Site icon L'Idea Magazine

Da Chopin a Vivaldi, con musica e romanzi… Intervista esclusiva con Luciano Varnadi Ceriello.

Intervista di Tiziano Thomas Dossena

L’Idea Magazine: Buongiorno Luciano. Hai scritto e pubblicato tre romanzi sul personaggio Reinhard Friedmann. Ma chi è Reinhard Friedmann? È solo un personaggio della tua fantasia oppure è esistito davvero?
Luciano Varnadi Ceriello: Reinhard Freedmann è uno spietato gerarca nazista figlio di un Ufficiale tedesco invasato delle dottrine del Kaiser Guillermo e di una donna fortemente cattolica. Entrambi i genitori hanno lasciato un forte segno nell’animo del proprio figlio, il quale, nel settembre del ’39 (momento dell’invasione della Polonia da parte dell’esercito tedesco), grazie all’ingresso nella Basilica di Santa Croce di Varsavia, inizia un percorso spirituale interiore. Ciò è dovuto al ritrovamento del cuore del compositore Fryderyk Chopin e di alcune lettere scritte da Apollonia Dabrowska, la donna amata in segreto dal pianista, amore intenso, passionale e romantico, ma allo stesso tempo dannato, proibito e scandaloso. Grazie alla lettura di queste lettere, la figura del generale nazista si umanizza e l’uomo inizia a manifestare sentimenti di partecipazione a quella storia d’amore così coinvolgente e particolare che gli rapisce i sensi. Da quel momento in poi avviene un cambiamento radicale nell’animo di Reinhard Freedmann.
Riguardo la scelta del nome, Reinhard non ha un significato in sé recondito, mentre il cognome, nella sua traduzione in italiano significa “uomo libero”. Ho operato questa scelta appunto per indicare l’equilibrio sottile che egli vive tra il mondo materiale e quello spirituale.

L’Idea Magazine: Come nacque l’ispirazione di scrivere questa trilogia?
Luciano Varnadi Ceriello: In verità non sono partito con l’intento di scrivere una trilogia. Ero un cantautore di estrazione rock che scriveva le sue canzoni e se le cantava, quando una notte ho sognato il compositore Fryderyk Chopin che mi ha chiesto di scrivere un testo seguendo la linea melodica del suo secondo Notturno, l’Op. 9 N. 2 in mi bemolle maggiore. Al risveglio, conscio del fatto che si trattasse di una creazione del mio processo onirico, ho lasciato cadere la cosa e sono andato al lavoro come sempre. Nei giorni successivi mi è poi capitato di ascoltare la melodia di Chopin alla radio o all’interno della colonna sonora in un film e all’istante le note del pianoforte hanno fatto nascere in me le parole. Una sera ho provato a scrivere il testo sul Notturno del sogno e in un battibaleno ho composto il testo de LA PIANISTA. Spinto da un’indomabile ispirazione ho poi scritto i testi, sempre con corrispondenza sillabica, su tutti e ventuno i Notturni di Chopin, che ho inserito prima all’interno di un’Opera teatrale e poi alla fine di ogni capitolo del romanzo IL SEGRETO DI CHOPIN. Questo è stato il primo libro che ho scritto, ma mentre lo scrivevo già pensavo a un secondo volume ambientato in un monastero e, dato che mi ero affezionato al personaggio di Reinhard Freedmann e mi dispiaceva fargli terminare la sua esistenza letteraria dopo un solo libro, ho deciso di far continuare la sua avventura virtuale per altri due romanzi e ho così sviluppato la trilogia.

L’Idea Magazine: Il primo libro della trilogia, “Il segreto di Chopin” (2017), è risultato il quinto libro più bello d’Italia, vincendo ben 22 premi letterari! Ci potresti dare una breve sinossi del romanzo?
Luciano Varnadi Ceriello: Nel corso di una missione di devastazione e annichilimento di una nazione e di un popolo, Reinhard Friedmann, un alto ufficiale nazista, scopre per puro caso, delle lettere fino ad allora rimaste segrete. Quelle lettere che Apollonia Dabrowska, la donna amata in segreto da Chopin, il suo unico e misterioso grande amore, scrisse, ma non inviò mai al compositore polacco. Incuriosito, il soldato inizia la lettura dei documenti rinvenuti e si accorge che tra le lettere ve ne sono anche alcune inviate da Chopin alla sua adorata. Attraverso la lettura di questa corrispondenza segreta, il romanzo ripercorre la vita del musicista dalla nascita alla morte, intrecciandola con elementi di fantasia, che s’intersecano con i momenti reali della vita di Chopin e con dati storici e biografici certi. Inoltre l’opera corre su un doppio binario temporale grazie all’innesto di fatti risalenti al periodo della seconda guerra mondiale, narrati alla luce della crisi mistica che trafigge l’animo del soldato. Quel soldato, non facile da amare all’inizio, ma sempre più sull’orlo del baratro e in preda a una totale metamorfosi catartica, man mano che l’intensità e la profondità di quell’amore appena scoperto e, per lui inimmaginabile solo fino a pochi istanti prima, vengono alla luce. Il romanzo, scritto in parte in forma epistolare, è ambientato nella Chiesa di Santa Croce a Varsavia. Grazie alla lettura delle lettere di Apollonia, rinvenute all’interno della teca contenente il cuore di Chopin, vengono affrontate diverse tematiche. Si spazia pertanto dal nazismo all’amore, dalla religione alla castrazione, dalla lussuria all’introspezione, dall’incesto edipico a momenti di vita del pianista, a due cuori che battevano all’unisono…

L’Idea Magazine: Tu, in veste di cantautore, hai composto un disco su Chopin (Oniric Chopin ProsiMeloMetro N° 1) che tra l’altro è stato il Vincitore Assoluto del Rive Gauche Festival del 2019. Potresti parlarci di questo album? Qual è il legame con il romanzo?
Luciano Varnadi Ceriello: ONIRIC CHOPIN (ProsiMeloMetro N. 1) è un progetto teatral-discografico che contiene 9 Notturni di Chopin cantati, inframezzati dall’intervento di due voci recitanti: la prima è quella mia, la seconda è di Juri Camisasca (Collaboratore storico di Franco Battiato, Alice, Juni Russo e Milva, autore, tra gli altri, del brano “Nomadi”). Al pianoforte verticale c’è il Maestro Giuseppe Giulio di Lorenzo e alla voce femminile la vocalist Vera Mignola. La scelta del pianoforte verticale è stata ben ponderata ed infine fortemente voluta, poiché, storicamente, Fryderyk Chopin adorava suonare i suoi Notturni sui pianoforti verticali, specialmente quelli di Pleyel. Si è così voluta ricreare l’atmosfera sonora amata dal pianista polacco. L’immagine di copertina del disco è la tavola pittorica N° 23, intitolata “Il giovane Chopin”, Opera della pittrice Amelia Musella. È un quadro ispirato a uno spaccato di vita giovanile del “poeta del pianoforte” e rappresenta un momento in cui il giovane pianista si cimentò nel suono di un contrabbasso monocorde. Il legame tra il disco e il romanzo è da ricercarsi nella parte poetica, i testi delle canzoni sono presenti sia nel disco sia nel romanzo, inseriti al termine di ogni capitolo, anche se nel romanzo i testi sono 21, uno per ogni Notturno, mentre nell’album sono nove. Per quest’album ho coniato il termine ProsiMeloMetro, perché sentivo l’esigenza di avere un fonema che racchiudesse al suo interno la prosa (Prosi), la canzone (Melo) e la poesia (Metro). Ho scritto anche un manifesto sul quale sono stilate tutte le regole per poterne creare uno.

L’Idea Magazine: Vorrei che ci parlassi un poco dell’ultimo romanzo della trilogia, “Il segreto di Vivaldi”…
Luciano Varnadi Ceriello: IL SEGRETO DI VIVALDI è il terzo titolo della TRILOGIA DI REINHARD FRIEDMANN. È un romanzo autoconclusivo come i precedenti, che cala il lettore nel periodo storico dei primi anni 50, è ambientato tra l’esoterica città di Torino, la misteriosa Mantova e la Venezia carnascialesca; si conclude infine in Polonia, nella Basilica di Santa Croce, luogo dal quale tutto ha avuto origine nel primo libro della trilogia.
Mentre è intento a leggere una lettera inviatagli dai monaci dell’Eremo dei Camaldoli di Visciano, il protagonista Reinhard Friedmann, viene colpito alla testa e si ritrova ammanettato al lettino di uno strano reparto ospedaliero. I suoi carcerieri (Federico con lo pseudonimo di Dottor Ivani, Marlene e due infermieri) lo sottopongono a diverse torture per costringerlo a rivelare la soluzione di alcuni enigmi. Reinhard riesce a uccidere i suoi torturatori, a ferire il dottor Ivani e a scappare. Seguendo il corso del fiume si ritrova a Torino, in un mondo sotterraneo in cui risplende la parte esoterica della città. In una grotta gremita di neonazisti e neofascisti incappucciati, il protagonista riesce a salvare Marlene dalle grinfie di suo fratello Federico. Reinhard si mette in viaggio e in un vagone merci adibito al trasporto animale nel quale viaggia da clandestino, incontra Anaclerio, un omosessuale scampato ai campi di sterminio nazisti, il quale gli parla dell’onta del “triangolo rosa” che aveva dovuto subire quando era internato in un lager nazista. I due fanno tappa a Mantova, dove conoscono Mirko, un uomo che, all’interno del santuario di Grazie a Curtatone, indica a Reinhard un rebus da risolvere. Mentre Reinhard e Anaclerio proseguono il loro viaggio verso Venezia, discutono della tragica condizione degli omosessuali all’interno dei campi di concentramento. Giunto nei pressi della propria abitazione, Reinhard salta dal treno in corsa. Arrivato a casa trova Federico, riconosce nelle sue sembianze quelle del dottor Ivani, suo torturatore a Torino, e lo caccia di casa con ignominia, indossa poi la tunica di padre Tommaso e, vestito da prete, si reca a Venezia. Reinhard incontra Marlene alla stazione dei traghetti; lei lo attira con il suo charme nella prigione dei piombi sita in Palazzo Ducale, dove lo rinchiude in una cella. Reinhard scappa dal foro costruito a suo tempo da Giacomo Casanova. Ultima tappa del Viaggio è Varsavia, dove tra musica sacra e inni satanici il protagonista riuscirà a rivelare qual è il segreto di Vivaldi.

L’Idea Magazine: Come per il primo romanzo hai composto un album di prossima uscita dal titolo “VivaldInKanto – Le quattro stagioni – Opera POP” ispirato alle quattro stagioni di Vivaldi, del quale i testi sono stati pubblicati su quest’ultimo romanzo. Ci potresti spiegare in che cosa consiste questo album?
Luciano Varnadi Ceriello: La particolarità del progetto discografico “VivaldInKanto – Le quattro stagioni – Opera POP (ProsiMeloMetro N. 2)” sta nell’aver reso il concerto per violino de le Quattro stagioni di Vivaldi un’Opera POP cantata, ho infatti scritto i testi sulle linee melodiche dei 12 movimenti del compositore veneziano (a nota corrisponde sillaba) e li ho messi in canto. Gli arrangiamenti sono di carattere elettronico, moderni nelle sonorità, così come nella scelta dello strumentario, sono stati eseguiti da mio figlio Giuseppe (Pseudonimo Kristo), quindicenne nel momento della produzione. L’album vede la collaborazione di Tony D’Alessio (Attuale voce del Banco del Mutuo Soccorso) e del trio delle Matrioske (Vera Mignola, Nunzia Duri e Orsola Guerriero di 10 anni – rispettivamente nonna, figlia e nipote), sono loro i cantanti dell’intero lavoro. Io mi sono ritagliato uno spazio da voce recitante nel secondo movimento dell’Autunno. Per la stesura dei testi mi sono ispirato a un quadro di mia moglie Amelia, opera presente sulla copertina del disco. Mia moglie da sempre è la mia fonte di ispirazione, devo a lei e al suo amore la mia produzione, è lei che mi ha sempre spinto e invogliato a perseverare nella mia attività artistica.

L’Idea Magazine: Il secondo romanzo, “Il segreto di Marlene – Viaggio alla ricerca del sé” (2019) vincitore del Premio Etnabook ha anche lui un legame musicale, in questo caso con Mendelssohn. Ci potresti dare una breve sinossi del romanzo? Come mai non c’`e stato un album abbinato come per il primo e terzo romanzo?
Luciano Varnadi Ceriello: Il Generale Reinhard Friedmann, nelle vesti di Padre Lazzaro, trova un biglietto nella tasca della tunica del suo mentore, Padre Tommaso, e dopo averlo letto decide di mettersi in viaggio dalla Polonia verso l’Italia. Prima tappa del suo tragitto è Venezia, dove inizia a immergersi nel mistero che pian piano lo condurrà in molti luoghi della Campania profonda. Il romanzo si snoda poi attraverso un lungo viaggio tra la Campania e la Sicilia: Ottaviano, Nola, il monastero di Visciano, Palermo, Catania… Durante questo viaggio pieno di eventi, Padre Lazzaro incontra la giovane Marlene, depositaria del “segreto”, che con la sua ammaliante bellezza lo avvolge in una rete di passione e menzogna, di dubbio e incertezza… fino a far sprofondare il prete-soldato in una crisi esistenziale dalla quale riuscirà ad uscire solo grazie ad alcuni eventi inaspettati… Anche il “Professore” è una figura determinante per il viaggio di Padre Lazzaro. I due si legano d’amicizia e il Professore diventa suo compagno di viaggio e di studio nel disvelare gli enigmi che di volta in volta il frate eremita pone a Reinhard. Quando il ‘Professore’ svela la sua vera identità, la notizia diventa devastante per il soldato dal cuore di prete, Reinhard Friedmann. Infatti, il Professore, da alcuni chiamato Tore, è un personaggio storico realmente esistito, che viene ad aggiungere mistero al mistero. Ma le sorprese non finiscono qui. Tra le righe di questo romanzo fa capolino anche un altro personaggio realmente esistito, la cui identità viene svelata soltanto alla fine del racconto. Da lontano egli sarà una guida e un esempio per il nostro soldato e lo accompagnerà nel suo percorso più profondo e tortuoso: quello verso la ricerca di sé. Riguardo l’album collegato a questo romanzo, il progetto è stato concepito in forma classica, il maestro Ivano Leva ha creato le orchestrazioni per quartetto d’archi per dodici Romanze di Mendelssohn sulle quali ho scritto i testi. Nel 2020 dovevamo andare in studio per registrare, quando è arrivata la pandemia e ha bloccato tutto. Al momento il progetto è soltanto congelato, ci stiamo organizzando per portarlo a termine nel minor tempo possibile.

L’Idea Magazine: Nel 2020, ti è stato conferito l’Oscar della letteratura al Golden Book Awards. Come ti è sentito quando hanno annunciato il tuo nome?
Luciano Varnadi Ceriello: Ricevere il Premio Assoluto al Golden Book Awards è stato uno dei momenti più entusiasmanti di tutta la mia carriera artistica, l’emozione è stata fortissima, è stata una giornata indimenticabile.

L’Idea Magazine: Sei risultato finalista e vincitore di diversi premi cantautorali tra i quali il Premio Tenco (2019). Ovviamente esiste un legame tra ciò che scrivi e ciò che componi e canti, ma tu scrivi anche altre canzoni, suppongo… Per esempio, il tuo album del 2021, “Radio Varnadi 2.0 Family Edition”…
Luciano Varnadi Ceriello: Radio Varnadi 2.0 Family Edition è un disco che contiene 31 tracce (15 canzoni e 16 intro di presentazione) e vuole essere un tributo al mondo della radio. Riproduce infatti una simil-giornata radiofonica, con tanto di radiogiornale, jingle pubblicitari, pubblicità progresso, info traffico, saluti, previsioni del tempo e oroscopo, ma quest’ultimo non per gli umani, bensì per i cani. Le canzoni però, a differenza di una normale radio, sono tutte cantate da me. La giornata radiofonica va dalle 8:10 del mattino alle 23:00, ogni brano è lanciato da uno speaker, che cita di volta in volta anche i featuring presenti nelle varie canzoni.
Compagni di viaggio in questo progetto sono i miei tre figli, Samuele (9 anni), Francesca (16 anni) e Giuseppe (14 anni) che in tre canzoni hanno condiviso a livello canoro il mio percorso artistico; il mio quarto figlio, Giovanni, non ha cantato, ma ha dato il suo volto alla copertina. Giuseppe, piccolo polistrumentista, ha suonato la batteria in tutte le tracce del disco, la tromba e la marimba. Ho poi avuto il piacere di ricevere la collaborazione degli amici Tony D’Alessio (voce attuale del Banco del Mutuo Soccorso), Zorama (apprezzato cantautore e autore di brani per Mina), Cristina De Vita, i cantanti “neo-patetici” Eddy Arrea, Nanninella Patatina e Concettina Putipù che danno vita a un momento esilarante presente all’interno del disco e Vera Mignola che ha interpretato la canzone “Pianista”, brano composto seguendo la melodia del secondo Notturno di Chopin, arrangiato per l’occasione in modo elettro-pop.
Erano anni che non suonavo più e credevo di aver chiuso in maniera drastica e definitiva la porta artistica “canora” ed ero convinto di aver seppellito per sempre il “cantautore con due cappelli” per dedicarmi esclusivamente alla letteratura e alla scrittura di romanzi, quando un giorno mio figlio, allora dodicenne, mi ha detto: “Papà, perché non fai un altro disco come quelli che facevi prima?” (parlava dei miei album pop-rock che ascoltava da quando era bambino). Non gli ho dato subito una risposta, anche se quella domanda aveva acceso una strana scintilla in me. Poi mio figlio ha continuato dicendo: “Dai papà, se fai il disco, suono io la batteria!” Ecco, queste ultime sono state le parole magiche che mi hanno dato il giusto sprone. Le parole di mio figlio Giuseppe mi hanno fatto tornare la mente a venti anni prima e precisamente al 1998 quando andai a vedere uno degli ultimi concerti di Fabrizio De André al teatro Augusteo di Napoli, il concerto con le carte dei tarocchi, per intenderci. Durante quel concerto guardai con grande ammirazione quanto succedeva su quel palco e pensai a quanto orgoglio dovesse provare quel cantautore per suo figlio Cristiano (eccellente polistrumentista che si alternò al violino, alle chitarre e agli strumenti etnici) e per sua figlia Luvi, che gli faceva da corista e da voce solista nel brano Geordie. Avevo ventisette anni all’epoca e mi augurai un giorno di poter vivere quella sua stessa emozione.

Ecco, la domanda di mio figlio ha fatto scattare una molla in me e ho pensato: “La vita mi permette di esaudire il desiderio che ho espresso tanti anni fa, non posso non cogliere questa occasione!”. Ho scritto nuove canzoni, ne ho recuperato altre scritte a suo tempo, mi sono accordato con Gianni Colonna, caro amico ed eccellente consulente musicale, sulla direzione da prendere, sono suoi gli arrangiamenti dell’intero album e, tra lockdown, intuizioni e intime suggestioni, è nato “RADIO VARNADI 2.0 FAMILY EDITION”. Adesso, al termine del lavoro, posso dire di aver realizzato il desiderio di quando ero ragazzo.

Quadro di Amelia Musella dedicato a Farinelli.

L’Idea Magazine: La pittrice Amelia Musella ha illustrato le copertine dei tuoi libri. Che cosa ti ha fatto scegliere tale artista?
Luciano Varnadi Ceriello: Amelia Musella, come dicevo precedentemente, è mia moglie, stiamo insieme da quando eravamo adolescenti, da sempre amo la sua arte surrealista e allo stesso tempo concettuale. Oltre ai quadri di copertina ha dipinto 22 tavole pittoriche (acrilico su cementite) ognuna dedicata a un testo che ho scritto seguendo la linea melodica di un Notturno di Chopin e 49 quadri (olio su tela) ispirate ai testi che ho scritto sulle Romanze senza parole di Mendelssohn. Da sempre mi considero un uomo fortunato ad avere lei al mio fianco, è per me una gioia quotidiana condividere la mia vita insieme a lei.

L’Idea Magazine: Come mai ti definiscono autore veneto-campano? Quali sono i tuoi legami con tali regioni?
Luciano Varnadi Ceriello: Sono figlio di padre napoletano e di madre rodigina. Sono nato a Rovigo, ma vivo da quando ero bambino in Campania, prima a San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli e adesso a Sirignano, in provincia di Avellino. Mia madre al momento abita ancora in Veneto, per cui mi capita di tornare spesso in quella terra. Anche se vivo in Campania non ho mai reciso il cordone ombelicale con la mia patria di origine e, con grande piacere affermo sempre di sentirmi “italiano”.

L’Idea Magazine: Hai altri progetti letterari in lavorazione?
Luciano Varnadi Ceriello: Sì. Un libro per ragazzi. Ho firmato il contratto proprio qualche giorno fa, uscirà nell’aprile del 2022.

L’Idea Magazine: A proposito di musica, ci sono altri progetti in fase di realizzazione al momento?
Luciano Varnadi Ceriello: Sì. Insieme a mio figlio Giuseppe (Kristo) stiamo strutturando le musiche per il nuovo disco da cantautore che, diversamente dai precedenti (si pensi che il primo brano di Radio Varnadi 2.0 Family Edition è intitolato KAMASUTRA), sarà molto spirituale. Ho anche pronti i testi per un nuovo ProsiMeloMetro e ho già le registrazioni dei pianoforti eseguite dal maestro Giuseppe Giulio di Lorenzo. Su quale compositore classico ho scritto i testi è una cosa che al momento preferisco ancora tenere riservata; mi limiterò a dire che è un compositore francese.

L’Idea Magazine: Sogni nel cassetto?
Luciano Varnadi Ceriello: Non vorrei peccare di presunzione, ma se devo scavare dentro di me e pensare a un sogno nel cassetto, voglio puntare in alto e, siccome credo in me stesso e nell’unicità delle opere che ho prodotto, mi piacerebbe rimanere nella storia e avere lo stesso riconoscimento dei grandi letterati di un tempo.

L’Idea Magazine: Se ti dovessi definire con tre aggettivi, quali sarebbero?
Luciano Varnadi Ceriello: Bah! Non saprei! Non sono bravo nel definire me stesso, lo sono di certo di più nel definire i personaggi dei miei libri. Però, per rispondere alla domanda, direi “studioso”, “operoso” e “creativo”.

L’Idea Magazine: Se avresti l’opportunità di incontrare un personaggio del passato o del presente, qualsiasi tu possa scegliere, chi sarebbe e che cosa chiederesti?
Luciano Varnadi Ceriello: Riguardo il campo musicale, di certo mi piacerebbe incontrare Chopin, è lui che, grazie a un sogno, ha operato la rivoluzione copernicana del mio sentire artistico che mi ha portato poi ad essere uno scrittore. Nel campo della letteratura mi piacerebbe incontrare Dostoevskij e, più che chiedergli qualcosa, lo ringrazierei per avermi insegnato, tramite la lettura dei suoi romanzi, l’arte della descrizione dei personaggi e degli ambienti.

L’Idea Magazine: Capisco che scrivere romanzi e canzoni ti terrà molto occupato, ma hai anche dei passatempi?
Luciano Varnadi Ceriello: In verità, lo scrivere romanzi e canzoni è il mio passatempo preferito. Oltre questo, amo le Vespe, possiedo una Vespa faro basso del 1953 e me la godo appena ne ho l’occasione, adoro gli scacchi e mi piace fare i puzzle, anche se questi ultimi non li compro spesso, perché sarei capace di stare lì fermo per giorni e giorni, fin quando non giungerei a posizionare l’ultimo tassello.

L’Idea Magazine: Un messaggio per i nostri lettori?
Luciano Varnadi Ceriello: Invito i lettori a leggere quanto più possibile, perché leggere è un’azione catartica, fa bene alla mente e al cuore.

Exit mobile version