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Anna, corimbo triplicato tra giovani splendide inflorescenze/Anna, tripled corymb amidst splendid young inflorescences

Di Marina Agostinacchio

È uscito da poco il libro di Vera Politkovskaja “Una madre” (Rizzoli editore). Nel libro Vera racconta la vita di Anna, la madre, la giornalista, la donna che ha combattuto per il rispetto dei diritti umani e per la libertà e che è stata uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006.

Il volume è stato pubblicato «al di fuori dei confini della Federazione Russa” e in concomitanza dell’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. “La cosa — afferma Vera — mi ha dato la possibilità di sentirmi più libera nel ricordare la nostra vita».

Sappiamo in molti che Anna Politkovskaja ha commesso l’errore di indagare e denunciare gli scandali, la corruzione, il silenzio di molti del suo Paese.

Anna Politkovskaja

Ma nel libro si parla anche della giovane Anna, la figlia tredicenne di Vera. Vorrei perciò soffermarmi su questa ragazzina adolescente, che ha dovuto abbandonare con la madre la sua terra.

Le due donne sono scappate dopo l’inizio della guerra in Ucraina, perché la giovane Anna discuteva in classe sulla costituzione, sui diritti, sulla libertà che considerava valori da salvaguardare. Per questo motivo la ragazzina incominciò a ricevere una serie di intimidazioni da parte di alcuni compagni di scuola.

Vera andò dai professori della figlia parlando delle le minacce persistenti che rendevano alla figlia la vita difficile. Gli insegnanti minimizzarono la questione.

Un giorno un amico di Anna le scrisse questo messaggio: “«Farai la fine di tua nonna». Questo era un avvertimento che avrebbe dovuto convincere Anna a tacere.

Ecco cosa racconta Vera nel libro-documento: «Una volta superato lo shock iniziale, ho cominciato a ragionare su cosa avrei dovuto fare. Prima di tutto, ho capito quasi subito che dovevo lasciare il lavoro. Il clima peggiorava di giorno in giorno. Uno dopo l’altro hanno chiuso i mezzi di informazione indipendenti»

Certo è che la passione, il coraggio, la rabbia di Anna, la giovane nipote della Politkovskaja, fa riflettere sull’importanza dei comportamenti e delle decisioni di vita degli adulti.

Mi chiedo perché alcuni Paesi liberi, col tempo, non siano in grado di trasmettere con pregnanza amore e interesse per temi che riguardano l’uomo, il rispetto della dignità, individuale e collettiva, la sensibilità per le minoranze, la capacità di ascolto e di dialogo attraverso un confronto corretto dell’altrui pensiero, l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Mi chiedo perché esistano sacche di violenza e spesso tra i giovani e manchi la tutela delle fasce più deboli della società. Credo che cercare di rimuovere gli ostacoli sociali che sono spesso la causa di esasperazione di individui e di gruppi costituisca quel punto di partenza per compiere atti educativi verso i figli; coltivare la parola, essere autorevoli con l’esempio: questa è stata l’azione compiuta da mio padre che ancora oggi mi appare un faro luminoso, quando ricordo le nostre conversazioni.

Non possiamo gettare le sole responsabilità a chi governa se non siamo più capaci di fare sentire la nostra voce di dissenso da tutto quello che allontana dalla costruzione di una società attenta.

Vera Politkovskaja

E ad Anna, la giovane, non sono mancati né la parola, né l’esempio della nonna e della madre, tutte e tre vissute in un contesto di assenza di libertà, lesione della persona. E lo stato dovrebbe riconoscere e garantire la tutela dei diritti inviolabili di noi cittadini, considerati “sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità” (come dice l’articolo 2 della nostra meravigliosa Costituzione ).

La morte della nonna, la vita complicata e pericolosa della madre mi fanno immaginare Anna un forte stelo che non si piega a un vento potente.

Non posso credere né pensare, che per arrivare a difendere i propri ideali di giustizia e di fratellanza, si debba vivere da persone segregate, offese, umiliate.

Conservare la Memoria del passato, non cedere al ricatto dell’indifferenza. Questo mi sentirei di dire ai giovani di questo millennio.

Spero in tante triplicazioni di Anna, un corimbo, un’infiorescenza i cui fiori, inseriti in diversi punti del ramo, possano terminare tutti alla stessa altezza di bellezza.


Anna, tripled corymb amidst splendid young inflorescences

Vera Politkovskaja’s book “Una mamma” (Rizzoli publisher) has just been released.

In the book Vera tells the life of Anna, the mother, the journalist, the woman who fought for respect for human rights and for freedom, and who was killed in Moscow on October 7, 2006.

The volume was released “beyond the borders of the Russian Federation” and to coincide with the anniversary of the Russian invasion of Ukraine. “This—says Vera —gave me the opportunity to feel freer in remembering our lives.”

Many of us know that Anna Politkovskaya made the mistake of investigating and denouncing the scandals, the corruption, and the silence of many in her country.

But the book also speaks of young Anna, Vera’s thirteen-year-old daughter. I would therefore like to focus on this adolescent girl who had to leave her homeland with her mother.

The two women fled after the start of the war in Ukraine, because the young Anna was discussing in class the constitution, rights, and freedom, which she considered values ​​to be safeguarded. For this reason, the girl began to receive a series of intimidations from some schoolmates.

Anna Politkovskaja

Vera went to her daughter’s teachers talking about the persistent threats that made life difficult for her daughter. The teachers minimized the matter.

One day, a friend of Anna’s wrote her this message: “You will end up like your grandmother.”  This was a warning that should have convinced Anna to keep quiet.

Here is what Vera recounts in the book-document: «Once the initial shock was over, I began to think about what I should have done. First of all, I knew almost immediately that I had to quit my job. The situation was getting worse day by day. One by one, they shut down the independent media outlets.”

What is certain is that the passion, courage, and anger of Anna, Politkovskaja’s young graddaughter, make us reflect on the importance of behaviors and decisions in adult life.

I wonder why some free countries, over time, are unable to transmit love and important interest in issues that concern man, respect for individual and collective dignity, sensitivity for minorities, the ability to listen and dialogue through a correct comparison of the thoughts of others, and the fulfillment of the mandatory duties of political, economic and social solidarity.

Vera Politkovskaja

I wonder why there are spaces of violence and often among young people and there is a lack of protection for the weakest sections of society. I believe that trying to remove the social obstacles that are often the cause of exasperation of individuals and groups constitutes that starting point for carrying out educational acts towards children; cultivate the word, be authoritative by example: this was the action performed by my father who still appears to me like a shining beacon today, when I remember our conversations.

We cannot throw the sole responsibilities on those who govern if we are no longer able to make our voice of dissent heard from everything that takes away from the construction of a supportive society.

And Anna, the young woman, did not miss the word, nor the example of her grandmother and mother; all three lived in a context of absence of freedom and injury to the person. And the State should recognize and guarantee the protection of the inviolable rights of us citizens, considered “both as an individual and in the social formations where his personality takes place” (as article 2 of our wonderful Italian Constitution says).

Her grandmother’s death, her mother’s complicated and dangerous life make me imagine Anna as a strong stem that does not bend in a powerful wind.

I cannot believe or think that in order to defend one’s ideals of justice and brotherhood, one must live as segregated, offended, humiliated people.

Keep the memory of the past; don’t succumb to the blackmail of indifference. This I feel like saying to the young people of this millennium.

I hope for many triplications of Anna, a corymb, an inflorescence whose flowers, inserted in different points of the branch, can all end at the same height of beauty.

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