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Il Bene, Motivo Conduttore del Salone Internazionale Del Libro 2014 a Torino

È il Bene il motivo conduttore del Salone Internazionale del Libro 2014. Di fronte a una crisi globale che è anzitutto morale e culturale, diventa urgente la necessità di ridefinire le regole del gioco, di provare a disegnare un catalogo di valori, esperienze, sensibilità di segno positivo, da cui provare a ripartire. Non discorsi astratti, ma un’agenda di cose da fare. E da fare bene, al meglio possibile.

Della nostra storia recente siamo soliti dare una lettura all’insegna della negatività, che finisce per alimentare le ragioni del catastrofismo e della rassegnazione. Eppure sono ancora molte le energie, le competenze e le disponibilità di chi vede la crisi come un’occasione di cambiamento e di innovazione vera. Dove corrono oggi le frontiere dell’etica pubblica e privata? In quale misura sono cambiate? Come sta evolvendo la mentalità collettiva? Un primo spunto potrà venire dalle risposte che la letteratura e la filosofia ha dato ai bisogni primari delle società umane.

Susanna Tamaro è la madrina del Salone 2014. Tiene giovedì 8 la prolusione inaugurale sulla necessità del Bene. Aver cancellato la linea di demarcazione tra il bene e il male, trasformando una scelta imprescindibile in qualcosa di relativo, ha contribuito a trascinare le nuove generazioni in uno stato di confusione e offuscamento, da cui è sparito ogni possibile senso da dare alla propria esistenza.

A vent’anni dalla sua fortunata Etica per un figlio, Fernando Savater torna a proporci una Piccola bussola etica per il mondo, soprattutto ad uso dei più giovani, in cui cerca di rispondere alle loro grandi domande.

Stefano Bartezzaghi disegna una mappa dei tanti usi che facciamo, magari inconsapevolmente, della parola «Bene». Una breve storia del bene in filosofia ci è offerta da Armando Massarenti, mentre il bene come ininterrotta ricerca di verità è il tema del dialogo tra la scrittrice Mariapia Veladiano e il filosofo Remo Bodei. La lectio magistralis di Enzo Bianchi riflette sull’arte del dono, la capacità di soffrire insieme, la pratica della compassione. L’elogio del perdono è anche al centro del nuovo libro di Massimo Recalcati. E Carlo Ossola studia la linea ondivaga che separa il bene dal male nel mito di Don Juan. Ma il discorso poggerà anche su una concreta base scientifica: un illustre primatologo come l’olandese Frans De Waal dimostra come i comportamenti morali dell’uomo non discendano da precetti religiosi, ma rispondono alle esigenze dell’evoluzione biologica della nostra specie.

Incontri e dibattiti affronteranno poi temi e problemi che investono molti aspetti della vita associata. Anzitutto le forme della democrazia, le sue derive e opacità. La maschera drammatica delle oligarchie è al centro di un dialogo tra Luciano Canfora e Gustavo Zagrebelsky, che coinvolge Ezio Mauro e Gian Antonio Stella.

E che accade se nemmeno la Giustizia riesce a essere giusta, tra intercettazioni, processi interminabili, incertezza della pena? Per i Dialoghi dell’Espresso ne discutono il ministro della Giustizia Andrea Orlando con lo scrittore Giancarlo De Cataldo, l’avvocato e giurista Carlo Federico Grosso, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.

Non meno pressante il ripensamento che deve investire l’economia e la finanza, le cui leve sono in mano a un’élite ristretta, che sfugge a ogni controllo. Occidente estremo è il titolo della performance di Federico Rampini, fra teatro e giornalismo, che parte dagli errori dell’Occidente per affrontare gli scenari di terre lontane e di un futuro prossimo su cui incombe la Cina. Al Lingotto anche Alan Friedman con il suo nuovo libro sui trasformismi italiani e Luca Ricolfi, disincantati analisti degli errori passati e ricette possibili.

Il tracollo finanziario come effetto di una strategia precisa è al centro del duro atto d’accusa contro l’establishment bancario mosso dallo stesso Rampini, Luciano Gallino e Luca Ciarrocca. A rispondere Camillo Venesio, vice-­presidente Abi.

La stessa idea di Europa non sembra più rappresentare un approdo auspicato e condiviso, e largamente incompiuta com’è, esige un salto di qualità. Ne discutono Giuliano Amato ed Ernesto Galli della Loggia, mentre Massimo D’Alema parla con Bianca Berlinguer delle proposte «europee» contenute nel suo nuovo libro.

Atteso anche uno dei più famosi e discussi protagonisti della finanza mondiale, George Soros, filosofo di formazione, oggi dedito ad attività filantropiche, che dedica le sue riflessioni più recenti agli incerti destini d’Europa, accompagnato da Emma Bonino e Federico Fubini.

Gli avanzamenti della ricerca tecnologica pongono, con frequenza sempre maggiore, dilemmi al centro di accesi dibattiti come quelli che riguardano la bioetica. Ne discutono, partendo dal caso Stamina, la senatrice a vita Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini. Anche le possibilità offerte dagli strumenti digitali e dalla Rete aprono scenari inediti, dove le potenzialità sono bilanciate dai pericoli di un uso passivo, che minaccia un’autentica crescita formativa. La scuola digitalizzata rappresenta un’opportunità o un azzardo? Ne discutono Juan Carlos De Martin del Politecnico di Torino e Marco Gui dell’Università di Milano Bicocca, con Fiorenzo Alfieri, mentre Fabio Chiusi affronta le carenze della democrazia digitale. Conduce Domitilla Ferrari.

Negli ultimi anni è cresciuta una sensibilità collettiva sul concetto e sulla pratica di Bene Comune nella gestione di risorse primarie e irrinunciabili, a partire dall’ambiente, dall’acqua ai farmaci salvavita, l’accesso a Internet, eccetera. È in discussione un nuovo rapporto tra mondo delle persone e mondo dei beni, un tempo affidato alle logiche di mercato. Al Salone ne parlano Stefano Rodotà e Laura Pennacchi, mentre un ricordo di Mario Fazio a dieci anni dalla scomparsa offre lo spunto a una riflessione sulla tutela del paesaggio e dell’ambiente che coinvolge Andrea Carandini, oggi presidente del Fai, Francesco Erbani e Marco Revelli, coordinati da Cristina Gabetti.

Logo della Fondazione Libro

In questo dibattito si innesta l’annoso problema della gestione dei Beni Culturali, che costituisce una delle grandi opportunità sprecate del Paese e che invece, se opportunamente sviluppata, potrebbe costituire un importante volano di rilancio e di sviluppo. Delle nuove strategie parla il ministro Dario Franceschini con Salvatore Settis e Tomaso Montanari, coordinati dal direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano.

Al bene della conoscenza, all’utilità di quello che può sembrare inutile, come l’arte e la letteratura, dedicano le loro appassionate riflessioni il filosofo Giulio Giorello, lo scienziato Edoardo Boncinelli e l’italianista Nuccio Ordine. La cultura come bene essenziale ad ogni progetto di ricostruzione è anche il tema del nuovo libro di Marino Sinibaldi, Spostiamo di un millimetro la Storia.

In questo ripensamento di valori, modelli, proposte, il Salone 2014 dedica una speciale attenzione al lavoro ben fatto, all’artigianato, come attività in cui si fondono tradizione e innovazione, creatività e cura del dettaglio, rigore e competenza, per un ricupero della manualità contro le astrazioni del mondo virtuale. Un Elogio dell’artigianato viene tenuto da Stefano Micelli dell’Università di Padova, in compagnia di due innovativi cultori dell’imprenditorialità artigiana come Teo Musso e Paola Zini.

Tra i protagonisti del Lingotto saranno quanti, a partire dagli editori e dai librai indipendenti, continuano a puntare sulla qualità. Ai maestri del lavoro eseguito a regola d’arte è dedicato l’intero primo padiglione del Lingotto, che prende simbolicamente il titolo di Officina, e gode di un programma di eventi specifico, curato da Giuseppe Culicchia.

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