Intervista di Tiziano Thomas Dossena
L’Idea: Parlare di eclettismo vuol dire parlare di lei. Oltre ad essere attrice, lei è anche scrittrice, giornalista, produttrice, regista, doppiatrice, pittrice… e mi fermo qui. Trova difficoltà ad operare in così tanti campi? Si identifica di più con una di queste professioni oppure si sente a proprio agio in tutte a pari modo?
L’Idea: Che cosa l’ha ispirata a scrivere il suo libro “Palazzo Giglioli Palazzi Trivelli”?
Isabelle Adriani: Sicuramente la storia di famiglia dei Conti Palazzi Trivelli che ormai posso chiamare anche la mia famiglia e che comincia ben 1000 anni fa; è citata nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel sedicesimo canto del Purgatorio ed ha una storia che incrocia i destini di grandi sovrani ed imperatori europei per cui ci sono la storia che riprende gli interessi della mia laurea e naturalmente l’amore per la tradizione ed il retaggio che mi hanno spinta a ricervare documenti dal 1184 ad oggi, negli archivi di mezza Italia per scrivere la parte sulla storia della famiglia di questo libro, insieme al professor Massimo Pirondini ed al Professor Giuseppe Berti che hanno curato, il primo la parte più tecnico-artistica del palazzo della Cancelleria del Duca d Este che abbiamo restaurato ed il secondo in particolare le figure straordinariamente interessanti del patriota e letterato Naborre Campanini e della bella e fascinosa Contessa Leocadia Palazzi Trivelli Venturi che ha dato vita, all’ inizio dell’800, ad un incredibile salotto culturale che ha ospitato Giuseppe Verdi, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Camillo Prampolini, Franz Liszt e molti altri…
L’Idea: Ci può parlare un po’ del suo libro “La Vera Storia di Cenerentola”?
Isabelle Adriani: La vera storia di Cenerentola è stato forse il libro più difficile da scrivere per me perché le ricerche delle fonti di ciò che volevo provare in questo romanzo storico, e cioè che Cenerentola fosse veramente esistita, partirono da un’intuizione risalente alla mia tesi di laurea dal titolo ‘Il DNA della fiaba’ presso l’Università degli Studi di Perugia, ma ho avuto bisogno di ben otto anni di viaggi e studi passando dal Cairo ad Alessandria, dalla Grecia all’ Università degli studi di Harvard all’interno della quale finalmente ho trovato un testo scritto a mano con una parte della Geografika di Strabone nel quale ho trovato la fonte definitiva che mi confermava numerose intuizioni avute in precedenza grazie anche alle letture di Erodoto, Eliano Prenestino, Plinio il vecchio e Manetone. In sintesi, la prima prima Cenerentola della storia era una schiava greca di nome Rodopi, che significa Rosetta, e che grazie al ritrovamento di un sandalo d’oro sposò il faraone Psammetico II, una storia meravigliosa di una bellissima fanciulla di umile condizione che grazie ad una scarpetta, sposa un Re; la prima Cenerentola della storia, appunto! Tutto questo accadeva nel sesto secolo avanti Cristo e cioè 2600 anni fa.
L’Idea: Lei ha dato vita recentemente con il suo fidanzato un salotto culturale. Qual è lo scopo e perchè adesso?
Isabelle Adriani: Avendo un retaggio così importante volevamo ripercorrere un po’ le gesta della Contessa Leocadia Palazzi Trivelli che tanto ha fatto per la vita culturale italiana ed Europea verso la metà del XIX secolo. È scomparsa nel 1917 e, nel 1918, Naborre Campanini scrisse un’appassionata quanto addolorata biografia della Contessa, narrando tutte le sue gesta, i suoi viaggi e l’incredibile salotto culturale che era riuscita a ricreare con i grandi lettersti musicisti e studiosi dell’epoca di tutta Europa. Naturalmente, con tutte le differenze del caso e con una doverosa umiltà, rispetto alla grandezza di questi personaggi, stiamo cercando di ricostruire l’atmosfera, la storia e la cultura che si respirava in quel periodo con gli amici e gli esperti di oggi.
L’Idea: Potrebbe parlarci un poco del documentario “Open quantum relativity”, da lei scritto, prodotto ed interpretato? Di che cosa tratta?
Isabelle Adriani: Open Quantum relativity è un docu-film di circa 20 minuti che è partito dall’idea di intervistare degli scienziati che hanno lavorato sia per la NASA che per il CERN ed in particolare il senatore Giuseppe Basini ed il professor Salvatore Capozziello che hanno scritto più di 300 pagine di conti ed equazioni che provano la reale possibilità di costruire una vera e propria macchina del tempo. La teoria era così affascinante che non abbiamo resistito alla volontà di unire l’amore per la scienza a quello per il cinema ed abbiamo dunque deciso, con Vittorio, di produrre, scrivere ed interpretare questo documentario insieme ad uno dei protagonisti che è appunto lo scienziato Giuseppe Basini, che ci ha insegnato moltissimo. La teoria dell’Open Quantum, ha fatto il giro del mondo e noi l’abbiamo portata al Festival del Cinema di Venezia nel 2013 riscuotendo un notevole successo, anche dinanzi agli scienziati della NASA che hanno forse apprezzato la nostra capacità di raccontare in un film una cosa così complicata da destinare anche ad un pubblico più vasto, che non si trattasse solo di scienziati.
L’Idea: Sta per girare e dirigere un nuovo film in lingua francese, “Actress’. Come è nato questo progetto?
Isabelle Adriani: “Actress” è il primo di tre cortometraggi che faranno parte di un unico film e che ho intenzione di girare entro la fine dell’anno e che vede come protagonista l’ attrice francese Martine Brochard, che amo molto e con la quale ho lavorato in ben due pellicole dirette da Pupi Avati. “Actress” narra, anzi fa narrare alla stessa attrice, la sua storia, la sua vita dedicata completamente alla recitazione fino a raggiungere gli estremi della follia d’amore per il teatro ed il cinema e la sua carriera da attrice. Un film complicato nel quale mi metterò in gioco soprattutto come regista.
L’Idea: Isabelle, lei ha recitato con attori di alto livello in più di 30 produzioni cinematografiche. Qual è l’attore che l’ha colpita di più e perchè?
Isabelle Adriani: Non posso non citare George Clooney che durante le riprese di “The American” prese chiodi e martello e riattaccòun quadro che si era staccato per risistemare la scenografia prima ancora che arrivasse l’attrezzista, il tutto mentre cantava una canzone rock; fu molto simpatico e divertente. Poi non posso dimenticare Penelope Cruz, donna bellissima, intelligente ed estremamente generosa anche con le colleghe!
Pensi che chiese al regista di allungare la mia parte perché secondo lei ero molto brava.
Naturalmente il regista non lo fece, ma non mi stupì, mentre mi stupirono molto, invece, la sua incredibile bravura e generosità sul set; non conosco un attrice italiana che avrebbe fatto lo stesso per una collega, e poi naturalmente non posso non parlare di Zac Efron, la star di High School Musical e di molti altri grandi successi con il quale ho girato un’intera puntata di Virus per Raitre e con il quale ho ballato un Valzer di Strauss; fu molto divertente e lui è bello e gentile.
L’Idea: Qual è il film che le ha dato più soddisfazione come attrice e perchè?
Isabelle Adriani: Non credo di averlo ancora girato, anche se è stato bello lavorare con Pupi Avati e con Alan White.
L’Idea: Anche l’opera è la sua passione ed è conosciuta per la sua capacità di fischiare le varie arie al punto di fare concerti e registrazioni. Come è nata questa sua passione?
Isabelle Adriani: Ascolto l’ opera da quando ero bambina; se potessi essere una musica vorrei esser la Boheme di Puccini ed in particolare il monologo ‘mi chiamano Mimì…’ Soprattutto la parte ‘il primo sole è mio’, mi commuovo ancora e ancora ogni volta che la sento! Mio nonno adorava l’opera, un giorno fu ricoverato d’urgenza in ospedale, era grave, ero molto preoccupata, avevo solo sette anni. Essendo un ricovero d’urgenza non riuscì ad avere una stanza da solo e così non poteva ascoltare la sua adorata musica operistica, io non potevo cantare l’opera a sette anni, ma un giorno sentii fischiare un infermiere uscito dall’ascensore dell’ospedale e mi venne in mente che avrei potuto fischiare le opere che lui tanto amava e così rimasi chiusa nella mia stanza per giorni ad imparare tutte le opere più famose di Puccini, di Verdi e di Rossini e quando tornai a trovare mio nonno potei sfoggiare la mia nuova abilità; lui fu così felice che si commosse e poco dopo guarì e io fui sempre convinta che fosse guarito grazie al mio fischio.
Poi avevo abbandonato questa abilità perché credevo che il pubblico non fosse pronto per questo, ed infatti su Spotify hanno creato una categoria apposta per me, poi Vittorio ha insistito perché facessi due album: ‘Tribute’ e ‘To Movies with Love’ che è il titolo di un progetto non solo musicale ma molto piu ampio, legato anche ai miei quadri, sempre dedicato al mio grande amore: il cinema. In effetti in questi due album fischio alcune arie famose d’opera, ma anche le colonne sonore dei grandi FILM, in particolare quelle di Ennio Morricone.
L’Idea: Come pittrice, lei esporrà le sue opere in agosto, prima nello “Yacht Club” di Porto Rotondo (Sardegna) e poi presso la New York Film Academy. Come definirebbe la sua arte?
Isabelle Adriani: Partiamo sempre da un amore folle ed incondizionato per cinema e teatro. Il progetto è proprio ‘TO MOVIES WITH LOVE’ ed è la prima la volta che ne parlo: non saprei come definirla veramente, la verità è che colleziono fotografie, locandine e libri sul cinema e la vecchia Hollywood da sempre e questa passione si è trasformata in una grande collezione che ero stanca di vedere in un cassetto, così a 15 anni creai il mio primo collage, nel 2005 ripresi questa grande passione e sono 12 anni che passo numerose notti a fare collages con le foto originali dei protagonisti di Hollywood. Dopo il festivak di Cannes, un insegnante della New YorK Film Academy venne ospite da me nel Palazzo della Cancelleria del Duca d’Este, vide i miei quadri e, tornata a los Angeles, li mostrò al direttore sell NYFA che se ne imnamorò invitandomi ad esporli nelle loro sedi e cosi è cominciato tutto e ormai sono cosi tanti che è venuto il momento di farli vedere, ma, ancora una volta, è stato Vittorio a convincermi ad uscire allo scoperto, sono una persona aperta solo apparentemente, in realtà mostro pochissimo della vera me agli altri e sono chiusa e riservatissima.
Isabelle Adriani: Non ho mai avuto problemi con i sogni, nel senso che ne ho talmente tanti che non finisco mai di pensare e di progettare. Innanzitutto è già in programma la seconda parte del libro sul Palazzo Giglioli Palazzi Trivelli con la collezione d’arte di famiglia, inoltre dopo “Actress” ho altri due cortometraggi che andranno a creare un lungometraggio d’autore e un altro album musicale da registrare, senza contare un documentario sulle ricerche di Jane Goodall insieme ai produttori di “The Revelation of the Pyramids”. In tutto questo, curo e scrivo due rubriche come giornalista professionista: “Le fiabe di Isabelle” per La Libertà e fra poco anche “C’era una volta il Cinema” sulla storia della settima arte per AboutArtOnline. Insomma, non riesco a stare ferma. Ora basta perché mi ha fatto gia dire troppe cose di me. Grazie e a presto…