Ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università di Pisa hanno dimostrato che la concentrazione di CO2 sta prolungando l’attuale periodo interglaciale. Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale ‘Geology’
L’effetto serra conseguente alla cospicua concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera starebbe prolungando l’attuale periodo interglaciale, iniziato circa 11.700 anni fa. Gli effetti climatici della CO2, peraltro già relativamente elevata prima dell’avvento della rivoluzione industriale, sono infatti tali da inibire l’inizio di un’era glaciale. È quanto emerge da uno studio appena pubblicato nella rivista ‘Geology’ e condotto da un team internazionale di ricercatori guidati da Biagio Giaccio dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Igag-Cnr), da Eleonora Regattieri, ora dell’Igag-Cnr di Roma e Phd della scuola Galileo Galilei dell’Università di Pisa e da Giovanni Zanchetta, del dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano.
“Assumendo una totale analogia tra le due fasi interglaciali, il MIS 19c e l’Olocene”, spiega Biagio Giaccio, “l’attuale periodo caldo dovrebbe essere relativamente prossimo alla sua fine e volgere verso una nuova glaciazione, se non fosse per la significativa differenza dei gas serra riscontrati nei due periodi”. Infatti, mentre durante le fasi iniziali di entrambi gli interglaciali le concentrazioni di CO2 appaiono del tutto simili, l’atmosfera dell’Olocene, già a partire dai primi millenni, si è progressivamente arricchita di anidride carbonica rispetto invece a quella del MIS 19c.
I ricercatori stimano, al 68% di probabilità, che la durata del MIS 19c sia di 10800 +/- 1800 anni. “Questo significa che l’Olocene poteva già essere terminato oltre mille anni fa”, afferma Giaccio. “La fase di generale raffreddamento del clima olocenico che si ipotizza sia iniziata circa 4.500 anni fa, quella che i geologi definiscono ‘neoglaciale’, probabilmente rappresentava l’embrione della prossima glaciazione poi, forse, definitivamente abortita per l’eccesso di CO2”.