Site icon L'Idea Magazine

Edifici in armonia con l’ambiente e il benessere dell’uomo

di Silvia Perrella

Negli ultimi decenni, la crescente sensibilità verso l’ambiente e il desiderio di uno stile di vita più sostenibile hanno portato alla nascita di nuovi approcci nel settore delle costruzioni. Tra questi, la bioedilizia rappresenta un passo fondamentale nella direzione di un’ottica che rispetti la natura e il benessere psicofisico dell’uomo. Ne abbiamo parlato con Giuseppina De Luca, ricercatrice dell’Istituto per le tecnologie della costruzione del Cnr

La bioedilizia è un approccio sostenibile alla costruzione che mira a minimizzare l’impatto ambientale degli edifici tramite l’utilizzo di materiali naturali e tecniche che favoriscono il risparmio energetico e il rispetto per l’ambiente, migliorando la qualità della vita di chi vi abita. Ma quali sono ad oggi i progetti e le iniziative al riguardo? “L’Istituto per le tecnologie della costruzione (Itc) sta esplorando nuove soluzioni per valutare e migliorare la sostenibilità e la resilienza degli involucri edilizi, al fine di realizzare i cosiddetti ‘healthy buildings’, definizione che indica un edificio comprensivo di tutti i suoi sistemi, che promuove e sostiene la salute dei suoi occupanti, intesa come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”, spiega Giuseppina De Luca del Cnr-Itc.

La pandemia ha messo in evidenza la necessità di ambienti salubri e ha reso le persone più consapevoli dell’importanza della qualità dell’aria e dei materiali utilizzati per la costruzione degli edifici. “Dopo l’esperienza della Covid-19, l’involucro edilizio ha acquisito un nuovo significato, è stato concepito come una ‘barriera’ tra il virus e le persone, al di là della quale i singoli individui si sono sentiti al sicuro, godendo di un benessere psico-fisico anche in una situazione critica. Allo stesso modo, oggi, le persone confidano nelle prestazioni dell’involucro per far fronte a un’altra minaccia che sta infondendo panico e ansie: l’ “instabilità climatica”, continua la ricercatrice. “Secondo l’Em-Dat (The international disaster database), nel 2023 si sono registrati nel mondo 399 disastri dovuti a eventi naturali; la frequenza con cui questi avvengono porta ad affermare che essi facciano ormai parte della quotidianità, a tal punto che la popolazione confida in una progettazione degli edifici che la possa proteggere da tali rischi e che possa garantire quella continuità di benessere psico-fisico”.

Oltre a legno, paglia e argilla, altri materiali utilizzati nella bioedilizia includono canapa, bambù e materiali riciclati, che non solo riducono l’impatto ambientale, ma possono anche migliorare l’efficienza energetica dell’edificio. “È bene sottolineare che i materiali e i diversi prodotti da costruzione, sottoposti a studi, sono principalmente ‘green’. La componente verde è quindi una base di partenza: si studiano per esempio cappotti termici realizzati con pannelli isolanti sostenibili oppure prestazioni dei sistemi compositi con malte organiche o realizzate con materiale di scarto”, aggiunge l’esperta. “È inoltre importante citare gli studi del nostro Istituto sui cementi con più bassa concentrazione di clinker o realizzati con materiali riciclati, condotti da Arianna Peduzzi, il cui processo di realizzazione è caratterizzato da una più bassa concentrazione di CO2; oppure quelli di Annalisa Franco sui materiali compositi fibrorinforzati innovativi, capaci di rinforzare e quindi recuperare gli edifici esistenti, con risparmio di materiali e di suolo. Questi sistemi, costituiti da fibre di varia natura (in alcuni casi in materiale naturale come la canapa) e matrice organica o inorganica, sono capaci di migliorare e a volte di restituire completamente la stabilità strutturale a edifici che, altrimenti, non riuscirebbero a far fronte a eventi eccezionali come quelli sismici”.

Negli ultimi anni, la ricerca ha dimostrato che il cambiamento climatico ha un impatto significativo sulla salute mentale delle persone. “L’eco-ansia, definita come l’ansia legata alle preoccupazioni ambientali e al futuro del Pianeta, può derivare dalla consapevolezza dei cambiamenti climatici, degli eventi catastrofici e della perdita di biodiversità. Con un approccio fortemente interdisciplinare, il lavoro che sta svolgendo il nostro Istituto è volto a dimostrare come questa ansia possa essere placata quando le persone hanno consapevolezza di vivere in un edificio sicuro, capace di adattarsi ai cambiamenti climatici”, prosegue De Luca. “Il Cnr-Itc è infatti uno dei pochi centri di ricerca in Italia che può eseguire tali valutazioni, in quanto vanta apparecchiature innovative e uniche in Europa; l’Istituto dispone per esempio di una macchina sismica attraverso la quale la collega Orsola Coppola riesce a simulare l’azione di sismi realmente avvenuti su intere facciate. È presente inoltre un congegno, l’ultimo progettato e realizzato dal responsabile dell’Unità di ricerca Antonio Bonati e dal collega Gabriele Pisano, attraverso il quale è possibile appiccare un incendio reale a intere porzioni di facciata”.

Ma come dimostrare ai singoli utenti che un edificio è sicuro? “Mostrando, ad esempio, i risultati di prove sperimentali, come i test di tenuta ad acqua, aria e vento dell’involucro, di comportamento al fuoco delle facciate, di resistenza alle azioni simiche o all’impatto di colonne d’acqua”, conclude la ricercatrice.

Exit mobile version