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“Il Giardino Delle Infinite Possibilità” di Alex Acquarone.

giardino4 Reminiscenze varie di altri libri vengono alla mente leggendo “Il Giardino delle Infinite Possibilità” di Alex Acquarone; “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry e “Il Profeta” di Kahil Gibran sono due di queste. Non che l’autore imiti lo stile o il contenuto di questi libri, anzi, tuttavia vi è sempre nello svolgersi della storia quella sensazione di voler passare al lettore un messaggio importante usando il meccanismo delle emozioni e della logica. Il tutto offerto in una magica e poetica narrazione. Come nel delizioso libro di Saint-Exupéry, le illustrazioni, anche se qui più limitate in numero, donano al libro una certa originalità e lo rendono più appetibile per i bimbi che lo volessero leggere.

Un’apparizione, che si fa chiamare Blu, dà al protagonista lezioni di vita che sembrano come una serie di livelli emotivi dettati dall’esperienza, una lezione al giorno, e il bimbo applica queste lezioni nelle proprie attività, eventualmente scoprendo la loro veridicità. Il libro si conclude con un finale a sorpresa molto ingegnoso e simpatico, degno di lode.

Un libro pieno di tenerezza ma che a volte usa forse un linguaggio un tantino troppo da adulto, pur se consideriamo che il bimbo in causa è un tantino precoce e quindi è possibile che usi tale linguaggio, togliendo un poco quella naturalezza che l’autore ottiene in buona parte del libro, grazie ad uno stile scorrevole e naturale. È qui che forse Acquarone usa un approccio simile a quello di Gibran, forse più adatto o adattabile ad un adulto, pur ritenendo, proprio come ne “Il Profeta” un linguaggio poetico eccezionale. Sono convinto, inoltre, che molti adulti trarrebbero beneficio nel leggere questo libro se non altro per mettere a fuoco le proprie incertezze e rendersi conto delle molteplici possibilità che la vita ci offre.

L’adulto che scelga questo libro per un bimbo, tenga presente che vi sono degli insegnamenti che toccano argomenti un poco delicati, nel senso che possono essere non accettabili o addirittura discutibili per chi non ha una mente aperta alla teologia orientale, e alla reincarnazione in particolare. A difesa dell’autore, “Blu” ripete molte volte che le risposte che lui offre sono solo delle possibilità e il bimbo può anche non accettare questi insegnamenti e crearsi idee diverse al proposito.

Un ottimo libro, quindi, ma con delle limitazioni legate alla filosofia di base, che ha chiari legami con il Buddismo e che può risultare un tantino differente da quella del giovane lettore medio italiano, e quindi creare un poco di confusione e la necessità di chiarificazioni da parte dell’adulto.

Nota: Esiste già una versione in inglese del libro per chi fosse interessato…

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