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IL MIO ANTIDOTO AD OGNI VIOLENZA: IL PRESEPE!

Anche quest’anno, con l’entusiasmo di un bambino, ho raccolto tutte le mie esigue forze necessarie per non arrendermi né alla vecchiaia con i suoi ritmi più lenti né agli acciacchi sempre più fastidiosi dei miei ottantatré anni ed ho iniziato la sacra costruzione del presepe. Lavoravo, ma qualcosa mi turbava. Mi sono detto: ma quale gioia potrei provare se mentre rispolvero i miei pastorelli chi sa quante altre donne vengono brutalmente picchiate o addirittura uccise dal proprio uomo? Se una ragazza viene giustiziata per avere indossato male il velo, se un’altra viene uccisa dai propri familiari perché voleva sposare il ragazzo che amava e non chi le imponevano? Come potrei essere felice se ho vivide negli occhi l’innocente Giulia Ceccherin accoltellata dall’ex fidanzato Filippo Turetta? Se alle immagini di morte e distruzioni della guerra tra Russia e Ucraina si sono aggiunte quelle tragiche del conflitto israelo-palestinese che mi fanno tornare in mente le catastrofiche visioni di ciò che restava della mia Napoli, la città italiana che subì il maggiore numero di bombardamenti nella seconda guerra mondiale? Quale felicità mi può trasmettere la realizzazione di un tempio o di una casetta o della grotta dove tornerà a nascere il Bambinello Gesù al freddo e, peggio ancora, al gelo dei cuori di tanti esseri umani che non hanno più alcuna umanità? Eppure ho continuato a costruire il mio presepe perché lo ritengo il più tenero messaggio d’amore di Gesù che si incarna per la salvezza e per la pace nel mondo, il più coinvolgente punto di integrazione per l’intera umanità, l’antidoto ad ogni forma di violenza. Ho raccolto tutte le mie pur esigue forze per riuscire a realizzare anche quest’anno il presepe che per me è il vero antidoto ad ogni violenza. L’ho fatto per tutti ma soprattutto per me perché non voglio spegnere il mio entusiasmo di bambino né il sentimento di fratellanza che mi accompagna da sempre.

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