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Faccio un salto a Cabos e… non torno

di Maria Teresa Orlando (ALMANACCO DELLA SCIENZA, FEBBRAIO 2022)

Il tam tam del “mi godo la pensione in un altro Paese” continua a spingere le fasce di età più mature verso nuove mete, grazie a vantaggi e incentivi economici. Anche l’Italia agisce con tassazioni agevolate per attirare l’ingresso dei redditi milionari, offrendo loro una nuova casa nel nostro Paese. Ne parliamo con Giampaolo Vitali, economista dell’Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile del Cnr

Che il mondo stia cambiando a un ritmo senza precedenti è sotto gli occhi di tutti; forse è meno evidente che “le forze che guidano questa trasformazione globale agiscono a livello profondo, oltre che rapidamente, penetrando l’economia, la società e la strategia politica internazionale su larga scala” spiega Giampaolo Vitali, economista dell’Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile (Ircres) del Cnr di Torino. Ce ne accorgiamo quando il cambiamento avviene intorno a noi, magari sullo stesso pianerottolo di casa, dove il vicino con i capelli bianchi, dopo anni di vita condominiale, annuncia: “Ci trasferiamo alle Canarie, lì c’è il mare, il sole, non c’è mai umidità e con la nostra pensione viviamo da nababbi, ricominciamo una nuova vita”. Una decisione forte, soprattutto pensando alla fragilità inevitabile dell’età, che rende questo sogno rischioso.

Sono alcuni anni  che il tam tam scuote la fascia di età più matura, abbagliata dall’illusione dell’Eden, del vivere felice in terra straniera. I più temerari tra i pensionati, quelli che avvertono meno i legami familiari con figli e nipoti, non si spaventano, valutano, decidono e partono. “Tutto rientra nel concetto della globalizzazione”, svela Vitali. “Dapprima ha portato al movimento delle merci, in una dinamica basata sul vantaggio economico del basso costo del lavoro, poi al movimento di servizi – dai trasporti alle reti di vendita globali – e ai flussi migratori del fattore lavoro, per arrivare oggi a favorire addirittura la mobilità dei pensionati”.

La piena libertà di movimento dentro l’Unione Europea, col pieno riconoscimento reciproco dei diritti e del sistema sanitario, consente nuove esperienze internazionali a chi non le ha avute in gioventù, quando non esisteva ancora l’Erasmus per gli studenti. Più complessa la migrazione verso i Paesi extra comunitari, dov’è suggerita l’attivazione di un’assicurazione sanitaria, anche se in molti casi sono previste convenzioni bilaterali. “In questi trasferimenti ci sono vantaggi economici, vantaggi climatici, vantaggi ambientali”, continua il ricercatore. “I primi sono i più facili da contabilizzare per i pensionati a reddito più basso”. Chi in Italia guardava all’euro per fare la spesa, in Paesi come Bulgaria, Tunisia, Malta e Cipro può godersi la vita in case con vista mare o in posti di villeggiatura dove è sempre estate. Il costo per un bilocale ad Hammamet a pochi metri dal mare si aggira sui 200 euro al mese, in un regime di totale esenzione fiscale. “In altri Paesi più frequentati dai pensionati italiani, come Spagna e Portogallo, il vantaggio monetario è inferiore, a fronte però di una migliore qualità di servizi e di ambienti molto belli. Il pericolo maggiore è quello di recarsi in un Paese con servizi scadenti e con livelli di violenza maggiori, come in alcuni stati del Centro o Sud America”.

Indipendentemente dalla mete che si scelgono, i cittadini italiani che decidono di trasferire la propria residenza all’estero devono iscriversi all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero: l’iscrizione è un diritto-dovere, come recita l’art. 6 della Legge 470/1988, ed è il presupposto per usufruire di diritti importanti quali quelli di votare, di ottenere il rilascio o rinnovo di documenti, di rinnovare la patente di guida. L’Inps paga all’estero 330.500 pensioni distribuite in 164 nazioni, per un importo complessivo di circa 1.332 milioni di euro.

I Paesi di provenienza di questi migranti della terza età cercano di arginare e sovvertire la tendenza, con incentivi fiscali tesi a rendere appetibile l’ingresso anziché l’uscita del denaro. “Spagna e Portogallo hanno adottato una normativa a bassissima tassazione per attirare moneta, ma anche l’Italia ha seguito due strade complementari. Nel 2017 ha predisposto una legge fiscale per attirare i super-ricchi, che pagano solo 100 mila euro di tassa fissa per tutti i redditi prodotti all’estero; il vantaggio dura 15 anni e si estende anche ai famigliari, che pagano solo 25 mila euro. La seconda norma dal 2019 garantisce una bassissima tassazione, solo il 7% dei redditi, a patto che si vada a vivere in un paesino del Sud Italia, nell’ottica di ripopolare i borghi meridionali svuotati dall’emigrazione di giovani in cerca di lavoro”, precisa l’economista. Al di là dei vantaggi fiscali, sono probabilmente il paesaggio, la qualità della vita e la ricchezza artistica dell’Italia i principali fattori attrattivi per i pensionati stranieri. In questa partita vinciamo noi per capacità di attrazione, basti pensare ai Vip famosi che hanno scelto il lago di Como o i poggi toscani del Chiantishire come luogo in cui fissare la loro dimora

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