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CHARLIE CHAPLIN: ALCUNI SUOI FILMS

THE KID – IL MONELLO

Il monello

Una donna sedotta e abbandonata viene dimessa dall’istituto di carità in cui ha dato alla luce suo figlio. Non potendo mantenerlo, decide di lasciare il piccino all’interno di una macchina di lusso con la speranza che sia la ricca famiglia a crescere il bambino. La macchina viene presa da due criminali che trovando il bimbo decidono di gettarlo tra le macerie di un quartiere degradato, dove casualmente è di passaggio il vagabondo Charlot che, prima prova a sbarazzarsi del bimbo, poi, leggendo un biglietto tra le fasce che l’avvolgono decide di tenere il neonato.  Portandolo con sé nel fatiscente sottotetto dove abita, lo accudisce improvvisando tutto con amore: un’amaca-culla, una vecchia caffettiera a biberon.

Il bambino aiuterà il padre nella gestione dell’attività di vetraio ambulante: il monello lo precede tirando sassate alle finestre delle abitazioni delle vie dove Charlot ha già con sé vetri di ricambio, gettando anche una sassata alla finestra dell’abitazione di un poliziotto.

Nel frattempo l’ex ragazza madre, attrice affermata comincia a sentire un senso di colpa per il gesto compiuto tempo prima, le sue opere di carità per assistere madri e bambini dei quartieri poveri non bastano, in occasione di questa attività la donna si troverà davanti il monello accudito da Charlot, senza sapere che è il bambino da lei abbandonato, e al quale donerà un peluche. Dopo alcune avventure, il bambino torna da sua madre, il vagabondo Charlot cerca il bambino, sconsolato torna a casa e si addormenta sui gradini della sua casa facendo un sogno dove il quartiere è addobbato a festa e ricoperto di fiori, è il paradiso dove il suo monello gli corre incontro ma viene svegliato da un poliziotto che lo riporta alla realtà e lo invita a seguirlo sulla macchina che lo trasporta davanti all’ingresso di una sontuosa abitazione, dalla porta d’ingresso il suo monello esce saltandogli al collo, l’ex ragazza madre con suo figlio, invita Charlot ad entrare in casa.

LUCI DELLA RIBALTA – LIMELIGHT

Luci della ribalta

Calvero, un tempo famoso pagliaccio è ormai un alcolista, incontra una giovane ballerina Terry e la salva da un tentativo di suicidio, la porta a casa sua e cerca di darle di nuovo fiducia nella vita, la ragazza è rimasta orfana da bambina e sua sorella è stata obbligata a prostituirsi, ma grazie agli incoraggiamenti che riceve da Calvero, la ragazza riacquista stima di sé stessa tornando con successo al suo lavoro di ballerina. Lo stesso Calvero ritrova sicurezza e tenta un rientro sulle scene, sebbene con poco successo; nonostante Calvero potrebbe essere suo padre, Terry se ne innamora e vuole sposarlo, ma Calvero sa di essere troppo vecchio per lei e non vuole legarla a sé, cerca quindi di convincerla che il giovane pianista Neville, pieno di attenzioni nei suoi riguardi, è l’uomo giusto per lei. Per non intromettersi tra i due giovani, Calvero lascia la propria abitazione per lavorare come artista da strada.

Tornata al successo, Terry ha uno spettacolo tutto suo, e cerca Calvero per esprimergli riconoscenza, lo ritrova e lo ospita in una serata di beneficenza organizzata dal suo impresario; Calvero accetta, e la sera dello spettacolo si presenta sul palco insieme al suo vecchio partner, i due partner, si esibiscono in una performance eccezionale che entusiasma il pubblico, dopo la gag, Calvero cade sull’orchestra e il pubblico pensa a una finzione e applaude calorosamente, ma in realtà Calvero ha un attacco di cuore, portato dietro le quinte, lascia questo mondo mentre Terry sta ballando sul palcoscenico.

IL VAGABONDO – THE TRAMP

Il vagabondo si guadagna da vivere suonando il violino, all’entrata del bar esegue il proprio repertorio, contemporaneamente un’orchestrina si apposta davanti all’altro ingresso del locale ed inizia la propria esibizione ignara del collega che sta già suonando. Questi dopo la sua esibizione entra a riscuotere i soldi dai clienti che generosamente lo ripagano pensando sia un suonatore dell’orchestrina, quando il direttore dell’orchestrina passa tra i clienti col cappello in mano per riscuotere, si sente rispondere che già gli è stato dato e individuato in Charlot il rivale non esita ad aggredirlo coinvolgendo in una rissa tutto il locale. Fuggito dalla spiacevole situazione, vagabondando in aperta campagna, Charlot si imbatte in un accampamento di zingari, il cui capo ed una vecchia megera stanno picchiando una povera ragazza da loro rapita in tenera età e tenuta in schiavitù, i due malvagi si allontanano e la ragazza scoppia a piangere, quando sopraggiunge Charlot che, con il suo violino, si esibisce aspettandosi una ricompensa dalla ragazza; sta per allontanarsi ma la ragazza lo trattiene invitandolo a esibirsi per lei regalandole un attimo di gioia. Suonando con grande passione, il vagabondo cade più volte nella tinozza dove la ragazza stava lavando alcuni stracci. Arrivano il capo e la vecchia, colpendo la ragazza con un bastone, il vagabondo reagisce per difendere la ragazza e fuggono insieme a bordo di uno dei loro carri. Fermatisi a distanza lui le insegna come raccogliersi i capelli e l’aiuta a riscoprire la sua dignità di fanciulla nello splendore della sua giovinezza e bellezza, lei cucinerà per lui.

Allontanandosi per riempire il secchio d’acqua, la ragazza si imbatte in un giovane pittore che vedendo la ragazza, le fa un bellissimo ritratto. Esposto in una galleria cittadina, una nobildonna riconoscerà nel viso ritratto la propria bambina rapita dagli zingari. Accompagnata con l’automobile sul luogo dell’incontro dal pittore, la nobildonna si presenta alla ragazza intenzionata a riprenderla con sé, offrendo del denaro come risarcimento al vagabondo che però rifiuterà, affidando la ragazza al pittore. L’automobile si allontana lasciando solo Charlot che prova a darsi una bella scrollata per scuotersi e affrontare nuovamente le avversità della giornata, ma la tristezza lo vince abbandonandosi al pianto.

Ma ecco l’automobile tornare indietro, la ragazza vuole che il vagabondo la segua e insieme partono in macchina.

VITA DA CANI – A DOG’S LIFE

Il film si apre con una panoramica dei bassifondi di una città, in uno di questi troviamo il vagabondo Charlot che rimedia qualcosa da mangiare rubando una frittella a due poveracci che la stavano cucinando dall’altra parte dello steccato che separa il suo cantuccio. Un poliziotto lo scopre e Charlot è costretto a fuggire e cercare lavoro in un ufficio di collocamento, mentre accade ciò un cagnolino abbandonato esce dalla sua cesta ed insieme ad altri coetanei si avvicina a Charlot che uscito dall’ufficio senza un’occupazione, sta cercando qualcosa da mangiare.

Dopo aver provocato trambusto con un venditore di salsicce, Charlot prende il suo beniamino, si avvicina ad un uscio e dà da bere una bottiglietta di latte al suo cucciolo.

Nel bar intanto vi è la presentazione di una giovane cantante e di un uomo che vuole imbrogliarla approfittandosi del suo grande talento, lì dentro entra anche Charlot con il suo cucciolo che nasconde perché divieto di accesso ai cani, una delle scene più divertenti del film in cui si vede Charlot in giro con una coda scodinzolante che fuoriesce da un buco dei pantaloni mentre i clienti del locale hanno una faccia stupita

Immediatamente l’inquadratura si sposta verso la cantante che dapprima li fa ballare poi li commuove tutti, compresi Charlot e il cane, con una canzone. Poco dopo mentre tutti ballano, la donna di nascosto si allontana dal palcoscenico ed incontra il suo burbero padrone che la minaccia di essere ubriaca, poi vede Charlot e vede in lui un bel ragazzo con cui fare amicizia, così lo invita a ballare. Poi i due siedono ed ordinano qualcosa, ma Charlot non fa neanche in tempo ad attaccare discorso che viene buttato fuori perché il suo cane abbaia. Mentre cerca di rientrare un uomo viene rapinato e i banditi nascondono il suo portafogli nel terreno dove dorme di solito Charlot che sta proprio rincasando con il suo cagnolino.

Mentre il vagabondo dorme, i due ladri entrano nel locale e maltrattano la cantante che viene purtroppo cacciata dal suo gestore perché ritiene che non soddisfi abbastanza i clienti. Nel frattempo il cane di Charlot ha trovato il portafogli, che si precipita nel bar e incontra la ragazza proprio mentre sta per uscire con i bagagli e la invita a sedersi promettendole di offrirle ogni cosa. Quando è il momento di pagare il conto, Charlot non trova che pochi spiccioli nel borsellino e quindi viene buttato fuori, i due sono affamati e non sanno come procurarsi dei soldi, così Charlot ha un’idea. Nascondendosi dietro una tenda, stordisce il primo di due persone che stanno mangiando l’una di fronte all’altra, appena uscito, Charlot viene preso dal cuoco, richiamato dalle grida di soccorso di una delle due vittime, il più corpulento dei due rivuole il denaro, ma Charlot scappa. Inseguito dai tre uomini che fanno fuoco, Charlot si rintana in un carrozzone di salumi, ma viene di nuovo preso.  Charlot trova poi un lavoro come agricoltore, e insieme alla cantante divenuta sua moglie e al suo cane con i suoi cucciolotti, può vivere in pace e serenità.

LUCI DELLA CITTÀ – CITY LIGHTS

Un vagabondo, che dorme sulle gambe di una statua chiamata “Pace e Prosperità”, incontra una fioraia cieca che sentendo sbattere la portiera di una grande macchina mentre lui le passa davanti sul marciapiede, lo crede milionario e gli chiede di comprare un fiore; lui rimane affascinato dalla ragazza, di cui non coglie subito la cecità, e le compra un fiore con l’unica moneta che ha. La stessa sera salva per caso un vero milionario che ubriaco, vuole gettarsi nel fiume, e che per ringraziarlo lo porta dapprima a casa e poi in un locale a festeggiare. Nel tornare a casa di mattina presto incontra nuovamente la ragazza e decide di comprare tutti i suoi fiori con l’aiuto del milionario e di accompagnarla a casa con la macchina dell’amico. Al risveglio però, il milionario muta improvvisamente umore, la sua amicizia da ubriaco si tramuta in freddezza e indifferenza da sobrio, tanto da far cacciare via il vagabondo. Charlot torna a passeggiare per la città, incontra dapprima la fioraia e poi, nel pomeriggio, anche il milionario di nuovo ubriaco, dal quale però non spera di trovare più aiuto, dal momento che è in partenza per l’Europa. Deciso a trovare i soldi per curare la cecità della ragazza, che lo crede sempre milionario, trova lavoro come netturbino anche se ben presto viene licenziato per essere arrivato in ritardo dopo essere andato a trovarla durante la pausa pranzo. Un uomo lo vede e gli propone di guadagnare dei soldi combattendo un incontro di boxe, spartendosi la vincita, scappa perché ricercato dalla polizia, lasciando il vagabondo a combattere un incontro vero. Dopo aver perso il combattimento per k.o. sia pure valorosamente, si imbatte nuovamente nel milionario che riconoscendolo perché brillo, lo porta a casa per festeggiare. Intanto sono entrati in casa due ladri intenzionati a derubare il milionario, ma Charlot sarà accusato di furto, scappa con in mano i soldi che il ricco amico, poco prima di venire colpito dai due ladri, gli aveva dato per la fioraia. Arrivato dalla ragazza le consegna tutti i soldi che le consentiranno di saldare i debiti e di operarsi per riacquistare la vista. Il vagabondo la saluta con la consapevolezza che di lì a poco sarà arrestato per furto.

Qualche tempo dopo Charlot esce di prigione e cammina sconsolato per la città. La fioraia nel frattempo ha riacquistato la vista, ha aperto un bel negozio di fiori e vive nella speranza di ritrovare il suo benefattore. Vede passare Charlot davanti alla sua vetrina, schernito dagli strilloni della strada, ma non lo può riconoscere, sorride di lui e ne ha pietà, quando  lui si volta e la vede, la riconosce subito e rimane imbambolato a fissarla. Si guardano a lungo, poi la fioraia esce dal negozio per offrirgli un fiore in regalo insieme con una moneta di elemosina, il vagabondo all’avvicinarsi di lei fa per fuggire ma resta lì e accetta il fiore ecco che lei lo avvicina e gli prende la mano per dargli anche la moneta e così, tenendogli la mano, in quel gesto lo riconosce.

LA FEBBRE DELL’ORO – GOLD RUSH

Il vagabondo, ingenuo e tenero cercatore solitario, nel rigido freddo del nord, incontra i cercatori d’oro, animato dalla febbre dell’oro con gli altri avventurieri. Il vagabondo combatte contro il vento che lo spinge a cercare riparo nella capanna solitaria dove anche Black Larsen, in fuga dalla legge, si è stabilito. Questi vorrebbe mandarlo via se non fosse per l’arrivo di Giacomone, mentre un’enorme pepita d’oro gli stava rivelando la posizione di un giacimento e non riuscendo a stabilirne la proprietà, viene anch’egli travolto dal vento e sballottato fin dentro la baracca. Una lotta tra i due energumeni stabilisce la supremazia di Giacomone sui compagni. La fame, gli stenti, il vento che non accenna a placarsi convincono  a tentare un’uscita forzata in cerca di viveri. Tocca a Black Larsen di avventurarsi tra i ghiacci per dirigersi verso il villaggio minerario, egli però si imbatte negli uomini della legge sulle sue tracce, riesce a fuggire e si impossessa dei loro viveri.

Intanto, nella baracca, si banchetta con una scarpa dell’omino, ma poco dopo i morsi terribili della fame travolgono la ragione di Giacomone che crede che il suo compagno si sia trasformato in pollo. Il vagabondo è terrorizzato dalla prospettiva di finire in padella, ma la visita inaspettata di un orso e la sua cattura interrompono il digiuno e la convivenza forzata, dato che ora ognuno riguadagnerà la propria strada in cerca di fortuna.

Giacomone scopre che Larsen ha trovato il suo giacimento e sta cercando di impossessarsene, in una breve lotta, Giacomone riceve una botta da Larsen e cade a terra frastornato. In seguito, lo stesso Larsen precipita in un burrone per il distacco di uno spuntone di montagna intanto il vagabondo giunge al villaggio minerario dove c’è un tabarin, dove si balla, si beve e si canta, qui conosce e si invaghisce di Georgia, una delle soubrette. Dopo qualche giro di valzer con Georgia, il vagabondo finisce per cadere a terra trascinato da un cane. Alla fine del ballo Giorgia gli dà un fiore, per far ingelosire Jack quando Jack tenta di inseguirla l’omino si frappone, iniziando una lite; Jack, che è molto più alto e robusto di lui, gli chiude la vista infilandogli il berretto sugli occhi, allora l’omino lancia un colpo alla cieca che prende un pilastro di legno, nel frattempo dal ballatoio del piano di sopra si stacca un orologio che colpisce in testa Jack, che cade svenuto. Quando l’omino si risistema e vede l’avversario in terra pensa che sia stato per causa sua, e sorpreso dalle proprie capacità se ne va orgoglioso dal locale.

Nel villaggio il vagabondo si finge svenuto per ricevere assistenza nella capanna dell’ingegnere minerario Curtis, approvigionata di cibo. Quando Curtis parte con un socio per una lunga spedizione l’omino viene incaricato di badare alla capanna in sua assenza. Un giorno Giorgia e le sue amiche stanno giocando nella neve quando si ritrovano attorno alla capanna di Curtis, qui incontra di nuovo il vagabondo, che al colmo di gioia le invita a accomodarsi. Sotto il cuscino del suo letto lei trova conservato il suo fiore e una foto strappata che lei aveva gettato durante una lite con Jack allora con le sue amiche decidono di gabbarsi di lui, vezzeggiandolo in modo civettuolo. Un fiammifero caduto sulla scarpa di tela dell’omino genera un piccolo incendio che rompe l’idillio del gioco, e risolto l’incidente, le ragazze se ne vanno con la promessa di tornare a cena per capodanno,  ridendo tra di loro. L’omino però è al colmo di gioia e si mette a fare le capriole nella stanza della casetta, festeggiando in una cascata di piume da un cuscino rotto. Giorgia però si è dimenticata i guanti e tornando lo vede euforico e poi imbarazzato.

Intanto l’omino nei giorni seguenti si guadagna qualche soldo spalando la neve, buttandola davanti alle case vicine per poi farsi pagare anche dai vicini, fino a quando non accumula la neve per sbaglio davanti alla prigione.

La notte di capodanno c’è una grande festa al Tabarin, in casa sua però l’omino attende le ospiti preparando una cena e una tavola imbandita a meraviglia. Naturalmente non viene nessuno e lui si addormenta sognando l’arrivo delle ragazze, per le quali fa la famosa danza con le forchette e i panini. Si sveglia molto più tardi, quando la festa al locale ancora prosegue, mentre lui si avvicina a spiare gli altri dalla finestra, Giorgia si ricorda improvvisamente di lui e con le amiche e Jack decide di andare a trovarlo per ridere un po’ alle sue spalle. Mandano avanti Giorgia, con l’intenzione di arrivare poi tutti insieme e spaventarlo ma quando Giorgia entra e vede la tavola imbandita viene presa dal rimorso, anche Giacomone è giunto al villaggio si ricorda del vagabondo e del fatto che era stato con lui nella baracca, lo coinvolge allora nella ricerca del rifugio che li aveva ospitati in precedenza, vicino a dove si trova il suo giacimento d’oro. Resta appena il tempo di salutare Giorgia, che nel frattempo gli aveva lasciato scritto un biglietto, dicendole che non deve domandare scusa e che sarebbe tornato da lei.

La coppia si mette in marcia verso la vecchia capanna, dove arrivano in nottata. Preparandosi con un mappa per trovare la miniera il giorno successivo vanno a letto, ma nella notte una bufera di neve sposta la loro capanna, portandola in bilico sull’orlo di un precipizio. All’alba il vagabondo si sveglia, inconsapevole di quello che è successo la notte e camminando avanti e indietro la baracca inizia a inclinarsi, poi sempre più forte, finché non si sveglia anche Giacomone. Si accorgono dell’accaduto quando è ormai troppo tardi e restano attaccati in bilico solo grazie a una corda miracolosamente agganciata ad alcune rocce, riusciranno a scappare appena in tempo prima che tutto precipiti nel burrone.  I due cercatori troveranno la miniera, il vagabondo e Giacomone, ormai diventati milionari, si imbarcano sul piroscafo che li riporterà in patria. Qui la stampa li intervista e fotografa, chiedendo al vagabondo di posare nei suoi abiti da cercatore d’oro, Giorgia è anche lei sul piroscafo senza sapere che il vagabondo, è diventato milionario, sente parlare da un ufficiale di un clandestino. Quando il vagabondo inciampa e precipita coi suoi vecchi abiti vicino a lei, essa lo protegge dai marinai credendolo il clandestino e si offre di pagare il suo biglietto ma lui non è più un vagabondo, ed invita Giorgia a cena avvisando il cameriere e i giornalisti.

 

UN RE A NEW YORK – A KING IN NEW YORK

Un re di uno stato europeo va in esilio negli Stati Uniti d’America, da egli ritenuta come la patria della libertà. Dal momento che scenderà dall’aereo però la sua vita non sarà molto tranquilla, avendo a che fare con una giornalista, il mondo della pubblicità, un bambino terribile e la Commissione per le Attività Antiamericane. Stanco di tutto ciò decide di ripartire, sperando che presto anche in America le cose cambieranno.

MONSIEUR VERDOUX

Nella Francia del primo dopoguerra, la crisi economica provoca la disoccupazione e mette in difficoltà le classi sociali con pochi soldi. Henri Verdoux, impiegato bancario, viene licenziato dopo trent’anni di collaborazione e così, pur di mantenere la moglie inferma e un bimbo piccolo e assicurare loro una casa e una vita dignitosa, finisce per darsi al delitto, sposando sotto falso nome e poi uccidendo delle ricche vedove o vecchie zitelle così da assicurarsene l’intero patrimonio, che poi investe in borsa in attività speculative dietro la copertura di un’attività di antiquario.

Verdoux è giunto a un punto in cui non può più sottrarsi al gioco sporco in cui s’è cacciato, e continua alla ricerca di nuove possibili ricche vittime. Per sperimentare un veleno da lui stesso messo a punto avvicina una giovane ragazza emarginata e disillusa, ma la risparmia, in virtù di un animo sensibile che ancora è rimasto nella sua duplice personalità, e l’aiuta in seguito anche economicamente.

La famiglia di una delle sue vittime, insospettitasi, informa la polizia. Un detective, indaga e arriva al suo negozio di antiquario per arrestarlo ma Verdoux con un astuto inganno riesce ad avvelenare l’agente e a sfuggire alle autorità.

La sua attività prosegue frenetica tra visite alle diverse mogli e nuovi corteggiamenti, ma il crollo delle borse mondiali, la crisi economica e i venti di guerra travolgono Monsieur Verdoux e la sua famiglia,  e il volatilizzarsi del suo patrimonio gli rivelano la sua miserevole condizione. La ragazza che un tempo aveva aiutato, ora mantenuta da un commerciante d’armi, vuole ricambiare il sostegno economico che ha ricevuto ma Verdoux decide di consegnarsi all’autorità, e pagare il suo debito alla società.

ANNA & MARIA  SCIACCA

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