Site icon L'Idea Magazine

A tavola non si naviga

di Rita Bugliosi

Condividere i pasti con familiari con amici e colleghi è un’abitudine che andrebbe coltivata, perché fa bene al nostro stato d’animo ma anche al nostro organismo: ci impedisce di mangiare velocemente, masticando male, con ricadute negative sulla digestione. Così pure si dovrebbe evitare, mentre si mangia, di guardare il cellulare, il tablet o il pc. A ricordarcelo è Concetta Montagnese dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr

I cambiamenti che nel corso degli anni hanno interessato la nostra vita e i nostri tempi di lavoro si riflettono inevitabilmente anche sulla modalità con cui consumiamo i pasti. E che, specie durante i giorni lavorativi, è caratterizzata da velocità e scarsa attenzione dal momento che mentre mangiamo, spesso non interrompiamo le attività che stiamo svolgendo, rimanendo seduti davanti al computer o a leggere i messaggi che ci arrivano sul cellulare. Anche il luogo in cui assumiamo il cibo è cambiato, come evidenzia Concetta Montagnese dell’Istituto si scienze dell’alimentazione del Cnr: “L’abitazione non è più lo spazio esclusivo del consumo dei pasti: a partire dalla colazione, che molti regolarmente saltano oppure decidono di fare al bar, passando per la pausa pranzo, generalmente consumata fuori casa, fino alla cena che, soprattutto per i più giovani, è occasione di svago fuori dalle mura domestiche. Tra gli adulti, invece, la cena è diventato il pasto principale della giornata e viene spesso consumato nell’abitazione”.

Mangiare fuori casa porta a modificare anche la tipologia dei pasti. “Per quanto riguarda il pranzo, alcuni consumano cibo preparato a casa cucinando porzioni più abbondanti la sera precedente; altri scelgono invece un panino veloce acquistato al bar o di farsi portare il cibo al lavoro contattando un ‘food delivery’; altri ancora poi hanno la possibilità di mangiare presso la mensa aziendale o in un ristorante vicino al luogo di lavoro”.

Ad accomunare le varie tipologie è però il poco tempo a disposizione, trascorso magari in solitudine, davanti al pc o con gli occhi fissi sullo smartphone. Il che ha ricadute negative sul nostro benessere. “Mangiare velocemente porta di solito a una cattiva masticazione, che causa una digestione faticosa. Il cibo dovrebbe essere masticato lentamente fino a renderlo abbastanza piccolo da poter essere deglutito facilmente”, chiarisce Montagnese. “Durante tale fase inoltre, viene prodotta la saliva, che ha il compito di ammorbidire e lubrificare il cibo, e vengono secreti gli enzimi deputati alla digestione. Se si mastica poco lo stomaco si trova a fare i conti con porzioni di cibo troppo grosse e la fatica del processo continua anche nell’intestino e durante l’assorbimento dei nutrienti da parte dell’organismo. Una cattiva masticazione può anche causare proliferazione di batteri ‘cattivi’ nell’intestino, con conseguente gonfiore addominale e costipazione, dolori addominali e rallentamento delle funzioni mentali. Mangiare in piedi e velocemente altera inoltre i segnali di sazietà e induce quindi a mangiare di più”.

Di frequente anche la cena, non permette ai vari componenti di stare realmente insieme, di conversare, di comunicare, dal momento  che ognuno è distratto dal proprio cellulare o dalla televisione. “La tavola è un luogo simbolico e i pasti consumati attorno a essa, in famiglia o tra amici, rappresentano importanti occasioni di condivisione e di convivialità. Oltre a soddisfare una necessità fisica, arricchiscono il dialogo e le relazioni”, continua l’esperta. “Vari studi hanno descritto i benefici del ‘Family Tables’, ovvero i vantaggi di una situazione in cui la famiglia condivide il tempo seduta allo stesso tavolo. Questa dimensione spazio-tempo è un momento importante per rafforzare i legami tra i membri della famiglia, che a tavola possono esprimere emozioni, trasmettere valori, tradizioni e cultura. Un pasto è un’occasione per vivere il piacere della conversazione reale e non virtuale, per sperimentare il confronto e la discussione. Inoltre, è un’opportunità per valutare la salute dei rapporti tra i commensali: se tra loro c’è qualcosa che non va, a tavola si capisce subito”.

Per concludere, sottolinea Montagnese: “Sarebbe opportuno, mentre si mangia, silenziare i dispositivi elettronici, spegnere la tv e lasciar parlare le persone, ascoltarsi guardandosi negli occhi”.

Exit mobile version