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La Maddalena, capolavoro di Artemisia Gentileschi, torna a Napoli dopo 400 anni nello splendido Complesso Monumentale di Santa Chiara

Articolo di Diletta Maria Cecilia Loragno

In uno dei luoghi più belli della città di Napoli, il Complesso Monumentale di Santa Chiara, è possibile visitare fino al 19 Gennaio 2025 il capolavoro ‘La Maddalena’ di Artemisia Gentileschi, tornato al suo originario splendore dopo un accurato lavoro di restauro.

Col patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, l’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione tra la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il FEC (Fondo Edifici di Culto), Agape e Arthemisia. La curatela scientifica è di Costantino d’Orazio.

La mostra è il primo appuntamento di un ricco programma espositivo che vedrà il Complesso Monumentale di Santa Chiara sede di grandi mostre: da aprile 2025, in occasione dell’ottocentesimo anniversario della creazione del Cantico delle Creature, per la prima volta sarà presentata una mostra dedicata a San Francesco e Santa Chiara.

Per la prima volta, dopo circa 400 anni, la Maddalena di Artemisia Gentileschi torna visibile a Napoli, città in cui fu dipinta tra il 1630 e il 1635.

L’opera, conservata gelosamente per secoli in collezioni private e negli ultimi cento anni nella prestigiosa collezione Sursock, a Beirut, dove fu gravemente danneggiata nella nota esplosione del 4 agosto 2020, presenta tutti i caratteri di stile e di narrazione visiva propri del lungo periodo trascorso da Artemisia Gentileschi a Napoli dove visse dal 1630 sino alla morte nel 1654.

Foto di Diletta Maria Cecilia Loragno

Seguendo le orme di Caravaggio che alla fine del Cinquecento aveva rappresentato la Maddalena abbigliata in modo elegante, accasciata su una sedia con i suoi gioielli gettati a terra, Artemisia Gentileschi circa trent’anni dopo immagina di nuovo la Santa in un interno, colta nel momento della rinuncia ai beni materiali, scelta che preclude alla sua totale dedizione a Cristo.

Se la Maddalena di Caravaggio è raffigurata come ‘penitente’, la Maddalena di Artemisia, in cui predominano i toni del giallo oro cupo e del blu oltremarino, è una donna convinta del gesto che sta compiendo e rivolge lo sguardo verso l’alto, rispondendo alla chiamata divina.

Una mano si allunga verso il mobile sullo sfondo, a sottolineare il rifiuto dello specchio e della collana d’oro, simboli della vanità terrena.

Artemisia concentra la luce sul volto e sul petto della donna, su cui è presente un sottile filo di perle, spezzato all’altezza della spalla destra, mentre la mano della Santa tira via il gioiello tenendo tra le dita l’altro capo.

In quest’opera, in cui Artemisia raggiunge uno dei livelli più alti della sua pittura, in secondo piano si nota un piccolo vaso che potrebbe essere legato alla toletta di Maddalena o essere un’allusione alla pratica quotidiana di riti funebri presso il sepolcro di Cristo.

Foto di Diletta Maria Cecilia Loragno

Visitare  il capolavoro di Artemisia Gentileschi, è una straordinaria occasione anche per scoprire un autentico gioiello nel cuore di Napoli, il Complesso Monumentale di S. Chiara costruito dal 1310 al 1340 per volere di re Roberto D’Angiò e sua moglie Sancia di Maiorca.La Chiesa, nucleo centrale dell’intero complesso, sorse con il titolo di Ostia Santa o Sacro Corpo di Cristo, dedicazione suggerita dal Miracolo Eucaristico di Bolsena, avvenuto nel 1264; la suddetta denominazione mutò da subito in Santa Chiara, probabilmente per lo straordinario numero di Clarisse presenti nel monastero. Progettata dall’architetto e scultore Gagliardo Primario in forme gotiche, subì importanti trasformazioni alla metà del ‘700 quando l’intera struttura fu rivestita da una fastosa ornamentazione barocca conservatasi fino al terribile incendio del 1943. Il restauro ne ripristinò le forme gotiche e diede adito ad un ripensamento degli spazi secondo i dettami dell’ordine francescano.

Foto di Diletta Maria Cecilia Loragno

A rendere unico il complesso di Santa Chiara è inoltre il meraviglioso Chiostro Maiolicato, un giardino decorato di riggiole maiolicate, progettato da Domenico Antonio Vaccaro tra il 1739 e il 1742, e realizzato dai maestri Giuseppe e Donato Massa. Ai colori vivi del celeste, giallo e verde che richiamano la bellezza della natura, si accompagnano le tematiche rupestri e dei quattro elementi della Natura, acqua, fuoco, aria e terra, le cui allegorie sono presenti nelle rappresentazioni delle maioliche assieme a scene di vita campestre e quotidiana.

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