Costituisce un settore di studio di grande interesse per la medicina e svolge importanti funzioni metaboliche e immunitarie, proteggendoci dall’attacco dei patogeni. È il microbiota intestinale, l’insieme dei microrganismi che abitano l’intestino umano e aiutano l’organismo a svolgere le funzioni quotidiane. “Per lungo tempo si è ritenuto che avesse un ruolo non essenziale, di ‘spazzino’, ma nel secolo scorso sono state riconosciute alcune sue attività rilevanti, associate al metabolismo degli acidi biliari e all’assorbimento delle vitamine liposolubili”, chiarisce Mauro Rossi dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche.
La formazione del microbiota intestinale coincide con la nascita. “I mammiferi nell’utero materno hanno un intestino completamente sterile, una sua iniziale colonizzazione da parte dei batteri avviene durante il parto: il canale del parto è ricco dei microorganismi materni, che quindi si trasferiscono al bambino, iniziando l’attività di colonizzazione; segue quindi un aumento del microbiota e una sua diversificazione nei primi mesi di vita ad opera dell’ambiente e dell’alimentazione”, spiega il ricercatore del Cnr-Isa. “L’acquisizione del microbiota è fondamentale per il corretto sviluppo anatomico e funzionale del sistema immunitario”.
Estremamente importante è l’attività svolta da questa popolazione di microbi nella risposta immunitaria. “La mucosa intestinale rappresenta il principale organo immunitario del corpo umano. Studi recenti dimostrano che il microbiota produce composti chimici frutto del metabolismo, i cosiddetti metaboliti secondari, in grado di incidere positivamente sull’immunità dell’ospite”, continua Rossi. “Esso contrasta inoltre la colonizzazione da parte dei microrganismi patogeni, rappresenta un’importante ostacolo fisico alle infezioni dell’intestino e contribuisce al mantenimento dell’integrità della barriera epiteliale della mucosa attraverso l’attivazione di diversi meccanismi molecolari e cellulari”.
Per mantenere in equilibrio il microbiota intestinale è utile seguire alcuni comportamenti. “È consigliabile l’impiego costante di probiotici vivi, sia lattobacilli che bifidobatteri, contenuti nello yogurt e in altri tipi di latte fermentato. Raccomandata è anche l’assunzione di fibra alimentare, costituita da carboidrati non digeribili da parte del nostro organismo ma metabolizzabili dal microbiota, come quella presente nei cereali integrali, nella frutta secca e nei semi di lino”, conclude Rossi. “Va poi evitato l’uso non necessario di antibiotici. Anche l’attività fisica ha effetti positivi, è stata infatti dimostrata una differenza significativa nel profilo del microbiota intestinale tra individui con stile di vita attivo e persone sedentarie”.
Rita Bugliosi (Almanacco della Scienza CNR, 1 settembre 2021)