Intervista di Tiziano Thomas Dossena
scientifica sulla base del numero di pubblicazioni e di citazioni nelle relative aree disciplinari.
L’analisi dei dati bibliometrici ha consentito di creare una lista pubblicamente disponibile di oltre 100.000 scienziati di spicco, (2% del totale), classificati in 22 campi scientifici e 176 sottocampi, che fornisce informazioni standardizzate su citazioni, h-index, ed altri indicatori bibliometrici.
Il prof. dott. Pietro Gentile, che ci ha dato l’opportunita di intervistarlo, è stato inoltre identificato dall’agenzia di ranking americana ExpertScape come il miglior chirurgo plastico italiano 2021 e tra i primi 20 a livello mondiale.
Questi risultati evidenziano l’eccellenza e la rilevanza internazionale della ricerca scientifica italiana anche nell’ambito della chirurgia plastica.
L’Idea Magazine: Buongiorno Prof. Gentile. Essere riconosciuto come uno dei migliori dottori in chirurgia plastica del mondo deve essere averla riempita di orgoglio…
Prof. Pietro Gentile: Non posso negarlo! Anche se quello che mi rende più orgoglioso non è il titolo ma il riconoscimento a livello mondiale dei risultati dell’attività medico-scientifica svolta per oltre quindici anni di ricerca.
L’Idea Magazine: Che cosa Le ha fatto scegliere questo ramo della medicina?
Prof. Pietro Gentile: L’amore per l’arte e per la scienza: due mondi apparentemente opposti che la chirurgia plastica riesce incredibilmente ad unire. La chirurgia plastica è, infatti, l’unica branca della medicina che coniuga il rigore metodologico (proprio della scienza) al senso estetico (propria dell’arte).
L’Idea Magazine: Qual è stata per Lei l’operazione più complessa o difficile nel corso della Sua carriera?
Prof. Pietro Gentile: Dipende cosa si intende per complessità e difficoltà. Vede, a prescindere dalle difficoltà tecniche proprie di qualsiasi settore della medicina, nella chirurgia plastica il sanitario non solo deve garantire l’osservanza delle buone pratiche chirurgiche nel rispetto delle linee guida e dei protocolli scientifici, ma deve altresì riuscire a soddisfare le esigenze del paziente; ne consegue che le complessità e le difficoltà vanno di pari passo con il risultato auspicato dal paziente stesso. Venendo alla sua domanda, ho eseguito interventi di chirurgia plastica oggettivamente complessi ed innovativi in diverse parti del mondo che hanno richiesto precisione e professionalità, ma le posso assicurare che, al pari, anche interventi per così dire di routine possono nascondere complessità proprio in ragione del risultato da raggiungere. Il mio modo per ovviare alle difficoltà è stato quello di adottare un estremo rigore metodologico in ogni operazione dalla più semplice alla più complessa.
Prof. Pietro Gentile: Mi rende orgoglioso aver pubblicato molti articoli scientifici su riviste internazionali ad alto impact factor anche sull’uso del PRP e di altre strategie rigenerative nell’alopecia androgenetica (AGA). Il PRP è un concentrato di fattori di crescita ottenuti dal proprio sangue, che ha dimostrato avere – in pazienti selezionati e ritenuti idonei – risultati statisticamente significativi nell’AGA di grado lieve/moderato: Circa il 60% dei pazienti trattati ha avuto risultati pienamente soddisfacenti. Ma, trattandosi di dati scientifici, è bene considerare anche l’altro lato della medaglia: infatti, un 20% di pazienti non ha avuto risultati così soddisfacenti, mentre un altro 20% non ha avuto miglioramenti. Una informazione che ritengo doverosa precisare è che il trattamento può essere eseguito in Italia soltanto in centri medici muniti di una specifica autorizzazione da parte del centro trasfusionale di riferimento, nel rispetto del Decreto Legge 2 Novembre 2015 (Legge sangue). Pertanto, invito i lettori interessati a ben documentarsi, anche sul possesso o meno di tale autorizzazione, prima di sottoporsi al suddetto trattamento medico.
Prof. Pietro Gentile: Nella Chirurgia Plastica Rigenerativa, l’uso delle cellule staminali mesenchimali di derivazione adiposa (ricavate dunque dal proprio grasso) ha avuto un notevole incremento negli ultimi 10 anni. La procedura si basa su una liposuzione minimamente invasiva che consente di prelevare una doppia quantità di grasso. Una prima parte del grasso raccolto viene sottoposta a procedure di centrifugazione e filtrazione meccanica, procedure di manipolazione minima (legge 23 CE 2004 e successive) volte a isolare una sospensione di cellule vasculo sromali in cui sono contenute le staminali mesenchimali. Una seconda parte del grasso raccolto, viene arricchita con la sospensione cellulare e re-innestata nelle sedi di deficit dei tessuti molli.
Esempi di impiego possono essere, infatti, la ricostruzione mammaria, le cicatrici, deformità congenite o acquisite, esiti di ustione oppure motivazioni estetiche. In quest’ultimo caso, il grasso innestato, comunemente chiamato Lipofilling o Lipostructure, viene arricchito ed utilizzato – in pazienti selezionati – per l’aumento di volume del seno o per il rimodellamento mammario, per il ringiovanimento del volto, per l’aumento dei glutei o per il ringiovanimento delle mani. Negli ultimi anni ho notato che sono sempre più numerose le pazienti che prediligono l’utilizzo del grasso per l’aumento del seno (al posto delle protesi) in considerazione del risultato totalmente naturale ed armonico che tale pratica garantisce.
L’Idea Magazine: Lei pensa che in Italia siamo ormai all’avanguardia in questo settore?
Prof. Pietro Gentile: L’Italia è oggi – senza ombra di dubbio – tra i paesi al mondo più all’avanguardia nell’ambito della chirurgia plastica, ed il riconoscimento che personalmente ho ricevuto, essendo stato inserito nella “Top Scientist” sulla base delle pubblicazioni scientifiche realizzate in tale settore, ne è solo un piccolo esempio.
L’Idea Magazine: Riguardo l’estensione della chirurgia plastica, quando scelta puramente per scopi estetici, Lei pensa che ci possa essere un limite oltre al quale il medico non dovrebbe andare o la considera esclusivamente una scelta personale del paziente?
Prof. Pietro Gentile: Il Chirurgo Plastico deve necessariamente scoraggiare il paziente o la paziente quando vengono richiesti interventi chirurgici non indicati. In questi casi, non è etico assecondare il paziente pur di eseguire l’intervento richiesto, piuttosto è necessario trovare un giusto equilibrio tra ciò che viene chiesto durante la visita e ciò che davvero è indicato fare nel rispetto dei protocolli scientifici e delle linee guida.
L’Idea Magazine: Che cosa Le piace fare nel tempo libero, sempre ammesso che ne abbia?
Prof. Pietro Gentile: Com’è facile comprendere, tra l’attività di ricerca, gli interventi chirurgici e l’attività di divulgazione scientifica nei congressi internazionali, di tempo libero ne ho davvero poco! Cerco comunque di ritagliarmi degli spazi per svolgere attività fisica preferibilmente all’aria aperta e al sole – che consiglio a tutti come toccasana per stimolare l’ossigenazione dei tessuti e la rigenerazione cellulare – nonché per godermi la vita familiare con la mia compagna e con gli amici.
Prof. Pietro Gentile: Nell’ordine: Chris Barnard, Neil Armstrong, Giulio Andreotti e mia madre. Al primo chiederei quanto ha davvero contato la fortuna e la velocità nel fare il primo trapianto di cuore ai fini della carriera. Ad Armstrong chiederei la sensazione che ha provato nell’attimo in cui ha messo il piede sulla luna. Ad Andreotti chiederei di poter sbirciare nei suoi “famosi” archivi. A mia madre – che non c’è più ed alla quale devo tutto – chiederei se è orgogliosa dei risultati che ho raggiunto.
L’Idea Magazine: Se Lei dovesse definirsi con tre aggettivi, quali sarebbero?
Prof. Pietro Gentile: Visionario, Ostinato, Perfezionista.
L’Idea Magazine: Un messaggio ai nostri lettori?
Prof. Pietro Gentile: Ho trasformato ogni avversità, ostacolo e rifiuto in opportunità; vi auguro di riuscire a fare lo stesso.