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IL RACCONTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO TRA “LINGUAGGI E RADICI”

Il turismo delle radici, progetto pensato per far visitare l’Italia agli emigrati italiani e agli italodiscendenti, passa anche per libri e fumetti. A parlarne è stato Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, intervenuto il 24 marzo all’iniziativa “Il racconto degli Italiani nel mondo, fra nuovi linguaggi visivi e riscoperta delle radici”, a cura della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del MAECI, parte di “Libri Come 2024 – Umanità” all’Auditorium Parco della Musica di Roma. “Gli italiani all’estero sono una realtà sempre più importante e crescente – ha spiegato Vignali – I discendenti degli emigrati ammontano oggi tra i 60 e gli 80 milioni di persone. È un patrimonio importante che rappresenta il vero soft power dell’Italia”. E ha proseguito sottolineando che “gli italiani all’estero hanno successo e si fanno voler bene. Questa realtà va raccontata, anche in forma editoriale”. L’iniziativa, infatti, è stata l’occasione per descrivere alcune delle proposte editoriali legate al progetto del turismo delle radici. Vignali, al riguardo, ha citato il volume “Italiani delle Americhe”, parte della collana “Italiani di” in collaborazione con National Geographic, e le pubblicazioni pensate per arrivare alle nuove generazioni. In questo secondo caso, protagonista è il mondo del fumetto, con volumi come “Una storia importante” dedicato all’emigrazione italiana in Belgio, “Celeste bambina nascosta”, sull’emigrazione in Svizzera, “Il canto del gallo”, che vuole far conoscere le vite degli italiani illustri sepolti nel famoso cimitero parigino del Père Lachaise, e infine “L’Hotel degli invisibili” sugli italiani che raggiungevano l’Argentina. “Tutti i fumetti sono realizzati da italiani all’estero”, ha specificato Vignali. Tra le proposte editoriali, infine, rientrano anche le guide alle radici italiane, tre realizzate finora, per un totale di 12 regioni rappresentate. Affrontando più in generale il tema del turismo delle radici, Vignali ha affermato: “Questo progetto ha l’obiettivo di invogliare i tanti italiani all’estero e italodiscendenti a venire in Italia e riscoprire le proprie origini, l’albero genealogico, il proprio borgo di provenienza oppure le case degli antenati – ha detto – Stiamo strutturando il 2024, l’anno delle radici italiane nel mondo, per questo grande progetto di turismo destagionalizzato, che avrebbe un indotto da 4 miliardi di euro. È pensato anche per rivitalizzare i borghi italiani grazie a un turismo diffuso e sostenibile”. “Il turismo delle radici in realtà c’è sempre stato – ha aggiunto – ma mancava un’organizzazione e un’offerta turistica specifiche. È questo che stiamo cercando di fare”. E ha concluso: “il brand Italea è il brand del turismo delle radici. Il nome deriva dalla talea, per richiamare il fiorire delle comunità italiane nel mondo”.

[NoveColonneATG]

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