Molto interessante la combinazione tra la musica di scena e la recitazione della Maccagnano, capace d’inserire la battuta teatrale in quella musicale, in un intarsio vocale di rare difficoltà ed efficacia.
Una Medea che racconta e si racconta, nel contesto di una coreografia in cui muti personaggi, tra cui il Giasone di Stefano Fardelli, la circondano di movenze di danza e nello stesso tempo di compartecipazione all’azione drammaturgica.
“Accettare di mettere in campo le proprie certezze e confrontarle in quelle di altri uomini fu senz’altro la vera, straordinaria dimostrazione di spregiudicata intelligenza degli Argonauti e lo e’ ancora oggi per tutti gli altri navigatori che decidono di uscire dalla rotta stabilita dalla convenienza e dalle consuetudini per rischiare di sballare, buttare a mare, le proprie convinzioni ormai ben ancorate nel calmo golfo dell’inamovibile buonsenso.
In realtà, il loro è un viaggio onirico, visionario, tramite il quale raggiungeranno il fondo della loro anima, quel luogo remoto e inviolato dove appare la luce della coscienza, della consapevolezza. Un viaggio di iniziazione per danza, teatro e musica.”
(Fonte Teatri di Pietra)
© Natalia Di Bartolo
PHOTO NATALIA DI BARTOLO