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Cavalleria Rusticana al Teatro Bonci di Cesena

Recensione di Isabella Rossiello per L’Idea Magazine

Un  ritratto di un Sud che non esiste più per fortuna, un dipinto di amore, morte e gelosia, stranamente musicato da Pietro Mascagni che invece era nato a Livorno e con libretto scritto  da un altro livornese, il poeta Giovanni Targioni -Tozzetti ma tutto è presto svelato, il dramma è liberamente tratto dall’omonima novella di Giovanni Verga padre del verismo e  grandissimo autore siciliano.

Quando il sipario si apre la scena è un meraviglioso quadro vivente che ricorda tanto La Pietà di Michelangelo … una bravissima attrice Elina Nanna ci conduce nell’Opera, colori seppia e muretti a secco con alberi di limone, una chiesa e un’osteria, palmizi e la sottintesa serenità di un piccolo paese dove tutti sanno di tutti, qui si svolge la storia di Turiddu, Santuzza, Lola e Alfio

Siamo in un piccolo paese siciliano , una mattina di Pasqua di fine ‘800, Turiddu ama Lola e le giura  amore, parte per il servizio militare e al suo ritorno scopre che Lola ha  sposato Alfio, per ripicca Turiddu corteggia e seduce Santuzza, presto però la trascura e si aggira nei pressi della casa degli sposi Alfio e Lola per incontrare la donna di cui è veramente innamorato.

Santuzza si confida con Lucia madre di Turiddu ma i due litigano furiosamente mentre Lola vi assiste e Turiddu la segue in chiesa.

Santuzza si vendica raccontando ad Alfio che Lola gli è infedele, i due uomini sono davanti all’osteria Turiddu offre da bere ad Alfio che non accetta e nell’atto di abbracciarlo gli morde l’orecchio, un gesto che significa: duello!

Prima di recarsi al fatale combattimento Turiddu raccomanda a sua madre di avere cura di Santuzza, quasi presagisce la fine e infatti un urlo: ” Hanno ammazzato compare Turiddu” sancisce la fine questo unico atto, opera prima di Pietro Mascagni.

Gli interpreti sono una sanguigna Santuzza, Raffaella Battistini, una curiosità: una parte scritta per un mezzo soprano ma cantata da molti soprano, Turiddu è  il bravissimo Leonardo Gramegna, Alfio interpretato da un possente Omar Camata, voce calda quella di Lola, Giulia Tenuta è  una intensa, perfetta Lucia interpretata da Cristina Guarino!

Il coro Maria Callas come sempre ineccepibile, diretto dal Maestro Mario Lucchi, e altrettanto fantastico il coro Quadriclavio  di Bologna diretto dal Maestro Lorenzo Bizzarri.

L’Orchestra Città di Ferrara mirabilmente diretta dal direttore Maestro Francesco di Mauro.

Per un’opera ci vuole tantissimo lavoro e maestranze preparate come il direttore di palcoscenico Pia Zanca, le danzatrici di Danza Gambettola di E. Pandolfini e G. Muratori.

Ottimi i ragazzi delle scuole Anna Frank e San Giorgio, Plauto di Cesena,  i ragazzi del Teatro Auser di Cesena.

A tale proposito in conferenza stampa ho chiesto alla signora Battistini  se i ragazzi sono entusiasti di partecipare ad un mondo così lontano dal loro quotidiano e se qualcuno avesse voglia di proseguire negli studi operistici, la risposta è affermativa anche se amaramente conclude oggi sconsiglierei …

Amara constatazione certo e pensare che l’Opera Italiana è amatissima in tutto il mondo anche molti film famosi l’hanno celebrata, penso a Pretty Woman dove Julia Roberts si commuove ascoltando la Traviata e nel meraviglioso Philadelphia un intenso Tom Hanks morente ascolta l’aria “ Io sono l’amore “cantata da Maria Callas dell’Andrea Chenier di Umberto Menotti Maria Giordano che grande emozione!

Le scene e le luci rispettivamente di Antonio Lenzi , Giorgio Lorenzetto, i costumi sono di Maria Teresa Nanni e Domenico Lillo, l’aiuto regia è di Luciana Berretti.

Speciale menzione merita Gianmaria Romagnoli , tutto costruito con grande amore e passione per la lirica e fondamentale la collaborazione artistica di Edoardo Farina.

Applausi meritatissimi a tutti e pubblico entusiasta, penso che siano soddisfazioni inenarrabili per chi lavora a teatro.

Un’opera carica di suspense e commovente per un intreccio se vogliamo semplice ma carico di sentimenti profondi e sentiti da ognuno di noi, così nostro, questo dramma, così antico e purtroppo così tragicamente moderno!

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