L'Idea Magazine

BENVENUTA PRIMAVERA CON IL FIORE DELLA FELICITÀ

Di Vanessa Pia Turco

L’iperico, detto anche “Erba di San Giovanni”, è una pianta spontanea molto diffusa anche in Italia. I fiori sono molto grandi, profumati, gialli e ricchi di stami. Questa pianta, alta circa 60 cm, raggiunge la sua massima fioritura durante il solstizio d’estate, e la tradizione dice che il giorno più propizio per la raccolta sia proprio il 24 giugno, la notte di San Giovanni, periodo ideale per raccoglierne i fiori e catturare tutte le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche e cicatrizzanti. Se si strofinano i fiori e le foglie tra le dita la pelle si dovrebbe tingere di rosso scuro, il rilascio del colore è dovuto alla presenza di ipericina, sostanza alla quale viene attribuita una importante azione sedativa e antidepressiva.

L’ipericina agisce in modo benefico su neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, essenziali per il benessere e l’armonia interiore. La serotonina, in particolare, la cui maggior concentrazione si trova nel sistema nervoso centrale, nel tratto gastrointestinale e nel sangue, è anche detta l’ormone del buonumore e della felicità e dispiega molteplici effetti sul nostro organismo. Regola e influenza la sfera sessuale, la temperatura corporea, l’appetito e la sensazione del dolore. L’iperico infine aumenta la secrezione notturna di melatonina che regolarizza il sonno, e i tannini contenuti hanno un effetto antidiarroico mentre i flavonoidi hanno un potente effetto diuretico.

 

L’Hypericum perforatum, o “Scaccia demoni”, è noto sin dall’antichità. Plinio, famoso scrittore e naturalista romano lo prescriveva per la cura dei morsi dei serpenti mentre Dioscoride, medico dell’antica Grecia lo raccomandava come diuretico, per trattare la sciatica e la febbre ricorrente. Nel Medioevo, questa pianta divenne oggetto di leggende e superstizioni, infatti la si riteneva capace di scacciare i demoni e gli spiriti maligni, e se bruciata o appesa alla finestra la si riteneva pianta protettiva perfino contro i fulmini. I medici rinascimentali prescrivevano l’olio di iperico per curare ferite e malattie della pelle, come regolatore mestruale e per disturbi digestivi e biliari.  

L’azione benefica dell’iperico sembra derivare dalla capacità di impedire il riassorbimento della serotonina, una sostanza chimica molto importante, responsabile dello scambio di messaggi fra le cellule del cervello, e responsabile  della regolazione dei ritmi del sonno e della veglia, della fame nervosa, della circolazione arteriosa e della qualità della memoria e della concentrazione. Si consiglia di utilizzare l’iperico nella depressione lieve e transitoria, in pratica quando serve un effetto rasserenante sull’umore o leggermente euforizzante. E per beneficiare al meglio delle proprietà di questa pianta, anche con risultati duraturi, si indicano trattamenti prolungati sino a 2 o 3 mesi.

INFUSO

Versare una tazza abbondante di acqua calda su 2 cucchiaini di iperico; lasciar riposare per 15 minuti, quindi filtrare bene e bere freddo. Assumere per un periodo di almeno due mesi.

TISANA DEL BUONUMORE

Mettere a bollire l’acqua in un pentolino e gettare in infusione 40 gr di iperico, 30 gr di melissa e 15 gr di biancospino per qualche minuto. Filtrare bene e consumare tiepida due o tre volte al giorno, lontano dai pasti. Dolcificare possibilmente con miele o zucchero di canna integrale.

MASSAGGIO

Nei casi molto dolorosi, prima del massaggio con l’olio di iperico si suggerisce di potenziarne l’azione con un infuso di iperico tiepido applicato per 15-20 minuti: questo trattamento completo diminuisce il dolore locale, modera la reazione infiammatoria, protegge i tessuti lesi senza comprometterne la vitalità e favorisce la riparazione dell’epidermide. Esso è cicatrizzante, antisettico per acne, foruncoli e brufoli, anestetico, astringente, purificante, ottimo nel trattamento della couperose. Ha proprietà decongestionanti, antinfiammatorie e rinfrescanti, che lo rendono prezioso nella cura delle ulcere varicose, dei dolori reumatici, nei casi di ferite, piaghe, bruciature, eritemi solari, pruriti ed emorroidi; oltre che nelle infiammazioni del trigemino, nelle sciatiche e lombalgie. Per realizzare in casa l’olio di iperico occorrono: 70 grammi di sommità fiorite fresche e 250 ml di olio di mandorle. Fate macerare per 6 settimane olio e fiori in una bottiglia ben chiusa, a temperatura ambiente, agitando spesso per poi lasciare il contenitore al sole per un giorno intero. Filtrare e conservare in bottiglie di vetro scuro, al riparo dalla luce, in un posto fresco (meglio se in frigorifero).

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