L'Idea Magazine

FU PER ESPRESSA VOLONTÀ DEL COMPOSITORE MICHELE NOVARO CHE “IL CANTO DEGLI ITALIANI” SI CHIAMASSE “INNO di MAMELI”!

È prassi consolidata nel tempo attribuire la paternità di una canzone all’autore della musica a cui viene anche riconosciuto una percentuale maggiore sui diritti d’autore. Un’eccezione riguarda il nostro Inno nazionale da tutti chiamato “Inno di Mameli” che è l’autore dei versi. Come mai? Fu proprio il compositore Michele Novaro, autore della musica, che volle si registrasse appunto come “Inno di Mameli” per onorare il suo giovane amico e poeta, prematuramente scomparso a soli 22 anni. Lo appresi dal compositore e direttore d’orchestra Alfredo Giannini (Napoli 1894/1967) che aveva fatto approfondite ricerche negli archivi di Storia Patria e ne parlò durante una riunione conviviale in casa di E.A. Mario (autore della “Leggenda del Piave” e di tante canzoni di successo mondiale).

Goffredo Mameli aveva dedicato la sua breve vita alla causa italiana: nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari partecipa alle “cinque giornate” di Milano; tornato a Genova, collabora con Garibaldi e a novembre raggiunge Roma dove, il 9 febbraio 1849, viene proclamata la Repubblica. Sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi, il 3 giugno è ferito alla gamba sinistra: morirà di setticemia a soli ventidue anni. Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo. Il compositore, Michele Novaro, morto il 21 ottobre 1885, poverissimo e dopo lunga e grave malattia, riposa in un monumento funebre eretto con il contributo di alcuni suoi ex allievi nel cimitero di Staglieno (Genova), vicino alla tomba di Giuseppe Mazzini.

Exit mobile version