro la corazzata svedese, alle ore 9.30 del 29 luglio, e poi con le Bayana Bayana del Sudafrica alle ore 9.00 di mercoledì 2 agosto.
Dopodiché, l’eventuale gara degli ottavi si disputerà domenica 6 agosto alle 4.00 al Sydney Football Stadium (in caso di qualificazione grazie alla vittoria del girone) o alle 11.00 al Melbourne Rectangular Stadium (qualora le Azzurre dovessero arrivare seconde).
Favorita assoluta del torneo è e resta il dream team a stelle e strisce, che puntano al terzo titolo consecutivo e al quinto complessivo. Alle spalle degli Stati Uniti ci sono Inghilterra, fresca vincitrice dell’Europeo, Spagna e Germania. Più staccate Canada e Brasile.
Tante le fuoriclasse attese in un mondiale per cui la FIFA prevede oltre 2 miliardi di persone collegate alle tv per le 64 partite del torneo: occhi puntati sulla norvegese Ada Hegerberg (pallone d’oro 2018), la statunitense Megan Rapinoe (pallone d’oro 2019, che si ritirerà a fine stagione), la spagnola Alexia Putellas (pallone d’oro 2021 e 2022, assente agli Europei di un anno fa a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio) e la sempiterna Marta (Brasile).
Riguardo l’Italia, invece, ha fatto molto rumore l’esclusione della difensora, colonna portante e capitana della squadra fino all’Europeo dell’anno scorso, Sara Gama, così come quella della centrocampista Aurora Galli, dell’attaccante Martina Piemonte e dell’esterna Valentina Bergamaschi. Due i blocchi arrivati agli ordini di Mister Bertolini, 8 romaniste, appena laureatesi Campionesse d’Italia, e 9 juventine. E uno zoccolo duro presente anche 4 anni fa, formato dalle varie Giuliani, Bartoli, Linari, Cernoia, Bonansea, Girelli e Giacinti, alle quali però si aggiungono diverse new entry di belle speranze che fanno sì che ci sia stato quel cambio generazionale forse inevitabile dopo il tonfo europeo.
Intanto le calciatrici sono state accolte prima dalla danza maori per la cerimonia di benvenuto neozelandese e poi dal grande entusiasmo della comunità italiana in Nuova Zelanda in un evento organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Wellington e dalla Camera di Commercio Italiano in Nuova Zelanda. Ma ora è il tempo del campo, che sarà l’unico a dare tutte le risposte. Il conto alla rovescia sta per finire. E l’Italia (ri)proverà a stupire. (l.m.\aise)