Una ricerca sulla mobilità umana, condotta dal Kdd Lab di Università di Pisa e dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Cnr insieme al Barabasi Lab di Budapest e Boston, è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications
Confrontando il raggio di mobilità ricorrente, relativo cioè agli spostamenti di routine, come fra casa e posto di lavoro o studio, e quello totale, relativo a tutti gli spostamenti, i ricercatori hanno scoperto che le persone tendono naturalmente a dividersi in due gruppi ben distinti, con caratteristiche molto diverse. Il primo è composto da persone il cui raggio di mobilità ricorrente è molto simile a quello totale: la mobilità degli abitudinari o ‘returners’ può essere ridotta agli spostamenti tra le poche locazioni più frequentemente visitate. Viceversa, il gruppo degli ‘esploratori’, la cui mobilità ricorrente è solo una piccola parte di quella complessiva, mostrano una mobilità ‘a stella’: un nucleo centrale (casa e posto di lavoro) intorno al quale gravitano altre locazioni, spesso molto distanti. I data scientist hanno sviluppato un modello matematico in grado di catturare questa suddivisione e hanno condotto esperimenti intensivi e simulazioni al computer per studiare alcune delle conseguenze della scoperta.
“Gli esperimenti hanno provato che esploratori e abitudinari presentano capacità differenti di diffondere, attraverso i loro movimenti sul territorio, eventuali epidemie”, commenta Dino Pedreschi dell’Università di Pisa. “I due profili rivelano anche un certo grado di ‘omofilia sociale’: osservando la rete telefonica, gli esploratori tendono a comunicare più spesso con altri esploratori piuttosto che con gli abitudinari”.
“La ricerca dimostra come i Big Data offrano uno strumento potente per la comprensione del comportamento umano, un passo importante verso la realizzazione di simulazioni realistiche in contesti fondamentali come il consumo energetico, l’inquinamento e la pianificazione urbana”, conclude Fosca Giannotti dell’Isti-Cnr. “È importante perché, se abbiamo a disposizione modelli affidabili, siamo in grado di prevedere le conseguenze delle nostre scelte, sia individuali sia collettive, come creare una nuova infrastruttura”.