Articolo di Isabella Rossiello
A Bologna ,al Palazzo Albergati, è in mostra Frida Kahlo, pittrice messicana e opere di altri artisti: Diego Rivera, Rufino Tamayo e Angel Zarraga.
Frida Kahlo all’anagrafe è Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce a Coyoacán, il 6 luglio 1907 e muore a Coyoacán, 13 luglio 1954.
Una donna che ha vissuto il suo tempo come spirito libero, fermata solo da un terribile incidente che ha segnato la vita e le opere.
Grandi gli amori, i tradimenti, i dolori, i successi, grande la passione politica, non si è mai arresa Frida, ha dipinto le sue pene, le sue fragilità, il dolore per non poter avere figli, ebbe tre aborti, uno spontaneo e due terapeutici.
Figlia di Guillermo Kahlo all’anagrafe Karl Wilhelm Kahlo Kaufmann un fotografo tedesco emigrato in Messico nel 1891, e di Matilde Calderón y González, una benestante messicana di origini spagnole e amerinde, Frida aiutò suo padre a ritoccare le foto e lui le insegnò la tecnica dell’inquadratura fotografica, arte che lei userà in seguito nei suoi dipinti.
Frida era affetta da spina bifida, che i genitori scambiarono per poliomielite, le produsse una dolorosa scogliosi e in seguito l’amputazione di tre dita della gamba destra.
Studiò inizialmente al Colegio Alemán, una scuola tedesca e nel 1922, aspirando a diventare medico, si iscrisse alla Escuela Nacional Preparatoria, qui si legò ai Cachuchas, sostenitori del Socialismo Nazionale e iniziò a dipingere per divertimento i ritratti dei compagni di studio.
Frida si innamora di Alejandro Gómez Arias studente di diritto e giornalista, capo spirituale e ispiratore dei Cachuchas.
A 18 anni però la sua vita cambierà per sempre e irrimediabilmente, l’autobus su cui era salita si scontrò con un tram le conseguenze per lei furono a dir poco orribili: la colonna vertebrale le si spezzò in tre punti nella regione lombare, si frantumò il collo del femore e le costole, la gamba sinistra riportò 11 fratture, il piede destro rimase slogato e schiacciato, la spalla sinistra restò lussata e l’osso pelvico spezzato in tre punti, inoltre, un corrimano dell’autobus le entrò nel fianco e le uscì dalla vagina.
Nel corso della sua vita dovette subire ben 32 operazioni chirurgiche, dimessa dall’ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel letto di casa, col busto ingessato, questa situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista e a dipingere.
Il suo primo lavoro fu un autoritratto, i genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto in modo che potesse vedersi, colori e tavolozza.
Iniziò così la serie di autoritratti, dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a camminare con dolori che sopportò per tutta la vita, un giorno decise di sottoporre i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore dell’epoca, esponente del “Muralismo” per avere una sua critica.
Rivera rimase assai colpito dallo stile moderno di Frida, e la inserì nella scena politica e culturale messicana, Frida divenne un’attivista del Partito Comunista Messicano e si innamorò di Diego Rivera che era già al suo terzo matrimonio.
Fu un amore altalenante e condito da tradimenti da entrambi i coniugi, Frida ebbe anche esperienze omosessuali, tra gli amanti di lei : il rivoluzionario russo Lev Trockij e il poeta André Breton, fu amica e probabilmente amante di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti.
La passione politica ebbe un ruolo determinante nella sua vita, ad esempio fu firmataria nel 1953 con grandi personaggi dell’epoca fra cui: Brecht, Picasso, Sartre, Simone de Beauvoir Papa Pio XII, della richiesta di grazia per i coniugi Rosemberg comunisti americani, condannati e poi comunque giustiziati perché accusati di spionaggio a favore dell’ URSS.
Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua Casa Azul, oggi sede del Museo Frida Kahlo, le ultime parole che scrisse nel diario furono: “Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più.” Frida invece è diventata eterna ed è un’icona femminista di lotta e di arte, lei rifiutò la definizione di artista surrealista, piuttosto è una simbolista, in un quadro dove lei si rappresenta nuda, sofferente dopo un aborto c’è una lumaca, simbolo secondo la cultura india del concepimento e della sua lentezza.
La mostra a Bologna fa parte della Collezione Gelman che nasce nel 1941 quando Jacques Gelman e Natasha Zahalkaha, due emigrati dall’Est Europa, si incontrano e si sposano a Città del Messico, Jacques era un ebreo russo di San Pietroburgo, emigrato in Francia dopo la rivoluzione d’ottobre e arrivato nel 1938 in Messico, dove fa fortuna producendo i film comici di Mario Moreno, il Charlie Chaplin messicano.
Nel 1943 Jacques commissiona a Diego Rivera il ritratto di Natasha, è l’inizio di una lunga avventura e di una grande Collezione che da anni gira il mondo per far conoscere la “ Rinascita Messicana”
Curata da Gioia Mori, la mostra è patrocinata dal Comune di Bologna, ed è prodotta e organizzata da Arthemisia Group, sponsor dell’iniziativa l’INBA (Instituto Nacional de Bellas Artes) hanno collaborato MondoMostre e Skira.
Special partner Ricola, sponsor tecnico della mostra Trenitalia e La Rosa. Hospitality Partner Grand Hotel Majestic “Già Baglioni” e Monrif Hotels.
Oltre alle sue 16 opere e disegni esposti, interessanti sono stati i filmati originali, la ricostruzione del “suo letto di morte”, gli abiti da “Tehuana”, i gioielli e le sue acconciature, superbo il tributo di alcuni stilisti che si sono ispirati a Frida Kahlo nelle loro sfilate come Antonio Marras, Valentino, Gianfranco Ferrè.
Grazie Frida, esempio luminoso del tuo tempo e della tua terra, fiera delle tue origini e della lotta tesa ad un mondo migliore, donna dalle mille contraddizioni, artista pura dallo stile riconoscibile ed unico!
(Foto della Mostra: Isabella Rossiello)