L’Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Cnr di Faenza compie 50 anni tra ricerca scientifica e trasferimento tecnologico all’industria: centinaia di pubblicazioni e ben 18 brevetti tra applicazioni spaziali, superfici autopulenti, biomateriali per rigenerazione ossea in grado di scambiare segnali con le cellule
Martedì 28 aprile, presso la sede di via Granarolo 64 a Faenza, si terrà la cerimonia che celebra i 50 anni dell’Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Consiglio nazionale delle ricerche (Istec-Cnr), la più grande struttura italiana di ricerca sui materiali ceramici.
“Parlare dell’Istec-Cnr significa necessariamente sottolineare il rapporto con il territorio di Faenza, una delle capitali della ceramica”, sottolinea il direttore Alida Bellosi, “ma anche il merito di aver portato la ceramica italiana nel mondo”. L’Istituto conta 17 laboratori con strumentazioni di eccellenza per la produzione e il trattamento dei materiali, tra cui i forni con temperature fino a 2000°C, impianti per la produzione di forme complesse e per rivestimenti superficiali, microscopi elettronici, apparecchiature per misurare proprietà meccaniche, resistenza e tenacità in condizioni critiche. “Una dotazione tecnica da record nello scenario della ricerca scientifica internazionale, alla quale lavorano circa 120 tra dipendenti, ricercatori associati, docenti e studenti”.
Un altro punto di forza dell’Istec-Cnr è la capacità di abbinare ricerca scientifica e trasferimento tecnologico all’industria. “Soltanto dal 2011 al 2014 abbiamo prodotto 210 pubblicazioni su riviste, 200 atti di convegno, decine di libri e capitoli e registrato ben 18 brevetti”, prosegue il direttore. “Tra progetti e contratti di ricerca industriale entrano circa 3 milioni di euro l’anno, collaborando a livello internazionale e nazionale con imprese quali Compagnia generale per lo Spazio, Sab Aereospace, Mbda, Centro sviluppo materiali, European Office of Aerospace Research & Development e Cira-Italian Aereospace Research centre. Dalla Regione Emilia-Romagna abbiamo ottenuto l’accreditamento come struttura di ricerca industriale, che attesta la qualità del nostro rapporto con le imprese, in virtù del quale siamo entrati a far parte della rete alta tecnologia e abbiamo accesso ai progetti dei Tecnopoli regionali”.
I principali campi di ricerca dell’Istec-Cnr sono industria ed edilizia, biomateriali, energia e ambiente, patrimonio culturale, nanotecnologie. “Tra le applicazioni di maggior successo i ceramici ultra-refrattari per applicazioni spaziali, portati avanti da oltre 15 anni nell’ambito di progetti e collaborazioni con Nasa, Esa, Asi, Thales-Alenia, Ministero della difesa, US Air Force, US National Science Foundation, Shanghai Institute of Ceramics, Cnrs (Francia), Università di Napoli Federico II”, spiega Bellosi. “Questi materiali sono contraddistinti da durezza e punti di fusione elevatissimi, resistenza all’ossidazione, meccanica e a temperature fino a 4000°, che li rendono insostituibili come componenti di razzi, sistemi di propulsione, veicoli spaziali e futuri veicoli ipersonici”.
“Il settore di maggiore impatto applicativo è quello dei biomateriali per nanomedicina e rigenerazione dei tessuti: impianti porosi per rigenerazione ossea in grado di scambiare segnali chimici, morfologici e meccanici con le cellule, attivare la formazione di nuovo osso (teche, protesi, parti del tessuto osseo e cartilagineo) e consentire la vascolarizzazione e la rigenerazione completa. Conoscenze tutelate da brevetti, licenziati da parte del Cnr ad aziende tra cui lo spin-off Finceramica Faenza Spa. Ma l’Istec-Cnr ha brevettato a livello internazionale anche un impianto ortopedico originato dal legno per il quale sono stati effettuati test presso l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna”, conclude il direttore. “Successi determinati soprattutto dall’eccellenza del personale e dalle collaborazioni che proseguono dal 1965, sotto la guida di direttori come Tonino Emiliani e Gian Nicola Babini, che confermano il ruolo di eccellenza internazionale dell’Istec e quello della ceramica come vero e proprio materiale del futuro ad alta tecnologia”.