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FRANCO CERRI: A PASSO D’OPERA

INTERVISTA DI EMANUELA CAMPANELLA

Franco Cerri è un personaggio eclettico nell’ambiente lirico, dove si affaccia come nuova promessa: baritono trasversale sia nel carattere  sia nella forma artistica. Cantante lirico in primis, ma volto adatto alla moda e al cinema. Una carriera iniziata con la danza, poi la passione per la musica, studiando pianoforte – inizialmente dedicandosi al jazz –  e da qui un inusuale passaggio al Belcanto.
Una carriera da artista completo, che  non si ferma solamente ai vecchi schemi operistici, ma incontra  continuamente altre esperienze.
Protagonista anche quest’anno in più recite e concerti a Torre del Lago per la 62esima edizione del  Festival Puccini, nel ruolo di Sciarrone (con la regia d’esordio nell’opera di Enrico Vanzina) e nel ruolo di Tartaglia, una delle maschere,  nella Turandot di Busoni, dopo il Trittico nel 2015.
Ma già a fianco del grande tenore spagnolo Giacomo Aragall al Musikverein di Vienna. Protagonista all’apertura del Festival del cinema di Valencia e accanto a Franc D’Ambrosio (insuperabile Fantasma dell’Opera) al teatro del Giglio di Lucca per “Italy loves America – Le più belle note sulle rotte del Nuovomondo” .

Lei è un artista a 360°, vanta una carriera ampia, in cui si è dedicato e si dedica a molte cose: gli studi di danza e quelli di pianoforte, da una decina di anni l’amore per l’opera: pensa un giorno di intraprendere anche la strada della regia?
Alla regia non ho ancora pensato seriamente, ma rappresenta quel famoso “altro punto di vista” che mi attrae molto, come tutte le nuove prospettive e le sfide. Devo fare i conti con il fatto di essere  cresciuto a pane e Freud e rischierei di dare una visione così profonda da…. rappresentare gli spettacoli nel golfo mistico, se non sotto il palco. (sorride)

Ci sono persone nel mondo dello spettacolo che lei apprezza particolarmente? 
Moltissime…..e soprattutto i “grandi” che non lo fanno pesare. Amo il cinema e quindi Sorrentino con i suoi film impregnati di citazioni, il modo diretto e commovente di raccontare di Virzì, ma anche un regista estremo e radicale come Kim Ki Duk. Del mio mondo cito gli immensi: Karajan e Barenboim. E un’infinità di scrittori, che per fortuna restano lontani dai riflettori. Uno su tutti? Milan Kundera.

Lei rientra tra i baritoni più sexy dell’opera, i famosi “Barihunks”, ci racconti come vive questa moderna esperienza?
Tra i più sexy? Lo ha detto lei….mi prendo il complimento, grazie. Barihunks è un titolo molto simpatico. Un tentativo ben riuscito di allontanare lo stereotipo che per cantare bisogna rotolare ed anche in questo caso l’importante è non prendersi troppo sul serio.

Possiamo quindi affermare che al giorno d’oggi, l’aspetto fisico ha la sua importanza anche nel mondo dell’opera lirica?
La fisiognomica e la bioenergetica hanno dimostrato quanto il nostro involucro rappresenti noi stessi. Con questo credo che la vera bellezza risieda nella nobiltà d’animo.  Pertanto si, l’aspetto fisico ha una grande importanza,  ma in virtù dell’anima che cela.

Spesso noi donne pensiamo che essere un bell’uomo sia sinonimo di “Don Giovanni”; lei vanta stragi d’amore?
Per prima cosa credo che la parola strage non sia sinonimo di vanto e stragi non ricordo di averne mai causate. Amo una donna alla volta, con tutto me stesso, ma Don Giovanni è un personaggio inquieto, certo, in questo ci somigliamo, ma voglio essere Don Giovanni solo sul palco ed è un’opera in cui avrei il piacere di debuttare quando e se me ne sarà data l’occasione. Un ruolo intrigante, enigmatico. Non aggiungo altro perchè è già stato detto e scritto tutto su Don Giovanni. Quello che più mi ha colpito però, resta interpretato da Jhonny Depp, in Don Juan De Marco – Maestro d’amore, con Marlon Brando nel ruolo di psichiatra. Una versione molto romantica, ironica. E triste.

Qual è il suo segreto per mantenere il suo corpo e la sua voce così “attraenti”?
Non è più un segreto ormai quello per rimanere in forma.. Nel mio caso sono vegetariano, faccio molto sport e ascolto le esigenze del mio corpo. Tutte. E cerco di ridere molto… quando non ci riesco, mi guardò allo specchio (…ride)

Franco Cerri avrà pure dei difetti, ce li può dire?
Quali difetti? No, non li posso svelare:  soffro di vuoti di memoria… (….ride)

Quali sono i suoi hobby preferiti? 
Leggere, vedere gli amici e quando posso rilassarmi nella mia casa a Genova, città che amo e che adoro fotografare. C certe sere con certi tramonti che tolgono il fiato o quando le mareggiate creano onde spumeggianti che inebriano a guardarle….come certi champagne. Come certe donne…e qui mi fermo, per la privacy.

Ci dica i suoi progetti artistici futuri…
Il futuro artistico guarda a Oriente e a Nord, mi aspetta un nuovo  importante concerto a dicembre al Musikverein di Vienna e immediatamente dopo una tournée di 12 concerti che toccherà le città ed i teatri più importanti della Cina. Sto infatti studiando cinese ed ogni giorno mi chiedo: Yinwèi (perchè?)

Finisca la frase: “Io tra dieci anni sarò…”
Io tra dieci anni sarò un buon rosso passato in Barrique, ma sarò anche quello che ho risposto alla prima domanda: un regista… e sicccome sono un folle, vorrei la regia di “Lucia di Lammermoor”.

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