Nella top10 stilata dal National Geographic al primo posto c’è il Belize, seguono India, Cina, Sri Lanka, Grecia, Malta, Francia ed Etiopia. Monte Sant’Angelo rappresenta l’Italia, all’ottavo posto.
La tradizione fa risalire l’arrivo del culto micaelico sulla montagna garganica all’ultimo decennio del V secolo, fissando al 490, 492 e 493 le tre apparizioni dell’Arcangelo, due delle quali al vescovo di Siponto. La ricostruzione della storia del Santuario e del culto dell’Arcangelo sul Gargano si fonda prevalentemente sul Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano (Apparitio), una operetta agiografica variamente datata dal V all’VIII secolo e ricca di elementi miracolistici. Il racconto è conosciuto da tre episodi: l’episodio del toro (490), l’episodio della vittoria (492), l’episodio della dedicazione (493). Inoltre, vi è anche una quarta apparizione, quella del 1656, quando l’Arcangelo liberò la città garganica dalla peste.
La Basilica Santuario di San Michele Arcangelo dal giugno 2011 è iscritta nella lista dei beni patrimonio mondiale dell’umanità tutelati dall’Unesco, nell’ambito del sito seriale “I Longobardi in Italia, i luoghi del potere (568-774 dC)” che comprende sette siti: Monte Sant’Angelo, Benevento, Spoleto, Campello, Brescia, Castelseprio e Cividale del Friuli.
Più di 1500 anni di storia per un Santuario che negli anni è stato meta ininterrotta di pellegrinaggi e luogo visitato da papi, re e imperatori. Ultima la visita di Papa Giovanni Paolo II, nel 1987.
“Terribilis est locus iste/Hic domus dei est/et porta coeli” (Impressionante è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo) è l’iscrizione che troneggia all’ingresso dell’imponente Santuario. (aise)