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Il Rigoletto di Verdi apre la Stagione lirica padovana

Con il Rigoletto di Giuseppe Verdi si apre la Stagione lirica padovana 2022, e come da tradizione questo primo appuntamento è ospitato sul palco all’aperto della rassegna “Castello Festival”, il contenitore culturale di eccellenza promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova.
Giovedì 28 luglio alle 21.15, nella straordinaria cornice di Piazza degli Eremitani a Padova, andrà in scena il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, con l’Orchestra di Padova e del Veneto e il Coro Lirico Veneto diretti dal M° Nicola Simoni per la regia di Giuseppe Emiliani.
Un nuovo allestimento che vede la coproduzione con Bassano Opera Festival, Teatro Mario del Monaco di Treviso e Teatro Sociale di Rovigo.
L’opera si avvale di un cast di cantanti prestigiosi tra i quali, nel ruolo del buffone della corte di Mantova, Simone Piazzola, Marco Ciaponi (Duca di Mantova), Yulia Merkudinova (Gilda), Grigory Shkarupa (Sparafucile), Nadezhda Karyazina (Maddalena), Nicolò Ceriani (Conte di Monterone), Alex Martini (Marullo), Carlos Natale (Matteo Borsa) e Abdullaiev Emil (Conte di Ceprano). Alice Marini, interpreterà il ruolo di Giovanna, a fianco di Andreina Drago (Contessa di Ceprano).
“Rigoletto è un’opera dominata dalla solitudine. È solo Rigoletto, un padre animato da un amore divorante ed egoistico”, spiega il regista Giuseppe Emiliani. “Nemmeno il Duca sfugge alla solitudine della sua libidine malata. Solitudine tragica è quella di Gilda, vittima di un amore sbagliato nei confronti di un libertino senza cuore e vittima dell’egoismo di un padre-padrone. Con lo scenografo Federico Cautero e il costumista Stefano Nicolao, abbiamo condiviso un rigore formale che mira all’essenzialità per meglio esaltare la musica e il canto. Abbiamo creato atmosfere senza fronzoli inutili con l’intento di ottenere un equilibrio tra tutti gli elementi (canto, scena, recitazione, costumi) senza che uno prevalga sugli altri. Creando un impianto scenico ricco di suggestioni visive, quasi cinematografico, con evidenti rimandi a Mantova, città delle nebbie e degli affreschi sensuali di Giulio Romano”.
Le immagini virtuali sfilano una dietro l’altra secondo una lucida sceneggiatura cinematografica, in una costante dialettica tra interno ed esterno, luce e ombra, riso e pianto, cinismo e innocente inconsapevolezza, tristezza e gioie feroci, passioni divoranti e fatuo libertinaggio, vendette inutili e smarrimento. Abiezione morale. Nichilismo. Maledizione.
Ambientata a Mantova e nei suoi dintorni, nel secolo XVI, l’opera inizia con una festa al palazzo ducale, si svolge nel giro di pochi giorni, e finisce, come ogni dramma lirico che si rispetti, con una morte. Rigoletto, deforme e pungente buffone di corte, che si burla con cattiveria di tutti e trama, all’occasione, scherzi e vendette crudeli, ha una figlia segreta, che è la luce dei suoi occhi, avuta dalla donna amata ormai morta. Duro e crudele con tutti, con la figlia Gilda, Rigoletto è un padre premuroso e si preoccupa di tenerla lontana dal mondo corrotto della corte. Tuttavia, per uno scherzo del destino la ragazza diventata oggetto dell’attenzione del suo giovane padrone, il Duca di Mantova, libertino impenitente.
Rigoletto è la prima opera della cosiddetta “Trilogia popolare” (Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata) che suggellò la fama di Verdi. Un’opera rivoluzionaria, con la quale il grande compositore impresse un’accelerazione alla riforma dell’opera romantica italiana, soprattutto sulla costruzione drammaturgica, che raggiungerà poi il suo culmine con Otello e Falstaff, le due ultime opere del Maestro. È fra le opere più rappresentate nel mondo e fra le più amate per le sue arie e interventi musicali come il “Caro nome” della fragile protagonista femminile Gilda, “La donna è mobile” dello spavaldo Duca di Mantova e “Cortigiani, vil razza dannata” del tormentato e ferito Rigoletto. In queste melodie dimora la genialità musicale di Verdi per la loro grande immediatezza e coerenza con il carattere dei vari personaggi.
La Stagione Lirica di Padova è organizzata e prodotta dal Comune di Padova – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto e si avvale del contributo del MiT e della Regione del Veneto. (aise) 

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