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“Amore” al Teatro Bonci di Cesena

Photo credit: Pippo Delbono

Recensione di Isabella Rossiello

Uno degli spettacoli più completi visti al Teatro Bonci di Cesena.
Poesia, musica, danza, incorniciati dalla voce profonda e limpida del regista e attore Pippo Delbono.
A Teatro c’è una acquiescenza del corpo ma mai della mente che rincorre forme, idee, suggestioni e suggerimenti emotivi.
Il teatro fa pensare, così diverso dal cinema dove se non è azione o la trama è vacua il pensiero fugge altrove.

Pippo Delbono e la sua compagnia raccontano attraverso quadri teatrali un lutto e la forzata stasi nel periodo del Covid che fa scaturire la nostalgia, le paure inconsce, la ricerca dell’amore?
Quell’amore che cerchiamo e che al tempo stesso ci fa paura.
Una performance che viaggia tra il Portogallo, l’Angola, Capoverde, il fado, le poesie e i testi che spaziano da Carlos Drummond de Andrade, Eugenio de Andrade, Daniel Damasio Ascensao Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jaques Prevert, Rainer Maria Rilke e Florella Espanca.
Un fiorire di culture che affascina il pubblico.

Photo credit: Pippo Del Bono

Il “dolore” delle chitarre lusitane, classica e flamenca  di  Pedro Joia e  Miguel Ramos cantante di fado che strazia l’anima e al tempo stesso la rincuora.
perchè la parola “fado” viene dal latino “fatum” destino e il destino a volte è generoso, a volte crudele.
La voce ipnotica, la presenza scenica, la bellezza  di Aline Frazao artista angolana nata a Luanda danno voce a pensieri di amore e morte e infatti, come dimenticare la guerra civile angolana fautrice di scontri terribili con interventi di America e Russia.
Joana Villaverde artista plastica nata a Lisbona, Tiago Bartolomeu Costa,Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella.
Un cast unito e creativo capace di portare le emozioni al suo massimo, un vibrare di sensazioni che toccano ogni corda possibile.

Questo e molto altro è Amore, il rosso è il colore dominante, la passione, il sangue, un albero rinsecchito che poi fiorisce secondo una vecchia leggenda che diceva di innaffiarlo comunque, la metafora della speranza?
I costumi di Elena Gianpaoli sono semplici e al tempo stesso hanno una loro forza una propria vita, come le luci curate da Orlando Bolognesi e il suono di Pietro Tirella.
“Questo Amore” di Prevert è forse il fil rouge di questo che chiamarlo spettacolo è assolutamente riduttivo, ciò che lo spettatore vede e sente è poesia allo stato puro.

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