È esso, esso soltanto, capace di portare in ogni casa quella magica luce e quella tenera atmosfera che nessun’altra cosa possiede.
È esso che riesce a spanderla generosamente a tutti, indistintamente, e tutti ne possono prendere quanta ne vogliono, devono solo liberare il cuore da ogni zavorra e farlo ritornare bambino. Solo se riusciranno a ritrovare almeno un poco della perduta innocenza, potranno gioire di questi fatati momenti di dolcezza irripetibile che nessun’altra ricorrenza o albero che sia – pur se il più ricco di luci sfavillanti, fili d’oro e preziosi ammennicoli – saranno mai capace di creare.
È il presepe che invoglia a fare una carezza in più, a riavvicinarti al congiunto o all’amico “smarrito”, a trovare la forza di comprendere meglio, di accogliere, di aiutare, di perdonare.
È il presepe, con i suoi pastorelli che hanno nelle mani qualcosa da offrire e che hanno nei gesti la generosità del donare, che nell’anima ti fa sussurrare parole di bene e slanci d’amore.
È il presepe, con la sua incantevole atmosfera, tutta intrisa del meraviglioso mistero della Natività, che rinnova e vivifica nel cuore di molti la sopita speranza che un giorno si potrà vedere l’intera umanità più lieta e finalmente affratellata in una universale festa di pace.