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La Festa di Sant’Agata a Catania

Per me civitas Catanensium sublimatur a Christo: “Attraverso me, la città di Catania è innalzata a Cristo”. È questa la frase che campeggia sulle vestigia dell’Anfiteatro romano, testimone della plurimillenaria storia della città etnea. Storia che, ovviamente, non può discernere dalla sua patrona Sant’Agata; perseguitata e martirizzata intorno al 250, sotto il periodo romano e fra le più antiche ed importanti  sante della cristianità.

A lei è dedicata la terza festa religiosa al mondo per numero di fedeli e visitatori, dopo la settimana Santa di Siviglia ed il Corpus Domini a Guzco, in Perù.
Una tre giorni che, nel mese di Febbraio vede la Santuzza, come la chiamano i catanesi, attraversare ininterrottamente le vie della città, sopra un fercolo trainato esclusivamente da migliaia e migliaia di devoti.
Un mix esorbitante di folklore e fede che, ha fatto meritare a questa importantissima festa, il titolo di bene etno-antropologico dell’umanità, da parte dell’Unesco.
Purtroppo, a differenza dei preziosi che tempestano il suo busto reliquiario, non è tutto oro ciò che luccica.
Nel 2008 infatti, parte il processo per le presunte infiltrazioni mafiose nella Festa di Sant’Agata.

Davanti ai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Catania, presieduta dal giudice Fichera, sono accusati di associazione mafiosa finalizzata a ottenere ingiusti vantaggi nell’ambito della festa alcuni nomi noti della criminalità organizzata catanese: Nino Santapaola, nipote del boss Benedetto, storico affiliato dei corleonesi, ed il figlio minore di quest’ultimo Francesco. Oltre all’ex presidente del Circolo Sant’Agata, Pietro Diolosà per concorso esterno.
Gli stessi, sono rei, secondo le deposizioni di alcuni pentiti, di aver cercato di manipolare la gestione di qualche Candelora tra gli anni 1994 e 1998.
Notevoli le donazioni dei commerciarti per la tradizionale “ballata” di fronte i loro esercizi. Soldi che, per quanto riguarda quattro dei 12 cerei votivi, finivano nel mercato nero, con l’acquisto di armi e droga.
Un quadro particolare che però non ha portato ad effettive condanne, in quanto gli stessi imputati erano già stati accusati di associazione mafiosa.
Quindi l’assoluzione non conferma, purtroppo, che la mafia non c’è stata nella festa di S.Agata.

Segnali incoraggianti comunque, sono venuti in questi anni dalla società civile catanese, che ha portato alla nascita del Comitato per la legalità nella Festa di Sant’Agata, creando una stretta collaborazione tra Comune, associazioni agatine ed il comitato per le celebrazioni.
Segnali che, sicuramente, saranno stati apprezzati anche lassù. W Sant’Agata!

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