Articolo di Anna e Maria Sciacca
Al Cinema Romano di Torino, tra i molti appuntamenti cinematografici della 40° edizione del Torino Film Festival dal 25 Novembre al 3 Dicembre, il regista e scrittore David Grieco e l’attore Malcolm McDowell hanno incontrato il pubblico in sala il 28 Novembre per la presentazione del film “Evilenko” che come ha spiegato David Grieco, il film è stato tratto dal suo romanzo “Il comunista che mangiava i bambini” basato sulle informazioni e le interviste del regista con Andrej Romanovic insegnante in una scuola di Rostov in Russia, diventato poi un serial killer.
Dopo alcune domande del pubblico in sala, facciamo sapere del nostro incontro di alcuni anni fa con il regista David Grieco e l’attore Malcolm McDowell, è stato bello ritrovarci e tra gli applausi del pubblico è iniziata la proiezione del film. Malcolm McDowell da un’interpretazione psicologicamente profonda del personaggio di “Evilenko”, descrivendone la sua follia psicotica attraverso dialoghi, posture ed espressioni facciali.
Nella retrospettiva organizzata dal Torino Film Festival, Malcolm McDowell ha partecipato anche alle proiezioni dei film: “If…/Se…” di Lindsay Anderson, “A Clockwork Orange/Arancia meccanica” di Stanley Kubrick, “O lucky man!” di Lindsay Anderson, “Caligola” di Tinto Brass, “The assassination of the Tsar/L’assassino dello Zar” di Karen Shakhnazarov, “Never apologize” di Mike Kaplan.
Affabile e dinamico Malcolm McDowell racconta al pubblico della sua carriera cinematografica tra curiosità e divertenti battute che l’attore inserisce nelle sue risposte alle domande che gli vengono fatte nell’ampia sala ad anfiteatro del Greenwich Cinema nella serata durante la masterclass guidata dall’amico e regista David Grieco e con la partecipazione anche di Mike Kaplan che ha lavorato alla MGM per la realizzazione del film di Stanley Kubrick “2001 Odissea nello spazio”.
“È davvero emozionante per me, vedere un pubblico così numeroso con tanti giovani” ha esordito Malcolm McDowell in apertura della masterclass.
Il regista David Grieco gli rivolge la domanda: “Dopo che hai fatto Arancia meccanica, che cosa ti è successo professionalmente e psicologicamente”? Malcolm McDowell risponde: “Quel ruolo mi ha fottuto, comunque gli attori inglesi cominciavano dal teatro e dopo di che da lì si imparava sulla scena del teatro e se ti andava bene con il cinema e la televisione magari riuscivi a pagarti l’affitto ed era così che funzionava ai miei tempi. Ma le cose che hanno cambiato la mia vita professionale è l’incontro con Lindsay Anderson, un grande regista, straordinario, non avrei mai potuto fare Arancia meccanica per Lindsay, perché lui non esigeva quel tipo di performance, era molto più pacato nelle sue richieste mentre invece Stanley Kubrick era sempre più esigente; io dicevo ma non posso fare più di così, diventerebbe ridicolo, deve basarsi sul vero ed era così la questione”.
David Grieco gli pone un’altra domanda: “Nel 1968 con il film “If….” di Lindsay Anderson hai vinto al Festival di Cannes, parlaci come hai incontrato il regista”. Malcolm McDowell dice: “Avevo ricevuto una telefonata dal mio agente che mi diceva che il regista Lindsay Anderson voleva conoscermi che c’era un film sulla scuola. Quando l’ho incontrato io stavo interpretando un ruolo di Shakespeare in teatro. Lindsay Anderson mi ha insegnato ad amare la vita e la recitazione”.
Parlando del suo ruolo di Alex nel film Arancia Meccanica, Malcolm McDowell afferma: “Dovevo rendere quel ragazzo immorale, amabile per il pubblico e ci misi dello stile”. Durante la scena dell’aggressione e pestaggio, il regista Stanley Kubrick aveva chiesto a Malcolm McDowell se sapesse ballare e McDowell con un’ironia grottesca si mise a cantare e ballare sulle note di Singin’ in the rain.
Durante il Torino Film Festival Malcolm McDowell ha anche partecipato ad una conversazione all’Auditorium del Grattacielo Intesa San Paolo “Una sera con Pier Paolo Pasolini” ed ha ricevuto il 30 Novembre il premio Stella della Mole nella spettacolare sala centrale del Museo Nazionale del Cinema, affermando che è tra i musei più belli che ha visitato e che tornerà a Torino per un film su Lord Byron.
At Romano Cinema in Torino among the many appointments of the 40° edition of Torino Film Festival from November 25th to December 3rd, the director and writer David Grieco and the actor Malcolm McDowell have met the audience on November 28th for the presentation of the film “Evilenko” that as David Grieco explained the film is from his novel “Il comunista che mangiava i bambini” based on information and interviews the director Grieco had with Andrej Romanovic, a teacher at a school in Rostov, Russia that became a serial killer.
After some questions of the audience in the hall, we let them know of the encounter with the director David Grieco and the actor Malcolm McDowell we had some years ago and it was fine to meet us again, then between the applause of the audience the screening of the film began. Malcolm McDowell gives a psychologically profound performance of the character of “Evilenko” describing his psychotic insanity through dialogues, postures and facial expressions.
In the retrospective organized by Torino Film Festival, Malcolm McDowell also attended the film screenings: “If….” by Lindsay Anderson, “A clockwork orange” by Stanley Kubrick, “O lucky man” by Lindsay Anderson, “Caligola” by Tinto Brass, “The assassination of Tsar” by Karen Shakhnazarov, “Never apologize” by Mike Kaplan.
Friendly and dynamic, the actor tells about his film career to the audience, between curiosities and funny jokes that the actor inserts into his answers to the questions asked by the audience in the amphitheater hall of the Greenwich Cinema, in the evening during the masterclass conducted by the friend and director David Grieco with also the participation of Mike Kaplan, who has worked at MGM for the movie “2001 A Space Odyssey” by Stanley Kubrick.
“It’s really exciting for me to see such a large audience with so many young people”, Malcolm McDowell said at the opening of the masterclass.
The director David Grieco asks him a question: “After you’ve performed “A Clockwork Orange,” what happened to you professionally and psychologically”?
Malcolm McDowell answers: “That role fucked me, anyway English actors started from theatre and then from here you learned from the theatre scene and if went well with cinema and television maybe you could pay your rent and that was how it worked in my days. But the things have changed my professional life, you know when I met a very great director Lindsay Anderson, who was extraordinary, I could never do a clockwork orange for Lindsay because he didn’t demand that kind of performance, he was much more calm in his requests, instead Stanley Kubrick was always more exigent, I said but I can’t do more than that, it would become ridiculous, it has to be based on the truth and so it was the question”.
David Grieco asks: “In 1968 with the movie “If….” by Lindsay Anderson you won The Festival of Cannes, tell us how you met the director”. Malcolm McDowell says: “I had received a call from my agent that said the director Lindsay Anderson wished to know me, there was a film about school. When I met him, I was performing a Shakespeare role at theater. Lindsay Anderson taught me to love life and the acting”.
Talking about his role in “A Clockwork Orange,” Malcolm McDowell says: “I had to make that immoral boy likable to the audience so I put some style”. McDowell also tells that during the film “A Clockwork Orange,” Kubrick asked him if he was able to dance during the aggression and beating scene and McDowell made that scene with a grotesque irony, starting to sing and dance on the song of “Singin’ in the rain”.
During the Torino Film Festival, Malcolm McDowell also participated at the conversation at the Auditorium of Intesa San Paolo skyscraper “An evening with Pier Paolo Pasolini” and he has received on November 30th Stella della Mole Award in the spectacular central hall of the National Film Museum in Torino, of which he says that it’s one of the most beautiful museums he visited and that he will return to Torino for a film about Lord Byron.